San Giuliano di Puglia: il tramonto del sindaco | La Fonte TV
Alcuni genitori del Comitato vittime hanno manifestato risentimento per quanto è stato recentemente scritto su San Giuliano. Quello che è successo in questo paese è stato raccontato, nel corso di questi anni, in tanti modi ma tutti con un comune denominatore: narrare una tragedia i cui effetti sono stati così devastanti da alterare definitivamente molti equilibri. Non è forse vero che il non esser stati coinvolti direttamente nel dolore, poiché tale è stato solo per le mamme ed i papà, ha favorito il risveglio di appetiti di vario genere in molte persone? Non è forse vero che, mentre i genitori si straziavano per la perdita dei loro bimbi, questi signori ne hanno approfittato per porre le basi e costruire un futuro personale e familiare neanche lontanamente immaginabile in precedenza? Vanesi assetati di potere bramato per anni, vittime di altrui servigi, non si sono lasciati sfuggire l’occasione propizia che questo miracolo potesse offrire loro.
Dopo un tormentato processo, durato più di cinque anni, la suprema Corte ha sentenziato la colpa umana con conseguente risarcimento economico del danno. Dopo la lettera aperta indirizzata al ministro Kienge, in visita a San Giuliano, viene sollevata tra l’altro una questione di fondo: il sindaco, chiedendo al ministro di assumere qualsiasi iniziativa atta alla risoluzione dell’annoso problema delle provvisionali, non crede che la somma anticipata dall’Agenzia di Protezione Civile sia un prestito da parte dello Stato. Ci si chiede allora: i genitori delle vittime della scuola “Jovine” possono ancora sperare nel saldo delle provvisionali o devono aspettare che il Comune saldi o assicuri di saldare l’anticipo dato? Il sindaco si è reso conto che la somma in questione è un prestito o lo sapeva già ai tempi della Determina Dirigenziale dello scorso anno? Se prestito è, come faremo noi tutti a risarcire il danno civile ai poveri genitori visto che più della metà di loro ha già promosso giudizio innanzi al Tribunale Civile di Campobasso? Dove verranno presi tutti questi soldi se non ci sarà un intervento statale ad hoc? Saremo costretti ad alienare i beni comunali qualora lo Stato assentisse? Cosa farà il prossimo sindaco sul quale graverà questo macigno di non poco conto? Il paese è ancora in vendita?
Più che risentiti verso chi scrive si dovrebbe essere incazzati verso chi non dà contezza su come risolvere il problema, ammesso che ne abbia capacità e volontà. Le norme varate per il post sisma, seppur discutibili, hanno permesso a chi ha amministrato di poter operare con margini molto ampi e diversi dipendenti sono stati assunti e stipendiati in base ai criteri personalistici del sindaco. C’è stato il caso dell’arsenico e del piombo sotterrato cui ad oggi non è stata data risposta definitiva, ma soltanto una comunicazione di rientrato allarme perché, pur essendo i livelli rilevati più alti di quelli stabiliti dal famigerato laboratorio di Noceto, essi sarebbero comunque entro i limiti di legge. La domanda è sempre la stessa: ma come ci sono arrivati? Come non ricordare le motivazioni delle dimissioni nel 2007 di un importante collaboratore del sindaco che prevedeva percorsi bui e forieri di eventi gravidi di responsabilità?
Nel post terremoto sono state enunciate le famose battaglie silenziose del sindaco contro la possibilità di infilare pale eoliche nel terreno antistante una delle abbazie più antiche della zona, mentre altri poveri sprovveduti facevano sentire la loro voce in piazza. Ci piacerebbe capire come si combatte silenziosamente. Nel Paese ricostruito c’è una grandissima struttura destinata a scuola e università (per questo chiediamo al Ministro della Pubblica Istruzione di inventarsi qualche nuova facoltà, per avere speranza di qualche studente presente), ma a parte la fugace apparizione di un Call Center, durante la quale si è dato ampio spazio ad atteggiamenti borbonicamente discutibili, oggi non resta nient’altro che qualche mosca morta sui mobili. Per non parlare di tutto il resto che adorna contrada Rangi o della ridicola trovata dei ragazzi giapponesi pronti a disintossicarsi nel Villaggio. A proposito mentre si aspetta ardentemente la venuta degli extra-comunitari il Villaggio viene quotidianamente spogliato sotto gli occhi di tutti. Tanto lo Stato dovrà tirare fuori i nostri soldi quando diventeremo ospitali!
Assistiamo affranti al tramonto del sindaco, anche se la legge gli consentirà di ricandidarsi, senza aver mai visto né l’alba né tantomeno il meriggio.
