Siamo oberati da un paesaggio culturale, politico e sociale che non avvince di certo e fornisce una soffusa narrazione di fatti e di persone che giorno dopo giorno inquinano la natura e la mente. L’economia vince sulla politica assumendo forme di assolutismo di un passato che sembrava remoto. “Come la politica cristiana rompe con la città terrena, così la politica moderna rompe con la polis”. Con questa osservazione di denuncia Mario Tronti tracciava il volto del mondo una ventina di anni addietro e che perdura a tutt’oggi. Navighiamo in un mare segnatamente asservito al negativo che ci tormenta quotidianamente con l’utilizzo di una cronaca che non apre spazi a orizzonti di speranza e ci rende nostalgici della polis che era il luogo permanente alimentato e vigilato dal cittadino. È da lì, dal basso, che possono emergere germi di ripresa.
Carlo Borgomeo lancia in questi giorni un messaggio che potrebbe costituire un itinerario di rinascita di quel mondo appartenente ad un tempo secolarmente lontano nell’affermare con determinazione che “nel Non Profit esistono grandi potenzialità di occupazione giovanile” e con esso si possono togliere dalla strada questi adolescenti a rischio. Qualche tempo addietro Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud, fu tra noi a Campobasso per sostenere con mons. Bregantini, in un pubblico e affollato convegno, il progetto di avvio della Fondazione Molise/Comunità nata il 28 ottobre 2010. Un cammino purtroppo interrotto con motivazioni oggi ricorrenti e ribadite dal nostro vescovo in un’assemblea del 30 luglio 2013, sottolineando “la valenza sociale ed economica del progetto intrapreso, che ha prodotto iniziative sociali, ma nello stesso tempo evidenziando come il momento storico che stiamo vivendo non fosse favorevole allo sviluppo di tale progetto”. Che si sia trattato di una rinuncia all’intraprendenza e un ripiegamento alla siccità di una quotidianità impregnata di lamentazioni da parte dei deboli e di corruzione diffusa da parte di chi gestisce i poteri, oggi lo costatiamo tutti.
Ma, andare oltre oggi si può…? Il ripiegarsi negli spazi ristretti di piccoli gruppi, associazioni, club di ogni genere non gioverà alla promozione del cambiamento. La storia lo ha da sempre testimoniato. Oggi rischiamo di assuefarci alla quotidiana cronaca nera che soffoca ogni seme di futuro umanitario.
Eppure indici di speranza si colgono anche da noi in questa terra ristretta del Molise che vanta anche una storia di alto valore culturale e civile e che in questi giorni fornisce segnali di cambiamento che vengono da campi diversi. Non ci ha decisamente sorpreso la campagna di rivendicazione civile sviluppata da gente di ogni età in quel territorio matesino che ha respinto il pessimo progetto di insediamento di biomasse a ridosso del comune di Campochiaro? E in aggiunta occorre dare rilievo all’iniziativa di Alberto Conti, sacerdote che a Trivento per tanti anni ha dato vita a iniziative di spessore cristiano e di testimonianza sociale con la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino” e che in questi giorni ha suscitato scalpore con la stesura e presentazione di un quaderno della solidarietà dal significativo titolo “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”. La presentazione del documento a Trivento ha registrato una folla enorme di persone e associazioni, provenienti da ogni angolo del Molise, che hanno preso parte alla presentazione del libro che riporta un quadro sintetico circa i problemi del territorio diocesano del triventino: popolazione, emigrazione, invecchiamento, natalità e mortalità, servizi pubblici in calo, attività lavorative, conduttori di aziende e attenta descrizione delle attività e dei pregi delle medesime enumerate singolarmente. E, di non poco rilievo, nella iniziativa del 6 dicembre si è assistito ad un dialogo aperto e volto a lanciare messaggi di intesa e di programmazione comune tra i presidenti delle due regioni, Abruzzo e Molise, che rientrano nel territorio della diocesi di Trivento.
In un recente messaggio, tracciato in occasione della venuta di papa Francesco in Molise e reso pubblico e diffuso tra amici e sostenitori della sua opera, don Alberto ci stimola riportando e ampliando un passaggio pronunciato dal Rettore dell’Università del Molise e ribadita dal papa medesimo: “Rompere gli schemi per andare avanti, per essere creativi trovando così le nuove strade del futuro. Bella definizione teologica, l’ha definita papa Francesco, per me è anche un’indicazione politica, un invito che tutti debbono accogliere nel loro cuore e nella loro mente facendone la linea guida della loro azione. Mi riferisco naturalmente agli uomini e alle donne impegnati nel servizio delle istituzioni e della comunità, ma anche a tutti noi perché le colpe e le omissioni degli altri non debbono farci essere indulgenti nei confronti delle nostre”.
