rut   di Carolina Mastrangelo
27 Aprile 2012 Share

rut di Carolina Mastrangelo

 

Allora Booz disse a Rut: “Ascolta figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo ma rimani qui…” (Rt 2,8).

             Solo nei campi ubertosi di Booz mi fu dato di spigolare. Lo vedevo passare nei pomeriggi assolati della mietitura, forte di ricchezza e lealtà, lasciandomi dietro orzo e frumento, bacche sulle siepi per calmare la mia fame e acqua negli orci per placare la mia arsura. Mi parlava con parole di tenerezza e sapeva consolare il mio cuore smarrito di straniera. Io baciavo le zolle appena schiacciate dalle sue orme e mi sembrava vi nascessero fiori.

Spigolavo fino a sera, quando la luna rischiarava tutto l’arco del cielo e il buio riaccendeva in me il ricordo del mio sposo perduto e i desideri a stento sopiti (impossibile fuggire le musiche sorgenti dal caldo ancora vivo del tuo corpo!).

Non per aver perso il senno e il pudore, ma per consiglio di Noemi, la mia dolce suocera, una notte, profumata e nascosta nel mio velo, andai a cercare Booz mentre dormiva sull’aia a guardia dei covoni. Lo raggiunsi nel giaciglio e, sollevato un lembo del suo mantello, mi coricai ai suoi piedi aspettando che mi prendesse tra le braccia. Si svegliò con un brivido e mi guardò, colomba adorna di giovinezza e dedizione. Decise allora di tenermi per la vita e non fece falò del mio decoro.☺

carolinamastrangelo51@gmail.com

 

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