Alla prossima.
Anonimus
Alcuni genitori del Comitato vittime hanno manifestato risentimento per quanto è stato recentemente scritto su San Giuliano. Quello che è successo in questo paese è stato raccontato, nel corso di questi anni, in tanti modi ma tutti con un comune denominatore: narrare una tragedia i cui effetti sono stati così devastanti da alterare definitivamente molti equilibri. Non è forse vero che il non esser stati coinvolti direttamente nel dolore, poiché tale è stato solo per le mamme ed i papà, ha favorito il risveglio di appetiti di vario genere in molte persone? Non è forse vero che, mentre i genitori si straziavano per la perdita dei loro bimbi, questi signori ne hanno approfittato per porre le basi e costruire un futuro personale e familiare neanche lontanamente immaginabile in precedenza? Vanesi assetati di potere bramato per anni, vittime di altrui servigi, non si sono lasciati sfuggire l’occasione propizia che questo miracolo potesse offrire loro.
Dopo un tormentato processo, durato più di cinque anni, la suprema Corte ha sentenziato la colpa umana con conseguente risarcimento economico del danno. Dopo la lettera aperta indirizzata al ministro Kienge, in visita a San Giuliano, viene sollevata tra l’altro una questione di fondo: il sindaco, chiedendo al ministro di assumere qualsiasi iniziativa atta alla risoluzione dell’annoso problema delle provvisionali, non crede che la somma anticipata dall’Agenzia di Protezione Civile sia un prestito da parte dello Stato. Ci si chiede allora: i genitori delle vittime della scuola “Jovine” possono ancora sperare nel saldo delle provvisionali o devono aspettare che il Comune saldi o assicuri di saldare l’anticipo dato? Il sindaco si è reso conto che la somma in questione è un prestito o lo sapeva già ai tempi della Determina Dirigenziale dello scorso anno? Se prestito è, come faremo noi tutti a risarcire il danno civile ai poveri genitori visto che più della metà di loro ha già promosso giudizio innanzi al Tribunale Civile di Campobasso? Dove verranno presi tutti questi soldi se non ci sarà un intervento statale ad hoc? Saremo costretti ad alienare i beni comunali qualora lo Stato assentisse? Cosa farà il prossimo sindaco sul quale graverà questo macigno di non poco conto? Il paese è ancora in vendita?
Più che risentiti verso chi scrive si dovrebbe essere incazzati verso chi non dà contezza su come risolvere il problema, ammesso che ne abbia capacità e volontà. Le norme varate per il post sisma, seppur discutibili, hanno permesso a chi ha amministrato di poter operare con margini molto ampi e diversi dipendenti sono stati assunti e stipendiati in base ai criteri personalistici del sindaco. C’è stato il caso dell’arsenico e del piombo sotterrato cui ad oggi non è stata data risposta definitiva, ma soltanto una comunicazione di rientrato allarme perché, pur essendo i livelli rilevati più alti di quelli stabiliti dal famigerato laboratorio di Noceto, essi sarebbero comunque entro i limiti di legge. La domanda è sempre la stessa: ma come ci sono arrivati? Come non ricordare le motivazioni delle dimissioni nel 2007 di un importante collaboratore del sindaco che prevedeva percorsi bui e forieri di eventi gravidi di responsabilità?
Nel post terremoto sono state enunciate le famose battaglie silenziose del sindaco contro la possibilità di infilare pale eoliche nel terreno antistante una delle abbazie più antiche della zona, mentre altri poveri sprovveduti facevano sentire la loro voce in piazza. Ci piacerebbe capire come si combatte silenziosamente. Nel Paese ricostruito c’è una grandissima struttura destinata a scuola e università (per questo chiediamo al Ministro della Pubblica Istruzione di inventarsi qualche nuova facoltà, per avere speranza di qualche studente presente), ma a parte la fugace apparizione di un Call Center, durante la quale si è dato ampio spazio ad atteggiamenti borbonicamente discutibili, oggi non resta nient’altro che qualche mosca morta sui mobili. Per non parlare di tutto il resto che adorna contrada Rangi o della ridicola trovata dei ragazzi giapponesi pronti a disintossicarsi nel Villaggio. A proposito mentre si aspetta ardentemente la venuta degli extra-comunitari il Villaggio viene quotidianamente spogliato sotto gli occhi di tutti. Tanto lo Stato dovrà tirare fuori i nostri soldi quando diventeremo ospitali!
Assistiamo affranti al tramonto del sindaco, anche se la legge gli consentirà di ricandidarsi, senza aver mai visto né l’alba né tantomeno il meriggio.
