Spazio aperto: borghesia – rose – delirio effettivo – domande – gli aula39
3 Maggio 2014 Share

Spazio aperto: borghesia – rose – delirio effettivo – domande – gli aula39

Borghesia

Ho visitato

i bagni della borghesia

lucidi tempi di maquillage

profumi uguali di bagni che temono la diversità

ordine di marmo

deodoranti di nome a simbolizzarne la vecchia rispettabilità

D’estate e d’invero si affacciano negli specchi preziosi

accentuati da abbronzature fuori stagione

incorniciati da pesanti pellicce

i visi delle donne borghesi

solcati da mille rughe

impietose testimoni di anime assenti.

Francesca Benedetti

rose

Poggiate su un muretto,

cariche di sole,

le rose s’offrono

piene di vigore

e danno al giorno

la bellezza pura

della loro forma.

Nel turgore dei petali

freme la vita:

il ronzio dell’ape,

il leggero tocco

della farfalla.

Giardini di maggio

che nel concerto

di profumi e colori

cantate lo splendore

della vita,

il ritorno della primavera!

Lina D’Incecco

delirio affettivo

 

Era lì che delirava

l’handicappato in un prato rannicchiato.

Col suo cane parlava con tenero affetto,

felice del bene a lui ricambiato.

Lungo la strada erano come accampati.

Passando ho potuto osservare

come in amoroso dialogo erano occupati.

Mi commossi nel sentirli bisbigliare.

Un delirio di affetto si propagava.

Quale avvenimento per me singolare!

Sembrava un evento che irradiava.

luce ed effetto che il cane incantava.

Un altro giorno, allo stesso punto,

l’uomo dormiva col cane a lui vicino.

M’apparve chiaro, nel mio cuore compunto,

che il cane guardava l’uomo come fosse un bambino.

La fantasia mi fa immaginare

quell’uomo addormentato in riva al mare.

Il cane, coccolato con grande amore,

quelle carezze sente ancora nel cuore.

Quel Fido è lieto e tanto onorato

se sente per l’affetto del padrone

che per strada a casa ha trovato.

Ora sono amici in umile magione.

L’amore vero, raro tra gli uomini,

s’accende puro tra l’uomo e il cane

e tante altre specie del regno animale

in cui si lotta per il bene e il male.

Alfonso D’Onofrio

domande

 

Mi domando chi sono e chi diventerò,

di quest’immagine allo specchio cosa me ne farò.

E come mai quando il mio lato peggiore riesco a mostrare,

c’è qualcuno che lo accetta e sceglie di restare.

Mi domando se la vita è un’altalena,

se io  non sono che l’anello di una catena.

Mi domando cosa mi manca e che cos’è che voglio,

se supererò come un’onda il mio scoglio.

E al mattino, quando il cielo è sempre quello,

penso che quando piove non basta aprire un ombrello.

Mi domando se davvero i libri mi spiegano la vita,

cosa cambierà quando l’ultima pagina sarà finita.

E se le mie paure sono tutte in un’ombra,

se i miei dubbi sono un tunnel od una rotonda.

Mi domando se quando muoio scenderò all’inferno

se questa giustizia durerà in eterno.

Mi domando se sia meglio l’istinto o la ragione,

se il destino è soltanto rassegnazione.

Mi domando se avrò un futuro, e se l’avrò come sarà,

perché bene non vive chi una speranza non ha.

Mi domando se vale la pena aspettare

o piuttosto capire da che parte stare.

E se uso il mio tempo in maniera esatta

o plasmando l’inchiostro su di un pezzo di carta.

Mi domando perché ai politici il vitalizio

mentre il popolo cade da un precipizio.

E perché non scoppia una rivoluzione,

perché troppi son quelli che regnano dalle poltrone!

Mi domando perché i giovani, senza ideali,

non cercano invece una meta verso cui camminare.

Perché nemmeno si illudono in un cambiamento,

nonostante l’aria che respiriamo sia tutta inquinamento;

vittime sterili in questo strano universo

dove tutto prima o poi risulterà spento;

dove quando una fiammella, se ancora brucerà,

forse non si riuscirà a distinguere fra sogno e realtà,

forse non si è più in tempo per riconoscere la verità.

Mara Mancini

 

eoc

eoc