Restiamo umani
10 Giugno 2019
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Restiamo umani

La giornata del 15 maggio scorso, mercoledì, la ricorderemo bene nella storia sociale e politica di Campobasso, perché una parte cospicua della società civile ed il mondo dei giovani soprattutto hanno dimostrato di avere ancora quelle energie, che portano diritte ad esprimere, anche con indignazione dinamica, i propri convincimenti democratici e le proprie concezioni utopiche, laddove vengano minacciate sia la libertà di pensiero e di insegnamento, sia la libertà di movimento, o messo in discussione il diritto all’emigrazione, quando questi diritti vengono negati, se non addirittura criminalizzati da leggi ingiuste, prevaricatrici ed anche razziste.

Quello che sorprende allo stato attuale è la presenza attiva nelle proteste di piazza dei giovani. Sono gli studenti delle scuole superiori che a Palermo si sono opposti, scendendo in piazza e contestando la punizione inflitta dai vertici dell’Ufficio Scolastico regionale, su sollecitudine della Digos cittadina. Alla prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, ITIS V.E.III di Palermo appunto, sono stati comminati 15 giorni di sospensione dall’ insegnamento e di dimezzamento dello stipendio, perché la docente non avrebbe controllato l’elaborato (video) di un gruppo di suoi studenti, che per la giornata della memoria della Shoah – 27 gennaio scorso – hanno proposto un parallelismo tra le leggi razziali del 1938, emanate da Mussolini, e le misure repressive contenute nel decreto sicurezza 1, volute fortemente dall’attuale ministro degli interni, che hanno in effetti cancellato alcuni diritti acquisiti dai migranti, a cominciare dal permesso di soggiorno per motivi umanitari. Inoltre, a Torre Maura, quartiere della periferia romana, che sconta la negligente disattenzione amministrativa della giunta Raggi e dove la popolazione è indignata per le condizioni disastrate delle case popolari prive del riscaldamento, per il lavoro che manca, per i trasporti, per altri disagi, un ragazzo di 15 anni è il solo che al centro della strada vuole impedire alle persone del quartiere, che protestavano, di calpestare il pane che alcune associazioni di volontariato stavano portando alle famiglie rom. Pensiamo anche a Greta Thumberg e alla sua capacità di aver saputo far nascere ed alimentare un movimento mondiale giovanile, Friday for nature, che ha a cuore la difesa della Natura, la rivoluzione verde ed il contrasto netto al fenomeno del riscaldamento globale. Centinaia di migliaia, se non milioni di giovani, si stanno organizzando e mobilitando in tutto il mondo su questo obiettivo, che è appunto la finalità fondamentale della nostra civiltà.

Ma fermiamoci a parlare a questo punto dei ragazzi – specialmente di quelli della UDS – che a Campobasso nella giornata del 15 maggio scorso sono stati capaci di organizzare la protesta dei balconi con striscioni che hanno messo legittimamente alla gogna il ministro nazionale dell’odio e del razzismo. La protesta degli striscioni ai balconi delle abitazioni che ha espresso e vivacizzato il sit-in serale è esplosa naturale e forte a fronte della ventilata approvazione da parte del governo di un decreto Sicurezza bis, dall’impostazione razzista ed antimigranti, che imporrebbe la criminalizzazione della figura del migrante nonché di quella delle Ong, che in mare soccorrono quanti rischiano di affogare e quindi di morire.

A Campobasso ha avuto inizio la protesta delle lenzuola, su cui frasi spesso ironiche, oltre che fortemente critiche, hanno denunciato la riduzione delle libertà fondamentali, conquistate nei decenni trascorsi con lotte anche dure e dolorose. Questi striscioni/lenzuola hanno voluto esprimere la preoccupazione di tanta parte di italiani critici nei confronti della strategia securitaria del ministero degli interni, dal carattere apertamente illiberale e anticostituzionale. Le nuove norme sulla sicurezza contengono provvedimenti limitanti le libertà ed i diritti che in questi ultimi decenni la società italiana è riuscita a conquistare. Tale tracotante, impudente sicumera del ministro tuttolui, che veste divise diverse ma i panni del vero capo del governo attuale, presente nelle televisioni, sui social, sui giornali, non ha fatto altro che alimentare la ferma ed ostinata protesta ed anche la rabbia acre di tante/i cittadine/i, che – in contrasto con questa prepotenza, antidemocratica ed ostativa delle libertà fondamentali, come il diritto alla vita, alla vera sicurezza che significa avere un lavoro, una casa dignitosa, un welfare che veramente dia risposte ai non abbienti che guardano al futuro con fobica angoscia, preoccupati anche per un futuro incerto, aggravato dalla crisi economica in atto fin dal 2007/8. Queste le ragioni della partecipazione massiccia al sit-in della sera. Erano anni, e precisamente dalla manifestazione a difesa della sanità pubblica di due anni fa e del Gay Pride dello scorso anno che non si vedeva in piazza tanta gente, partecipe e intenzionata a contrastare la deriva antidemocratica che viene alimentata dall’odio razzista del ducetto leghista e da quanti – 5Stelle – lo sostengono al governo.

Stiamo vivendo un clima di subcultura, di complicità servile, di oltraggio della Costituzione. Quello che è emerso a Campobasso la sera del 15 maggio è proprio l’esigenza dei cittadini responsabili di recuperare il senso di umanità, e di attenzione solidale verso gli altri che si è perso in questi ultimi 30 anni; recuperare la tensione ideale per quel dialogo interetnico e multiculturale che ha fatto grande il nostro Paese nel corso dei secoli.

La minaccia legislativa, come ha scritto lo storico Piero Bevilacqua, del ministro dell’interno, contenuta nel Decreto sicurezza bis, che vuole infliggere una multa tra 3.500 e 5.500 euro per chi salva la vita di un migrante che sta affogando in mare non è la grottesca proposta di un ministro irriguardoso, ma il disegno razzista da parte di chi vuole affossare definitivamente la democrazia in Italia. Questo decreto legge non farebbe altro che impartire un comando, perentorio e inappellabile, di lasciar morire chi è in pericolo di vita.

Noi che tutto questo contrastiamo e combattiamo, noi non curveremo mai la schiena, ma inviteremo sempre chiunque a scendere in piazza e a gridare forte che lo scopo della vita è alimentare la democrazia, l’incontro interagente fra culture anche contrapposte, ma capaci di rispetto.☺

 

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