Alcuni genitori del Comitato vittime hanno manifestato risentimento per quanto è stato recentemente scritto su San Giuliano.
Alcuni genitori del Comitato vittime hanno manifestato risentimento per quanto è stato recentemente scritto su San Giuliano. Quello che è successo in questo paese è stato raccontato, nel corso di questi anni, in tanti modi ma tutti con un comune denominatore: narrare una tragedia i cui effetti sono stati così devastanti da alterare definitivamente molti equilibri. Non è forse vero che il non esser stati coinvolti direttamente nel dolore, poiché tale è stato solo per le mamme ed i papà, ha favorito il risveglio di appetiti di vario genere in molte persone? Non è forse vero che, mentre i genitori si straziavano per la perdita dei loro bimbi, questi signori ne hanno approfittato per porre le basi e costruire un futuro personale e familiare neanche lontanamente immaginabile in precedenza? Vanesi assetati di potere bramato per anni, vittime di altrui servigi, non si sono lasciati sfuggire l’occasione propizia che questo miracolo potesse offrire loro.
Dopo un tormentato processo, durato più di cinque anni, la suprema Corte ha sentenziato la colpa umana con conseguente risarcimento economico del danno. Dopo la lettera aperta indirizzata al ministro Kienge, in visita a San Giuliano, viene sollevata tra l’altro una questione di fondo: il sindaco, chiedendo al ministro di assumere qualsiasi iniziativa atta alla risoluzione dell’annoso problema delle provvisionali, non crede che la somma anticipata dall’Agenzia di Protezione Civile sia un prestito da parte dello Stato. Ci si chiede allora: i genitori delle vittime della scuola “Jovine” possono ancora sperare nel saldo delle provvisionali o devono aspettare che il Comune saldi o assicuri di saldare l’anticipo dato? Il sindaco si è reso conto che la somma in questione è un prestito o lo sapeva già ai tempi della Determina Dirigenziale dello scorso anno? Se prestito è, come faremo noi tutti a risarcire il danno civile ai poveri genitori visto che più della metà di loro ha già promosso giudizio innanzi al Tribunale Civile di Campobasso? Dove verranno presi tutti questi soldi se non ci sarà un intervento statale ad hoc? Saremo costretti ad alienare i beni comunali qualora lo Stato assentisse? Cosa farà il prossimo sindaco sul quale graverà questo macigno di non poco conto? Il paese è ancora in vendita?
Più che risentiti verso chi scrive si dovrebbe essere incazzati verso chi non dà contezza su come risolvere il problema, ammesso che ne abbia capacità e volontà. Le norme varate per il post sisma, seppur discutibili, hanno permesso a chi ha amministrato di poter operare con margini molto ampi e diversi dipendenti sono stati assunti e stipendiati in base ai criteri personalistici del sindaco. C’è stato il caso dell’arsenico e del piombo sotterrato cui ad oggi non è stata data risposta definitiva, ma soltanto una comunicazione di rientrato allarme perché, pur essendo i livelli rilevati più alti di quelli stabiliti dal famigerato laboratorio di Noceto, essi sarebbero comunque entro i limiti di legge. La domanda è sempre la stessa: ma come ci sono arrivati? Come non ricordare le motivazioni delle dimissioni nel 2007 di un importante collaboratore del sindaco che prevedeva percorsi bui e forieri di eventi gravidi di responsabilità?
Nel post terremoto sono state enunciate le famose battaglie silenziose del sindaco contro la possibilità di infilare pale eoliche nel terreno antistante una delle abbazie più antiche della zona, mentre altri poveri sprovveduti facevano sentire la loro voce in piazza. Ci piacerebbe capire come si combatte silenziosamente. Nel Paese ricostruito c’è una grandissima struttura destinata a scuola e università (per questo chiediamo al Ministro della Pubblica Istruzione di inventarsi qualche nuova facoltà, per avere speranza di qualche studente presente), ma a parte la fugace apparizione di un Call Center, durante la quale si è dato ampio spazio ad atteggiamenti borbonicamente discutibili, oggi non resta nient’altro che qualche mosca morta sui mobili. Per non parlare di tutto il resto che adorna contrada Rangi o della ridicola trovata dei ragazzi giapponesi pronti a disintossicarsi nel Villaggio. A proposito mentre si aspetta ardentemente la venuta degli extra-comunitari il Villaggio viene quotidianamente spogliato sotto gli occhi di tutti. Tanto lo Stato dovrà tirare fuori i nostri soldi quando diventeremo ospitali!
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