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Spazio aperto: borghesia - rose - delirio effettivo - domande - gli aula39 | La Fonte TV
Borghesia
Ho visitato
i bagni della borghesia
lucidi tempi di maquillage
profumi uguali di bagni che temono la diversità
ordine di marmo
deodoranti di nome a simbolizzarne la vecchia rispettabilità
D’estate e d’invero si affacciano negli specchi preziosi
accentuati da abbronzature fuori stagione
incorniciati da pesanti pellicce
i visi delle donne borghesi
solcati da mille rughe
impietose testimoni di anime assenti.
Francesca Benedetti
rose
Poggiate su un muretto,
cariche di sole,
le rose s’offrono
piene di vigore
e danno al giorno
la bellezza pura
della loro forma.
Nel turgore dei petali
freme la vita:
il ronzio dell’ape,
il leggero tocco
della farfalla.
Giardini di maggio
che nel concerto
di profumi e colori
cantate lo splendore
della vita,
il ritorno della primavera!
Lina D’Incecco
delirio affettivo
Era lì che delirava
l’handicappato in un prato rannicchiato.
Col suo cane parlava con tenero affetto,
felice del bene a lui ricambiato.
Lungo la strada erano come accampati.
Passando ho potuto osservare
come in amoroso dialogo erano occupati.
Mi commossi nel sentirli bisbigliare.
Un delirio di affetto si propagava.
Quale avvenimento per me singolare!
Sembrava un evento che irradiava.
luce ed effetto che il cane incantava.
Un altro giorno, allo stesso punto,
l’uomo dormiva col cane a lui vicino.
M’apparve chiaro, nel mio cuore compunto,
che il cane guardava l’uomo come fosse un bambino.
La fantasia mi fa immaginare
quell’uomo addormentato in riva al mare.
Il cane, coccolato con grande amore,
quelle carezze sente ancora nel cuore.
Quel Fido è lieto e tanto onorato
se sente per l’affetto del padrone
che per strada a casa ha trovato.
Ora sono amici in umile magione.
L’amore vero, raro tra gli uomini,
s’accende puro tra l’uomo e il cane
e tante altre specie del regno animale
in cui si lotta per il bene e il male.
Alfonso D’Onofrio
domande
Mi domando chi sono e chi diventerò,
di quest’immagine allo specchio cosa me ne farò.
E come mai quando il mio lato peggiore riesco a mostrare,
c’è qualcuno che lo accetta e sceglie di restare.
Mi domando se la vita è un’altalena,
se io non sono che l’anello di una catena.
Mi domando cosa mi manca e che cos’è che voglio,
se supererò come un’onda il mio scoglio.
E al mattino, quando il cielo è sempre quello,
penso che quando piove non basta aprire un ombrello.
Mi domando se davvero i libri mi spiegano la vita,
cosa cambierà quando l’ultima pagina sarà finita.
E se le mie paure sono tutte in un’ombra,
se i miei dubbi sono un tunnel od una rotonda.
Mi domando se quando muoio scenderò all’inferno
se questa giustizia durerà in eterno.
Mi domando se sia meglio l’istinto o la ragione,
se il destino è soltanto rassegnazione.
Mi domando se avrò un futuro, e se l’avrò come sarà,
perché bene non vive chi una speranza non ha.
Mi domando se vale la pena aspettare
o piuttosto capire da che parte stare.
E se uso il mio tempo in maniera esatta
o plasmando l’inchiostro su di un pezzo di carta.
Mi domando perché ai politici il vitalizio
mentre il popolo cade da un precipizio.
E perché non scoppia una rivoluzione,
perché troppi son quelli che regnano dalle poltrone!
Mi domando perché i giovani, senza ideali,
non cercano invece una meta verso cui camminare.
Perché nemmeno si illudono in un cambiamento,
nonostante l’aria che respiriamo sia tutta inquinamento;
vittime sterili in questo strano universo
dove tutto prima o poi risulterà spento;
dove quando una fiammella, se ancora brucerà,
forse non si riuscirà a distinguere fra sogno e realtà,
forse non si è più in tempo per riconoscere la verità.
