Respirami ancora
17 Novembre 2020
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Respirami ancora

Respirami, come l’usignolo imbecca
i suoi nati, d’una bocca piena
prima che l’alba partorisca lenta
la malinconia della sera
e tutto il giorno sarà ombra gravida-
sasso che ammanta il sepolcro.
Prima dell’edera stanca sul volto inquinato
luminava negli occhi bianca fioritura.
Fragile, in braccio al tuo seme tenevi il mio.
Respirami d’altr’aria al di là dell’esosfera
dove leggeri migrano corpi senza peso.
Nessuna morte coprirà l’altare, né le tarme
pungeranno sete costumate di naftalina.
Ho sete ancora di luci accese al boccascena,
l’arrivo di monatti non era incluso al sesto atto.
Domani stringeremo i cerchi della botte,
colpi secchi di martello sulle fragili costole.
Avanti Cristo-dopo Cristo, oltre –
avanzi di macerie, poveri resti. Coltre di gesso.
Falena, respirami nuova resurrezione d’ali.
Come ieri come dopo, com’eri
respirami ancora
padre.

 

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