spazio aperto : mi batto per il lavoro  di Michele Petraroia
1 Dicembre 2013 Share

spazio aperto : mi batto per il lavoro di Michele Petraroia

Il 31 ottobre mancavano quattro ore al termine di scadenza fissato dalla ex-Cattolica per far scattare il licenziamento definitivo per 45 infermieri. Dopo mesi di tentativi e giornate frenetiche di relazioni, contatti e iniziative, ho fatto un’ultima telefonata a Milano che probabilmente si è sommata alla buona sorte ed è andata a segno. I lavoratori assiepati all’ingresso della Giunta Regionale alla vigilia della festa di ognissanti avevano composto coi lumini dei morti la scritta  “45 grazie” che spaccava il buio della notte. Non sapevano come sarebbe andata a finire ma ci avevano riconosciuto l’impegno e la dedizione regalandoci un’insperata emozione in una fase densa di dolori e sofferenze.
Negli stessi giorni era piombata in 153 case del Basso Molise la notizie funerea della chiusura dello stabilimento VIBAC di Termoli, lasciando increduli i lavoratori e le loro famiglie. Senza clamori chiamo a più riprese la proprietà della multinazionale ricevendo in cambio battute poco edificanti, con scarsissimi margini di disponibilità a rivedere una scelta assunta con una determinazione degna di miglior causa. Eppure grazie alla collaborazione dei lavoratori, del Presidente della Confindustria, dei sindacati e di diversi amministratori, è stato possibile riallacciare il filo sottilissimo che si era spezzato e nel giro di un mese, grazie al sacrificio dei dipendenti, la situazione si è capovolta con la stipula di un accordo di ristrutturazione che riapre la fabbrica e restituisce il sorriso a 153 nuclei familiari.
Due buone notizie dell’ultimo mese che si sommano all’inaugurazione dello stabilimento LAVAZZA a Pozzilli dove il gruppo industriale torinese ha investito milioni di euro per rilanciare la produzione di caffè e garantire posti di lavoro diretti e dell’indotto. In silenzio due grandi aziende allocate nel consorzio industriale di Termoli annunciano progetti di espansione con nuova occupazione stabile e a tempo indeterminato.
Mentre il Molise si diletta a dire di no agli immigrati, a dire di no alle mucche, e ad alimentare contrapposizioni anche sulla propria ombra, la Banca d’Italia fotografa nel rapporto economico il crollo del prodotto interno lordo e la drammaticità di una crisi che non si affronta con le polemiche spicciole sollevate ad arte, contro tutto e tutti, da parte degli stessi soggetti che per dodici anni non hanno mai visto, mai sentito e mai parlato su nessun argomento e su nessuna questione. L’approccio più efficace di questa fase deve essere sobrio, competente, teso al massimo coinvolgimento e proiettato alla risoluzione concreta dei problemi. Sarà pure vero che i problemi non si risolvono con gli ammortizzatori sociali ma assicurare a migliaia di famiglie molisane la possibilità di beneficiare di un reddito per soddisfare i propri bisogni essenziali è cosa buona e giusta. Aver ottenuto 15 milioni di euro per cassa in deroga e mobilità in deroga a fronte di 5 milioni che lo Stato ci aveva assegnato nel 2012 ha permesso a 3 mila famiglie di accedere ad un sostegno concreto scevro da filosofie dotte che di solito appassionano coloro che essendo sazi non credono a chi è a digiuno. È stata poca cosa e ne sono consapevole  aver attivato 1,2 milioni di euro per l’alta formazione, 1,8 milioni di euro per l’obbligo formativo triennale, 5 milioni di euro per la scuola dell’infanzia e le sezioni primavera nel triennio 2014-2016, 1,4 milioni di euro per la formazione continua e l’aggiornamento professionale degli occupati in favore delle aziende, 1,1 milioni di euro per la stabilizzazione dei precari, 1,9 milioni di euro per l’assistenza ai non autosufficienti, 2,3 milioni di euro nel riparto ai 7 ambiti territoriali di zona dei fondi per le politiche sociali, 2,2 milioni di euro sulla legge 98/2013 di messa in sicurezza degli edifici scolastici, 1,5 milioni di euro sull’apprendistato professionalizzante, 220 mila euro sui tirocini estivi più i 3 milioni della quarta annualità del bando giovani al lavoro che andrà in pubblicazione entro metà dicembre insieme a 1,9 milioni di euro per il credito d’imposta in favore delle aziende che trasformano i rapporti di lavoro da precari a tempo indeterminato.
Questi atti insieme alla condivisione delle difficoltà per le casse straordinarie scadute e rinnovate, per le liste di mobilità, la disoccupazione in deroga ed i progetti di tutela sociale delle fasce fragili, non rappresentano la soluzione ai problemi della regione, ma attestano la concretezza di un cammino efficace e la volontà di resistere di un territorio che vuole vivere e che intende superare la crisi devastante di questi anni. L’arte di Tafazzi in cui il Molise eccelle, in una competizione sfrenata e trasversale che unisce nostalgici e volpi che non avendo mai acciuffato l’uva asseriscono che è acerba, non apre spiragli né prospettive per la nostra terra. Occorre umiltà, lavoro, impegno e capacità d’ascolto, per distinguere il grano dal loglio e costruire tra mille contraddizioni e tanti errori un percorso possibile per un Molise attrattivo, competitivo, solidale ed equo. ☺
michelepetraroia@gmail.com

 

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