S.o.s. giovani
1 Marzo 2014 Share

S.o.s. giovani

É vero. Molti giovani non guardano oltre quelli che pensano siano i loro compiti, forse non guardano nemmeno a fondo negli stessi. Seguono le lezioni a scuola, tornano a casa, si mangia, si studia, si pratica sport, si ascolta musica; e il sabato sera una birra, due, tre, qualche festa, occasioni per ritrovare gli amici. Altrettanto vero è che riteniamo i nostri genitori una barriera che ci difende dal mondo, soldati in guardia davanti ad una grotta nella quale viviamo “protetti”, come i prigionieri raccontati da Platone nel mito della caverna, impossibilitati a causa delle catene dell’ignoranza ad avere una reale conoscenza del mondo, simboli di una condizione umana vincolata dall’illusione, dall’apparenza, vittime inconsapevoli d’inganno. I genitori ci fanno intendere che noi non siamo capaci di badare a noi stessi e noi li ringraziamo per esserci. Oh sì, infinite grazie. E intanto presto ci ritroveremo stranieri in un mondo a noi sconosciuto.

Molti giovani hanno i paraocchi, ma non tutti. C’è anche chi accende la tv non solo per guardare film ma per capire come sta camminando il mondo accorgendosi di non riuscire a tenere lo stesso passo, c’è anche chi sa di non potersi fidare di alcuno perché la verità verrà sempre celata dalla falsità. C’è anche chi ormai ha perso le speranze e chi cerca perlomeno di continuare a stare in piedi. C’è ancora qualcuno che si arrabbia, che non ci sta, pronto a ribellarsi, a pretendere, a lottare affinché qualcosa cambi.

Nel dicembre 2012, quando fondai il Collettivo Orme a Santa Croce di Magliano, speravo che sarei riuscita a raggruppare giovani con ideali, forza di volontà, determinazione, sogni, progetti comuni. Sperare è diverso da credere. Eppure sono ancora convinta non si tratti tanto di cecità quanto di pigrizia. Ma sì, ma chi ce lo fa fare. Questo collettivo è nato come un’associazione studentesca all’inizio formata dai soli studenti del liceo di Santa Croce che ne avrebbero voluto far parte; ora è  estesa anche ai giovani dei paesi limitrofi, per cui gli interessati possono contattarci (collettivoorme@gmail.com) e/o iscriversi al gruppo facebook Collettivo Orme e visitare l’omonima pagina.

Quei genitori che tanto proteggono i figli non sanno che arriverà un momento in cui questi resteranno soli? Cari giovani, se poi non siete in grado di aiutarvi è perché non siete stati abituati, non perché non ne siete capaci. Dubito che ci sarà qualcuno a tendervi la mano. Sì, i giovani sono il futuro, ma le basi per lo stesso vanno consolidate ora. É al presente che dobbiamo pensare, e credo che i ragazzi che collaborano con me al collettivo l’abbiano iniziato a capire. Il nostro attuale progetto era (è?) quello di fondare un book crossing, un incrocio di libri: avremmo chiesto a chiunque di portare dei libri da scambiare con degli altri, magari creando nella “nostra” sede (oltre ad una biblioteca) anche un’aula studio, avere un pc, una connessione ad internet, il tutto aperto a chiunque voglia usufruirne.

Ma proprio ora che i nostri protagonisti stavano iniziando a camminare felici e determinati verso la loro meta, ecco che trovano un muro con le firme di coloro che vogliono impedire loro di raggiungerla… Purtroppo non è una favola, il lieto fine sarebbe assicurato.

Sono convinta che i giovani, restando in silenzio, non comportano fastidio ai grandi, non creano preoccupazioni, non fanno scattare alcun campanello d’allarme. Noi invece che vogliamo sentirci parte attiva e concreta di questa piccola realtà siamo stati subito messi da parte dal comune, dalla parrocchia: non c’è un armadietto con le chiavi per noi, non c’è una sede che possiamo definire nostra, non c’è modo di fare alcuna cosa. E non si tratta di leggi, di burocrazia, di impossibilità varie ma di egoismo, di gelosia, di spirito di protagonismo esclusivo.

Forse la scrittura è la forma di protesta più emarginata perché più silenziosa, eppure, consapevole che pochi leggeranno questo articolo, è a loro che riservo la mia fiducia e la mia richiesta di aiuto, un SOS, come quei segnali di fumo visti solo da chi se n’è voluto accorgere.

Quanto vorrei che le nostre orme non passassero inosservate… ma non perché vengono cancellate con la stessa velocità di quelle tracciate in riva al mare.

La nostra non è una favola ma una storia vera, una storia diversa. Il seguito, scriviamolo insieme. ☺

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