È tempo di andare oltre. ☺
Siamo oberati da un paesaggio culturale, politico e sociale che non avvince di certo e fornisce una soffusa narrazione di fatti e di persone che giorno dopo giorno inquinano la natura e la mente. L’economia vince sulla politica assumendo forme di assolutismo di un passato che sembrava remoto. “Come la politica cristiana rompe con la città terrena, così la politica moderna rompe con la polis”. Con questa osservazione di denuncia Mario Tronti tracciava il volto del mondo una ventina di anni addietro e che perdura a tutt’oggi. Navighiamo in un mare segnatamente asservito al negativo che ci tormenta quotidianamente con l’utilizzo di una cronaca che non apre spazi a orizzonti di speranza e ci rende nostalgici della polis che era il luogo permanente alimentato e vigilato dal cittadino. È da lì, dal basso, che possono emergere germi di ripresa.
Carlo Borgomeo lancia in questi giorni un messaggio che potrebbe costituire un itinerario di rinascita di quel mondo appartenente ad un tempo secolarmente lontano nell’affermare con determinazione che “nel Non Profit esistono grandi potenzialità di occupazione giovanile” e con esso si possono togliere dalla strada questi adolescenti a rischio. Qualche tempo addietro Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud, fu tra noi a Campobasso per sostenere con mons. Bregantini, in un pubblico e affollato convegno, il progetto di avvio della Fondazione Molise/Comunità nata il 28 ottobre 2010. Un cammino purtroppo interrotto con motivazioni oggi ricorrenti e ribadite dal nostro vescovo in un’assemblea del 30 luglio 2013, sottolineando “la valenza sociale ed economica del progetto intrapreso, che ha prodotto iniziative sociali, ma nello stesso tempo evidenziando come il momento storico che stiamo vivendo non fosse favorevole allo sviluppo di tale progetto”. Che si sia trattato di una rinuncia all’intraprendenza e un ripiegamento alla siccità di una quotidianità impregnata di lamentazioni da parte dei deboli e di corruzione diffusa da parte di chi gestisce i poteri, oggi lo costatiamo tutti.
Ma, andare oltre oggi si può…? Il ripiegarsi negli spazi ristretti di piccoli gruppi, associazioni, club di ogni genere non gioverà alla promozione del cambiamento. La storia lo ha da sempre testimoniato. Oggi rischiamo di assuefarci alla quotidiana cronaca nera che soffoca ogni seme di futuro umanitario.
Eppure indici di speranza si colgono anche da noi in questa terra ristretta del Molise che vanta anche una storia di alto valore culturale e civile e che in questi giorni fornisce segnali di cambiamento che vengono da campi diversi. Non ci ha decisamente sorpreso la campagna di rivendicazione civile sviluppata da gente di ogni età in quel territorio matesino che ha respinto il pessimo progetto di insediamento di biomasse a ridosso del comune di Campochiaro? E in aggiunta occorre dare rilievo all’iniziativa di Alberto Conti, sacerdote che a Trivento per tanti anni ha dato vita a iniziative di spessore cristiano e di testimonianza sociale con la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino” e che in questi giorni ha suscitato scalpore con la stesura e presentazione di un quaderno della solidarietà dal significativo titolo “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”. La presentazione del documento a Trivento ha registrato una folla enorme di persone e associazioni, provenienti da ogni angolo del Molise, che hanno preso parte alla presentazione del libro che riporta un quadro sintetico circa i problemi del territorio diocesano del triventino: popolazione, emigrazione, invecchiamento, natalità e mortalità, servizi pubblici in calo, attività lavorative, conduttori di aziende e attenta descrizione delle attività e dei pregi delle medesime enumerate singolarmente. E, di non poco rilievo, nella iniziativa del 6 dicembre si è assistito ad un dialogo aperto e volto a lanciare messaggi di intesa e di programmazione comune tra i presidenti delle due regioni, Abruzzo e Molise, che rientrano nel territorio della diocesi di Trivento.
In un recente messaggio, tracciato in occasione della venuta di papa Francesco in Molise e reso pubblico e diffuso tra amici e sostenitori della sua opera, don Alberto ci stimola riportando e ampliando un passaggio pronunciato dal Rettore dell’Università del Molise e ribadita dal papa medesimo: “Rompere gli schemi per andare avanti, per essere creativi trovando così le nuove strade del futuro. Bella definizione teologica, l’ha definita papa Francesco, per me è anche un’indicazione politica, un invito che tutti debbono accogliere nel loro cuore e nella loro mente facendone la linea guida della loro azione. Mi riferisco naturalmente agli uomini e alle donne impegnati nel servizio delle istituzioni e della comunità, ma anche a tutti noi perché le colpe e le omissioni degli altri non debbono farci essere indulgenti nei confronti delle nostre”.
Siamo oberati da un paesaggio culturale, politico e sociale che non avvince di certo e fornisce una soffusa narrazione di fatti e di persone che giorno dopo giorno inquinano la natura e la mente.
