sosteniamo il cambiamento   di Michele Petraroia
2 Febbraio 2013 Share

sosteniamo il cambiamento di Michele Petraroia

 

Con troppa approssimazione ci si è convinti che Berlusconi, dopo gli obbrobri inflitti agli italiani per un ventennio, si fosse autoarchiviato negli scaffali del passato, incamminandosi sul declino dorato del viale che porta al mausoleo, che si è fatto costruire per magnificare la propria vanagloria, nella villa dove ha dato prova delle sue arti in ogni campo dei divertimenti umani non facendosi mancare assolutamente nulla. Ma da consumato manipolatore mediatico, capace con sfrontatezza di vendere il gelato agli eschimesi gabellandolo per una bevanda calda, ha lanciato una sfida a se stesso, per dimostrare la smemoratezza italica e ottenere un risultato elettorale che tenga in scacco il futuro parlamento. Nel suo sforzo titanico può far affidamento sulla pavidità dei suoi colonnelli, sul servilismo di un centrodestra che ha smarrito i tratti dell’autorevolezza di altre fasi storiche, sulle divisioni dei suoi avversari e sulla tifoseria dei tanti furbastri che si ingegnano a turlupinare il prossimo in una dimensione di vita in cui l’idolatria del danaro, i consumi facili e gli sfarzi sono gli unici comandamenti da seguire.

Il Prof. Mario Monti, ringalluzzito da un anno di bastonate inflitte ai lavoratori e ai pensionati, si è lasciato incantare dai centristi che si nascondono sotto le sue vesti per sopravvivere politicamente, illudendosi di vincere le elezioni coi voti dei tartassati e degli spremuti. Il senatore a vita non conosce l’indole del nostro popolo a differenza del cavaliere di Arcore e al massimo potrà raccattare qualche poltrona per consentire agli uomini più fidati di Casini e Fini di tornare a sedersi sugli scranni di Montecitorio.

Il centrosinistra ha coinvolto 3,5 milioni di cittadini per le primarie socializzando la proposta di governo “Italia per il Bene Comune” sottoscritta da PSI-SEL e PD, con un’impostazione ideale e programmatica vicina al socialismo europeo, al solidarismo cattolico e ai democratici americani. Pierluigi Bersani si è messo in discussione accettando di sottoporsi alle Primarie e dalle previsioni il PD si attesterebbe sul 35% dei voti, con l’alleanza al 40%, che se confermati permetterebbero di vincere con una larga maggioranza alla camera dei deputati e sul filo di lana al senato.

Il resto delle formazioni politiche di sinistra si è costituita in un cartello elettorale insieme all’Italia dei Valori sotto il simbolo di Antonino Ingroia – Rivoluzione Civile e nelle proiezioni di voto oscilla tra il 4 ed il 5%. Il meccanismo che regola la composizione del senato si basa su premi regionali assegnati alla coalizione che vince in quel territorio e, per imbrigliare Bersani, il PDL sotto l’abile regia di Berlusconi si è alleata con tutti per impedire la vittoria del centrosinistra. Rispunta l’idillio con la Lega Nord, si imbarcano Storace e le formazioni di estrema destra, si investe su Grande Sud, MPA, Fratelli d’Italia e altre formazioni locali, pur di acciuffare i premi di coalizione in Sicilia, Campania, Calabria, Veneto e Lombardia.

Tra gli avversari di Berlusconi non si prende atto che con quelle procedure elettorali bisogna evitare di fare ulteriori regali alla destra con scontri, risse e polemiche inconcludenti tra Monti, Ingroia e le formazioni di centrosinistra. Non si riesce a comprendere che, sul piano politico, la sconfitta del PDL e la vittoria di uno schieramento composto da PSI-SEL e PD porrebbe termine al ventennio berlusconiano e aprirebbe una nuova stagione istituzionale, amministrativa e sociale in Italia. Si scambia il dito per la luna accapigliandosi anche in Molise su vicende secondarie per giustificare il sadico autolesionismo che serve a sostenere che tra due ex-segretari della Margherita sussistano differenze abissali tra chi di loro si candida al Senato col PD e chi si candida con Ingroia. Eppure è chiaro a tutti che il 26 febbraio, se al senato ci saranno 159 senatori di PD-SEL-PSI, il capo dello stato dovrà incaricare Pierluigi Bersani di formare il governo della repubblica col baricentro politico più spostato a sinistra della storia. Perché ad un quadro lineare, coerente e limpido come questo che vedrà impegnati tra i Ministri, Niki Vendola, Stefano Fassina e tanti altri esponenti vicini al mondo del lavoro, del sociale, dei diritti civili, della laicità e del pacifismo, c’è chi scientemente intende svolgere la funzione di cavallo di Troia di Berlusconi? 

La sinistra dia prova di saggezza, serri i ranghi, unisca le forze, vinca le elezioni e vada a tracciare, da postazioni di governo, la strada per far ripartire il lavoro, preservare i diritti universali di cittadinanza, tutelare i più deboli e rispondere alle mille urgenze delle comunità locali. Non saranno Grillo che vuole sciogliere i sindacati, né Monti con le sue politiche d’austerità e tanto meno Berlusconi che ripeterà il furto con destrezza del seggio senatoriale molisano, a mutare in positivo le prospettive del nostro Paese. E una paralisi parlamentare ci esporrebbe nuovamente al tiro al piccione della speculazione dei mercati. Per questo dobbiamo cogliere l’ opportunità storica di eleggere a capo del governo un rappresentante della cultura socialista, democratica e laburista. ☺

petraroia.michele@virgilio.it

 

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