Ricostruire la sinistra
9 Marzo 2022
laFonteTV (3191 articles)
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Ricostruire la sinistra

Non possiamo negare quanto sia difficile ripensare ad una “Sinistra” anticapitalista e ad una sua progettualità nell’attuale panorama sociale che sta subendo una crisi profonda e duratura (culturale; economica; etica; morale) nel nostro Paese. E questo lo diciamo anche sospinti dall’attuale arcipelago antiliberista, diviso in isolotti, antagonisti tra loro e purtroppo in massima parte lontani dalla gente. Il panorama appare più scuro e denso di nubi se poniamo mente un attimo solo alla inconsistenza del ceto politico attuale e a come si è mosso goffamente e sotto dettatura  in occasione dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, che poi è lo stesso di prima, cioè Sergio Mattarella. Infatti, l’attuale ceto politico, oltre ad essere inaffidabile e marginale, anche perché trasformista (pensiamo ai vaffà!) e voltagabbana, si mostra incapace (pur manifestando qualche timido tentativo di responsabilità) di proporre una linea politica che sia attenta alle richieste e alle aspettative della società civile, alla sofferenza sociale, profonda, che questa sta vivendo per la crisi finanziaria ed economica, per la pandemia del Covid 19, per la caduta verticale nella povertà di un numero davvero consistente di famiglie. Inoltre, l’ establishement non riesce a trovare strategie che vadano nella direzione della salvaguardia dell’ ambiente e del territorio, nel progettare un diverso modello di sviluppo, che non sia distruttivo della Natura e delle risorse del Pianeta. Infatti, il nostro Paese, sospinto dalle linee programmatiche, incalzanti, da parte della Commissione europea, sta procedendo in direzione del vecchio cammino, che per un verso vede la privatizzazione (poniamo mente al PNRR e al decreto “concorrenza”, su cui nei mesi scorsi ci siamo soffermati ampiamente) di tutti i servizi essenziali che le amministrazioni erogano alla collettività (luce; gas; acqua; asili nido, sanità); per un altro assiste alla corsa risoluta verso il nucleare di nuova generazione, nonostante che i referendum degli anni scorsi (8 novembre 1987, dopo la tragedia di Cernobyl, – Ucraina -, quasi l’80% dei votanti dice NO al nucleare in Italia per sempre. Il 12/13 giugno 2011, il secondo referendum: del 57% dei votanti il 95,5% dice per una seconda volta NO al nucleare in Italia. Due settimane prima c’era stata la tragedia di Fukushima, Giappone, dove a causa di uno tsunami, vengono distrutti i generatori di emergenza della centrale nucleare, che avevano il compito di far funzionare le pompe di raffreddamento dei reattori) abbiano messo in risalto la estrema contrarietà della maggior parte della popolazione italiana.

Allora che fare? Certo, questa è una domanda davvero considerevole, dinanzi alla quale, e nonostante tutto, emerge forte la molla, lo stimolo di una visione alternativa del mondo e di come potrebbe essere la società che auspichiamo; forse appare lontana, forse impossibile, visti i disastri sociali ed anche culturali. Tuttavia, non ci lasciamo sopraffare e, al fine di eliminare qualsiasi incomprensione o discorso dietrologico, la proposta che scaturisce da queste considerazioni non guarda affatto ad elezioni prossime venture di qualsiasi tipo, ma a verificare se l’universo antiliberista molisano abbia la capacità e la voglia di condividere alcuni punti essenziali per riavvicinare soprattutto i giovani alla politica, chiarendo che questa è davvero un’attività seria, un impegno responsabile, e non un commercio mercatale, che finisce col tradire le aspettative dei cittadini. Fatta una tale premessa, la prima osservazione che viene spontanea è quella di un incontro di tutte le aree anticapitalistiche per constatare quale possa essere la caratteristica fondante della società che vogliamo ricostruire da noi in Molise (peraltro, alcune iniziative in tale direzione sono attive da tempo). Il faro rimane la nostra Costituzione, il cui concetto centrale si basa sulla solidarietà, sull’eguaglianza di tutte/i dinanzi alle leggi. Di qui, va valutato quale possa essere il rapporto fra la Costituzione europea, che propugna ed impone la logica del mercato, della finanza, del denaro, con la nostra, che ha tutt’altra filosofia.

Sarebbe opportuno che si torni al finanziamento pubblico dei partiti, al ripristino del sistema elettorale proporzionale senza sbarramento, alla messa in discussioneavviamone una discussione seriadell’art. 67 della Costituzione (nel quale si parla di libertà di mandato per chi viene eletto); alla messa in discussione di un secondo mandato (possibile solo a distanza di 5 anni dal primo!), allo scopo di far partecipare un numero maggiore di cittadine/i alla gestione della polis; all’ abolizione di qualsiasi privilegio – a partire da quello economico – che segna un abisso inopportuno ed incomprensibile tra chi siede in Parlamento e vive da nababbo, nonostante la crisi gravissima che sta esplodendo in questi giorni con il rincaro delle bollette dei consumi domestici, e chi non ha neanche le lacrime per piangere; alla configurazione del Molise che vogliamo diverso… ed ancora altro su cui varrà la pena soffermarsi in altra circostanza.

Tutto questo ha un senso perché vogliamo che far politica sia realmente un servizio che si offre volontariamente e a tempo limitato alla collettività…☺

 

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