Soldi e diritti
6 Settembre 2015 Share

Soldi e diritti

In questa caldissima estate 2015, spero che sotto l’ombrellone, tra un bagno e l’altro, molti di noi si siano resi conto della partita che si è giocata nella nostra Europa. Uno scontro epocale, i cui esiti sono tuttora incerti e gli scenari futuri ancora imprevedibili. Eppure, nella battaglia tra soldi e diritti, non si dovrebbe avere dubbio sulla scelta da compiere e non si dovrebbe esitare a decidere da quale parte stare.

Il problema è ormai culturale ed investe una società che troppo facilmente dimentica il prezzo del proprio progresso, in termini di costi sull’ambiente e sulla salute. Troppo spesso la filosofia che applichiamo è quella del “va bene finché ci va bene”, come se i problemi e le difficoltà fossero qualcosa che appartiene ad una scarna minoranza colpita da chissà quale castigo biblico per aver compiuto chissà quali aberranti azioni. La realtà è disarmante ed è tremendamente semplice: la vecchiaia, la malattia, la disabilità sono condizioni umane così come la bellezza, la salute, il vigore. Le prime tre sono solo più difficili da gestire e richiedono più forza, spesso anche perché la parte del mondo che non le condivide ne nega persino l’esistenza. Non c’è regola  e non c’è spiegazione. Esistono tutte. La consapevolezza di essere effimeri dovrebbe unirci ed invece ci divide, come se negare la malattia, negare la vecchiaia o la condizione di disabilità, ci rendesse immuni dall’ammalarci, dall’invecchiare o dal perdere le nostre abilità.

Eppure difendere i nostri diritti è l’unica arma che abbiamo per restare umani. Più della malattia, più del dolore, uccide la povertà di mezzi e la solitudine. L’ indifferenza non produce mai futuro.

Parliamo di persone, e restiamo in Europa. Ha fatto commuovere il mondo intero la storia del bimbo inglese Bailey Matthews che a soli 8 anni, pur avendo una paralisi cerebrale dovuta alla nascita prematura, è riuscito a completare una gara di triathlon (nuoto, bici e corsa). Bailey ha completato da solo le gare nelle tre specialità e negli ultimi metri della corsa ha persino mollato il suo ausilio (creato ad hoc dai suoi familiari) per tagliare da solo il traguardo. L’immagine di Bailey però non dovrebbe commuoverci, dovrebbe scuoterci. Infatti non ha alcun senso commuoversi per Bailey per quello che ha fatto nonostante i suoi limiti, ma bisognerebbe lodarlo perché ha saputo andare oltre i suoi limiti e perché  ha saputo sfidare se stesso.

Non è il solo. Anche la nostra regione può vantare un’atleta eccezionale. Si chiama Paola Giorgetta, è di Montemitro, ha 24 anni ed ha partecipato all’edizione degli Special olimpic Games di Los Angeles, giochi riservati ad atleti con disabilità intellettiva, sostenuta – ci fa piacere – anche dall’ Assessorato alle politiche sociali della Regione Molise. Paola, che si è sempre allenata nella piscina di San Salvo, ha vinto la medaglia d’oro nei 25 metri dorso e la medaglia di bronzo nei 50 metri stile libero. A lei va tutta la nostra ammirazione. Abbiamo bisogno di molisani coraggiosi che ci insegnino a non arrenderci ed a sognare grandi successi. E ad osare di chiedere di più, a noi stessi ed agli altri.

È proprio questo il senso profondo della scelta tra la politica del soldo e la politica dei diritti. Dietro la prima c’è un effimero benessere, dietro la seconda ci sono le persone. La politica del soldo ha deturpato il nostro paesaggio, ha inquinato le nostre acque,  ha roso il nostro diritto alla salute e impoverito tanti molisani, trattati come merce sacrificabile. Anche nella gestione delle più terribili emergenze che la nostra regione abbia mai avuto – terremoto ed alluvione – è prevalsa la logica del soldo e della spartizione tra pochi.

Ancora oggi cambiano le bandiere, ma non le facce. Cambiano i governi regionali, ma non le logiche. Sappiate che il nostro futuro potrà essere rapido come una metropolitana e profondo come un tunnel, ma ci sarà impedito sorridere guardando il sole.  ☺

 

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