Mara Mancini
Borghesia
Ho visitato
i bagni della borghesia
lucidi tempi di maquillage
profumi uguali di bagni che temono la diversità
ordine di marmo
deodoranti di nome a simbolizzarne la vecchia rispettabilità
D’estate e d’invero si affacciano negli specchi preziosi
accentuati da abbronzature fuori stagione
incorniciati da pesanti pellicce
i visi delle donne borghesi
solcati da mille rughe
impietose testimoni di anime assenti.
Francesca Benedetti
rose
Poggiate su un muretto,
cariche di sole,
le rose s’offrono
piene di vigore
e danno al giorno
la bellezza pura
della loro forma.
Nel turgore dei petali
freme la vita:
il ronzio dell’ape,
il leggero tocco
della farfalla.
Giardini di maggio
che nel concerto
di profumi e colori
cantate lo splendore
della vita,
il ritorno della primavera!
Lina D’Incecco
delirio affettivo
Era lì che delirava
l’handicappato in un prato rannicchiato.
Col suo cane parlava con tenero affetto,
felice del bene a lui ricambiato.
Lungo la strada erano come accampati.
Passando ho potuto osservare
come in amoroso dialogo erano occupati.
Mi commossi nel sentirli bisbigliare.
Un delirio di affetto si propagava.
Quale avvenimento per me singolare!
Sembrava un evento che irradiava.
luce ed effetto che il cane incantava.
Un altro giorno, allo stesso punto,
l’uomo dormiva col cane a lui vicino.
M’apparve chiaro, nel mio cuore compunto,
che il cane guardava l’uomo come fosse un bambino.
La fantasia mi fa immaginare
quell’uomo addormentato in riva al mare.
Il cane, coccolato con grande amore,
quelle carezze sente ancora nel cuore.
Quel Fido è lieto e tanto onorato
se sente per l’affetto del padrone
che per strada a casa ha trovato.
Ora sono amici in umile magione.
L’amore vero, raro tra gli uomini,
s’accende puro tra l’uomo e il cane
e tante altre specie del regno animale
in cui si lotta per il bene e il male.
Alfonso D’Onofrio
domande
Mi domando chi sono e chi diventerò,
di quest’immagine allo specchio cosa me ne farò.
E come mai quando il mio lato peggiore riesco a mostrare,
c’è qualcuno che lo accetta e sceglie di restare.
Mi domando se la vita è un’altalena,
se io non sono che l’anello di una catena.
Mi domando cosa mi manca e che cos’è che voglio,
se supererò come un’onda il mio scoglio.
E al mattino, quando il cielo è sempre quello,
penso che quando piove non basta aprire un ombrello.
Mi domando se davvero i libri mi spiegano la vita,
cosa cambierà quando l’ultima pagina sarà finita.
E se le mie paure sono tutte in un’ombra,
se i miei dubbi sono un tunnel od una rotonda.
Mi domando se quando muoio scenderò all’inferno
se questa giustizia durerà in eterno.
Mi domando se sia meglio l’istinto o la ragione,
se il destino è soltanto rassegnazione.
Mi domando se avrò un futuro, e se l’avrò come sarà,
perché bene non vive chi una speranza non ha.
Mi domando se vale la pena aspettare
o piuttosto capire da che parte stare.
E se uso il mio tempo in maniera esatta
o plasmando l’inchiostro su di un pezzo di carta.
Mi domando perché ai politici il vitalizio
mentre il popolo cade da un precipizio.
E perché non scoppia una rivoluzione,
perché troppi son quelli che regnano dalle poltrone!
Mi domando perché i giovani, senza ideali,
non cercano invece una meta verso cui camminare.
Perché nemmeno si illudono in un cambiamento,
nonostante l’aria che respiriamo sia tutta inquinamento;
vittime sterili in questo strano universo
dove tutto prima o poi risulterà spento;
dove quando una fiammella, se ancora brucerà,
forse non si riuscirà a distinguere fra sogno e realtà,
forse non si è più in tempo per riconoscere la verità.