Siamo oberati da un paesaggio culturale, politico e sociale che non avvince di certo e fornisce una soffusa narrazione di fatti e di persone che giorno dopo giorno inquinano la natura e la mente. L’economia vince sulla politica assumendo forme di assolutismo di un passato che sembrava remoto. “Come la politica cristiana rompe con la città terrena, così la politica moderna rompe con la polis”. Con questa osservazione di denuncia Mario Tronti tracciava il volto del mondo una ventina di anni addietro e che perdura a tutt’oggi. Navighiamo in un mare segnatamente asservito al negativo che ci tormenta quotidianamente con l’utilizzo di una cronaca che non apre spazi a orizzonti di speranza e ci rende nostalgici della polis che era il luogo permanente alimentato e vigilato dal cittadino. È da lì, dal basso, che possono emergere germi di ripresa.
Carlo Borgomeo lancia in questi giorni un messaggio che potrebbe costituire un itinerario di rinascita di quel mondo appartenente ad un tempo secolarmente lontano nell’affermare con determinazione che “nel Non Profit esistono grandi potenzialità di occupazione giovanile” e con esso si possono togliere dalla strada questi adolescenti a rischio. Qualche tempo addietro Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud, fu tra noi a Campobasso per sostenere con mons. Bregantini, in un pubblico e affollato convegno, il progetto di avvio della Fondazione Molise/Comunità nata il 28 ottobre 2010. Un cammino purtroppo interrotto con motivazioni oggi ricorrenti e ribadite dal nostro vescovo in un’assemblea del 30 luglio 2013, sottolineando “la valenza sociale ed economica del progetto intrapreso, che ha prodotto iniziative sociali, ma nello stesso tempo evidenziando come il momento storico che stiamo vivendo non fosse favorevole allo sviluppo di tale progetto”. Che si sia trattato di una rinuncia all’intraprendenza e un ripiegamento alla siccità di una quotidianità impregnata di lamentazioni da parte dei deboli e di corruzione diffusa da parte di chi gestisce i poteri, oggi lo costatiamo tutti.
Ma, andare oltre oggi si può…? Il ripiegarsi negli spazi ristretti di piccoli gruppi, associazioni, club di ogni genere non gioverà alla promozione del cambiamento. La storia lo ha da sempre testimoniato. Oggi rischiamo di assuefarci alla quotidiana cronaca nera che soffoca ogni seme di futuro umanitario.
Eppure indici di speranza si colgono anche da noi in questa terra ristretta del Molise che vanta anche una storia di alto valore culturale e civile e che in questi giorni fornisce segnali di cambiamento che vengono da campi diversi. Non ci ha decisamente sorpreso la campagna di rivendicazione civile sviluppata da gente di ogni età in quel territorio matesino che ha respinto il pessimo progetto di insediamento di biomasse a ridosso del comune di Campochiaro? E in aggiunta occorre dare rilievo all’iniziativa di Alberto Conti, sacerdote che a Trivento per tanti anni ha dato vita a iniziative di spessore cristiano e di testimonianza sociale con la Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino” e che in questi giorni ha suscitato scalpore con la stesura e presentazione di un quaderno della solidarietà dal significativo titolo “Rompere gli schemi per creare il nostro futuro”. La presentazione del documento a Trivento ha registrato una folla enorme di persone e associazioni, provenienti da ogni angolo del Molise, che hanno preso parte alla presentazione del libro che riporta un quadro sintetico circa i problemi del territorio diocesano del triventino: popolazione, emigrazione, invecchiamento, natalità e mortalità, servizi pubblici in calo, attività lavorative, conduttori di aziende e attenta descrizione delle attività e dei pregi delle medesime enumerate singolarmente. E, di non poco rilievo, nella iniziativa del 6 dicembre si è assistito ad un dialogo aperto e volto a lanciare messaggi di intesa e di programmazione comune tra i presidenti delle due regioni, Abruzzo e Molise, che rientrano nel territorio della diocesi di Trivento.
In un recente messaggio, tracciato in occasione della venuta di papa Francesco in Molise e reso pubblico e diffuso tra amici e sostenitori della sua opera, don Alberto ci stimola riportando e ampliando un passaggio pronunciato dal Rettore dell’Università del Molise e ribadita dal papa medesimo: “Rompere gli schemi per andare avanti, per essere creativi trovando così le nuove strade del futuro. Bella definizione teologica, l’ha definita papa Francesco, per me è anche un’indicazione politica, un invito che tutti debbono accogliere nel loro cuore e nella loro mente facendone la linea guida della loro azione. Mi riferisco naturalmente agli uomini e alle donne impegnati nel servizio delle istituzioni e della comunità, ma anche a tutti noi perché le colpe e le omissioni degli altri non debbono farci essere indulgenti nei confronti delle nostre”.
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