sanità: punto e a capo
30 Giugno 2010 Share

sanità: punto e a capo

 

La crisi della sanità evidenzia i limiti del Piano di Rientro 2007/2009: un processo di riorganizzazione, rispetto al quale, la Cgil da subito aveva colto, e posto all’attenzione delle Istituzioni, i ritardi attuativi, a causa dei quali il Molise giungeva ad elaborare un Programma progettuale con quattro anni di ritardo ed un debito sanitario fuori controllo.

In questi tre anni i problemi si sono ulteriormente aggravati: lo stessa relazione del Commissario riconosce che gli effetti del Piano di Rientro dal deficit sanitario non risultano essere stati in linea con quelli programmati (scarsa efficienza sul versante della qualità e della quantità dei servizi erogati con pesanti ricadute sulla stessa economia di sistema). La risposta a tali criticità, ancora una volta, si concentra prevalentemente sul blocco del turn-over e il taglio di 300 posti letto che vanno ad aggiungersi ai 362 già precedentemente cancellati. Manca inoltre, come nel precedente Piano, una esaustiva progettazione rispetto alla riorganizzazione della rete ospedaliera e alla riqualificazione del territorio (rete delle strutture residenziali, semiresidenziali e assistenza domiciliare). Il Programma racchiude in sé enunciati troppo generici rispetto agli obiettivi volti a costruire una rete socio-sanitaria efficiente. Aspetto, questo, non secondario nel momento in cui lo stesso Ministero della Salute evidenzia disfunzioni in relazione alla qualità dei servizi, all’equità in termini di accesso e risposta al bisogno, all’appropria- tezza delle prestazioni e delle strutture, all’efficienza nell’uso delle risorse.

Da questi dati si comprende come la fonte degli sprechi è insita soprattutto nell’incapacità di realizzare un’assistenza primaria di qualità, attraverso la presa in carico dell’utenza da parte dell’Unità di Assistenza Territoriale. In tale ottica diviene fondamentale garantire: la corretta gestione dei percorsi di cura in collegamento con distretti, ospedale e servizi sociali; l’erogazione di cure domiciliari e di pronto intervento; l’erogazione diretta di alcune attività specialistiche. La realizzazione concreta, e non solo teorica, di un processo di assistenza socio-sanitaria territoriale di qualità diviene la modalità più efficace per garantire i livelli essenziali di assistenza, per ridurre l’ospedalizzazione impropria, per abbattere le liste di attesa, per aumentare l’appropriatezza, per rafforzare la prevenzione e l’educazione sanitaria, per ridurre i costi dei servizi. Dinanzi alla grave crisi  organizzativa e finanziaria della sanità molisana urge l’istituzione di una cabina di regia in grado di analizzare con la massima attenzione le seguenti tematiche di comparto:

– la misurazione esatta delle disfunzioni presenti nei vari presidi ospedalieri; nella riorganizzazione vanno valorizzate le buone pratiche e sanzionati i fattori di disorganizzazione;

– individuazione delle eccellenze riferite alla rete pubblica e privata; la costituzione di poli di eccellenza diviene strategico per contrastare la mobilità passiva e la perdita di fiducia verso la Sanità Molisana;

– analisi dello stato relativo allo sviluppo delle cure primarie; l’ospedalizzazione impropria si contrasta offrendo risposte sanitarie e socio-sanitarie complesse sull’intero territorio regionale;

– verifica dello stato relativo all’integrazione delle diverse figure professionali (Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Assistenti Sociali, Psicologi e Specialisti); la collaborazione delle diverse figure professionali è uno dei capisaldi della costruzione di un sistema sanitario vicino ai luoghi ove la popolazione vive e lavora;

– verifica della corretta erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.), che vanno garantiti in modo omogeneo in tutto il Molise; gli investimenti previsti in termini di innovazione tecnologica, come in tutti i settori, anche in quello sanitario, non può prescindere dal costante aggiornamento delle tecnologie applicate nella diagnostica e nella cura dei pazienti;

– la misura con la quale si intende realizzare l’Assistenza Domiciliare Socio-Sanitaria Integrata; la non auto-sufficienza, la necessità di interventi qualitativamente e quantitativamente idonei a soddisfare i tanti bisogni che tuttora non trovano risposte adeguate;

– analisi dettagliata dei bisogni del territorio, rispetto all’esatta ubicazione delle RSA; queste strutture devono rispondere qualitativamente e quantitativamente ai bisogni di una popolazione sempre più anziana ed affetta da patologie invalidanti.

L’insieme di questi interventi, non certo esaustivo, vuole soprattutto sottolineare come l’attuale sistema socio-sanitario necessiti di interventi chiari e capaci di favorire la creazione di un sistema “universalistico” di prestazioni e di servizi. Un’azione che, nella sua essenza, va rivolta a tutta la popolazione senza distinzione di genere, residenza, età, reddito e lavoro.

A tal fine si pone l’urgenza di attivare un confronto vero con l’insieme degli Organi di Rappresentanza Sociale. Un processo che impone di superare definitivamente la politica delle decisioni unilaterali, generiche e prive di una vera programmazione in grado di guardare al futuro della regione. ☺

a.miccoli@cgilmolise.it

 

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