Mara Mancini
Spazio aperto: borghesia – rose – delirio effettivo – domande – gli aula39
Borghesia. Ho visitato i bagni della borghesia.
Borghesia
Ho visitato
i bagni della borghesia
lucidi tempi di maquillage
profumi uguali di bagni che temono la diversità
ordine di marmo
deodoranti di nome a simbolizzarne la vecchia rispettabilità
D’estate e d’invero si affacciano negli specchi preziosi
accentuati da abbronzature fuori stagione
incorniciati da pesanti pellicce
i visi delle donne borghesi
solcati da mille rughe
impietose testimoni di anime assenti.
Francesca Benedetti
rose
Poggiate su un muretto,
cariche di sole,
le rose s’offrono
piene di vigore
e danno al giorno
la bellezza pura
della loro forma.
Nel turgore dei petali
freme la vita:
il ronzio dell’ape,
il leggero tocco
della farfalla.
Giardini di maggio
che nel concerto
di profumi e colori
cantate lo splendore
della vita,
il ritorno della primavera!
Lina D’Incecco
delirio affettivo
Era lì che delirava
l’handicappato in un prato rannicchiato.
Col suo cane parlava con tenero affetto,
felice del bene a lui ricambiato.
Lungo la strada erano come accampati.
Passando ho potuto osservare
come in amoroso dialogo erano occupati.
Mi commossi nel sentirli bisbigliare.
Un delirio di affetto si propagava.
Quale avvenimento per me singolare!
Sembrava un evento che irradiava.
luce ed effetto che il cane incantava.
Un altro giorno, allo stesso punto,
l’uomo dormiva col cane a lui vicino.
M’apparve chiaro, nel mio cuore compunto,
che il cane guardava l’uomo come fosse un bambino.
La fantasia mi fa immaginare
quell’uomo addormentato in riva al mare.
Il cane, coccolato con grande amore,
quelle carezze sente ancora nel cuore.
Quel Fido è lieto e tanto onorato
se sente per l’affetto del padrone
che per strada a casa ha trovato.
Ora sono amici in umile magione.
L’amore vero, raro tra gli uomini,
s’accende puro tra l’uomo e il cane
e tante altre specie del regno animale
in cui si lotta per il bene e il male.
Alfonso D’Onofrio
domande
Mi domando chi sono e chi diventerò,
di quest’immagine allo specchio cosa me ne farò.
E come mai quando il mio lato peggiore riesco a mostrare,
c’è qualcuno che lo accetta e sceglie di restare.
Mi domando se la vita è un’altalena,
se io non sono che l’anello di una catena.
Mi domando cosa mi manca e che cos’è che voglio,
se supererò come un’onda il mio scoglio.
E al mattino, quando il cielo è sempre quello,
penso che quando piove non basta aprire un ombrello.
Mi domando se davvero i libri mi spiegano la vita,
cosa cambierà quando l’ultima pagina sarà finita.
E se le mie paure sono tutte in un’ombra,
se i miei dubbi sono un tunnel od una rotonda.
Mi domando se quando muoio scenderò all’inferno
se questa giustizia durerà in eterno.
Mi domando se sia meglio l’istinto o la ragione,
se il destino è soltanto rassegnazione.
Mi domando se avrò un futuro, e se l’avrò come sarà,
perché bene non vive chi una speranza non ha.
Mi domando se vale la pena aspettare
o piuttosto capire da che parte stare.
E se uso il mio tempo in maniera esatta
o plasmando l’inchiostro su di un pezzo di carta.
Mi domando perché ai politici il vitalizio
mentre il popolo cade da un precipizio.
E perché non scoppia una rivoluzione,
perché troppi son quelli che regnano dalle poltrone!
Mi domando perché i giovani, senza ideali,
non cercano invece una meta verso cui camminare.
Perché nemmeno si illudono in un cambiamento,
nonostante l’aria che respiriamo sia tutta inquinamento;
vittime sterili in questo strano universo
dove tutto prima o poi risulterà spento;
dove quando una fiammella, se ancora brucerà,
forse non si riuscirà a distinguere fra sogno e realtà,
forse non si è più in tempo per riconoscere la verità.
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