Spalanco la finestra
29 Marzo 2014 Share

Spalanco la finestra

Da un po’ di tempo le mie ossa, i movimenti rallentati, le “distrazioni” sempre più frequenti, la ricerca di una quotidianità tanto silenziosa quanto necessaria, mi avvertono che la meglio gioventù è irrevocabilmente passata. E capita che in cucina, mentre sfaccendo o nel bel mezzo di una notte bianca, con gli occhi al soffitto, mi si srotola davanti il tappeto arabescato della memoria con le storie che ho vissuto e che non sempre ho capito, con le tragedie personali, i disastri collettivi, le stupende esperienze, i momenti felici… screziato, ora, di tanta nostalgia.

Non è detto, però, che ad una certa età, bisogna smettere di sognare; al contrario, noi ultra cinquantenni, più che mai abbiamo bisogno di sogni, di immaginazione, di inventiva e di audacia per ridare freschezza e senso nuovo alla vita e per fare dei nostri vuoti dei colmi.

Così, in questo mattino di incipiente primavera, spalanco la finestra larga come il mondo intero e in uno schizzo di biro che si pasticcia sulla pagina, ignorando il mio cuore sgualcito e i miei pensieri feriti… scrivo di alberi in fiore, pennelli che nel cielo cercano la tela; di bisbigli striscianti e danze leggere che aleggiano già nel mio giardino; di uccelli che architettano nidi dappertutto; di venti carezzevoli e canti di piogge dubbiose; di foglie d’edera che dilagano come un fiume in piena; di piccoli fiori spontanei, nati per serendipity al pari dell’amicizia, intensa e gentile, inaspettata e preziosa che sta rallegrando come un dono la mia vita.

E penso che qui, nella mia grande casa di fronte alla collina, imparo l’arte del silenzio, un silenzio che non è assenza di suoni, ma possibilità di percepire, di saper ascoltare e soprattutto di stupirsi del bello che ho intorno… aspettando parole che mi regalino un fremito di pelle e luce agli occhi.☺

 

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