Speriamo che me la cavo
23 Maggio 2020
laFonteTV (3152 articles)
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Speriamo che me la cavo

Siamo in un periodo non solo italiano del condividere. Non condividiamo pane e denari, ma opinioni, anche se “al dunque” noi siamo un popolo solidale … e se non ci possiamo abbracciare, inviamo bacini virtuali.
Il virus “parassita”, pericoloso era e tale rimane: “io non so chi sia, non lo conosco, non capisco quello che affermano Tizio, Caio e … i Pilato di turno, ma condivido quello che dicono e mi adeguo”. La logica viene sostituita dalla opinione e da quel pericoloso “mi adeguo”: se io non conosco e non ho strumenti conoscitivi di tipo tecnico e scientifico nonché culturali per dire la mia, come posso “condividere” quanto afferma un altro nelle mie condizioni o quell’altro che è pieno di scienza? Un governo agisce in virtù dei propri poteri ed io posso prendere atto ed “adeguarmi in maniera responsabile”, che è altra cosa dal condividere e dal “mi adeguo”. Prendere atto significa sospendere l’opinione ed attenersi ai fatti ed alle norme emanate.
L’attuale “strana influenza”, codificata corona virus COVID-19 è un’influenza, “ci dicono”, per la quale non si ha il farmaco adatto a curarla in maniera significativa, se non, una volta contratta, starsene a casa propria per evitare di contagiare gli altri; nel caso diventi significativa, come per tutti i virus, in particolare se sconosciuti, è necessario recarsi nei reparti ospedalieri dove si presuppone abitualmente che ci sia gente in grado di curarci e proteggersi con i dovuti mezzi dalla possibile infezione dello strano virus.
Niente più da dire su una sanità pubblica portata allo sfascio “razionalizzato”, nonostante le “eccellenze declamate”? Forse che la mancanza di locali, strutture idonee, tamponi e quant’altro sia colpa dell’ammalato di turno o dell’inaspettato e poco gradito virus strano, incoronato pure? Caz. untore possibile sì, responsabile cittadino sì, accorto e previdente politico ed amministratore no. Beh, diciamocelo, la nostra sanità è decisamente migliore di quella della grande America, ma il “mica possiamo fare il tampone a tutti, tra l’altro le scorte son pure finite. Poi, pochi centri garantiscono risposte attendibili”, fa riflettere. Ah, già, pochi centri, perché gli ospedali li stanno chiudendo, in particolare nel Molise inesistente fino a ieri. Questo, forse, è uno dei problemi sul quale sarebbe opportuno che noi, chi governa e chi faceva parte della truppa di ieri, riflettessimo intanto che restiamo a casa!
In alcuni paesi, da tempo, vi è l’abitudine di girare abitualmente con mascherine protettive dai fumi di scarico degli autoveicoli e dai possibili accidenti presenti nell’aria: nessuno stato ha proibito la circolazione dei veicoli e ordinato alle ditte inquinanti di fermare la produzione. “Quelli che sanno” raccontano da tempo e declinano in vari modi che: il fumo fa male; la nuvoletta dell’industria altera l’aria respirata; la manipolazione industriale degli alimenti è fonte di malattie; le coltivazioni protette con i pesticidi, e via elencando, danneggiano l’acqua che beviamo ed alterano quello che mangiamo; le bombe scaricate su vari territori nell’altrove del mondo, fanno un po’ male a chi li riceve, anche se questi ne farebbero volentieri a meno; la malnutrizione, la povertà e le varie pestilenze, virus di altra generazione, che pare affliggano parecchia gente nell’“altrove mondo”, fa ogni giorno migliaia di morti. Nessuno stato ha cambiato il sistema né ha messo in quarantena i responsabili “untori”, conosciuti, di tali epidemie, anzi compartecipano in azioni guardando l’ andamento dei vari spread. Si dice e dicono che ormai siamo vittime di una psicosi collettiva. “Niente paura, gli uni; attenti a quelli che provengono dai focolai rossi e non sottovalutate quelli che vengono dal Nord Italia, gli altri”. Tutto l’altro Nord d’Europa e del mondo lo stiamo infettando sempre “il noi italiani del Nord, italiani che ci hanno soggiornato”. La Cina è lontana e per gli altri Europei si trattava di influenza, ma si stanno accorgendo che così non è. Certo, i nostri al governo hanno preferito azioni decisive, preventive e “correttive”. E bene hanno fatto.
Madonna mia cara, se penso, ma sì che ci penso, che se al governo nostro, fossero rimasti quelli dello stop a frontiere e barconi ed il focolaio rosso non fosse emerso nei territori dei “lumbard”, ma a Foggia, beh ci avrebbero messo tutti su un barcone e spediti in Africa, come già fanno con le scorie radioattive e tossiche.
Naturalmente, anche al Sud, come già capitato, ci sarebbero stati e ci sono quelli che “io non capisco, ma condivido anzi li voto pure” purché su quel barcone ci siano gli altri, soprattutto “quelli dell’altrove mondo”, non certo io che sono sano, non tossisco, non ho la polmonite, non mangio topi e sono un tifoso della Juve ma anche del Milan e pure dell’Atalanta!
Siamo alla deriva di opinioni funzionali al politico di turno, al PIL, ai conflitti economici di Stati liberisti, neoliberisti e/o aspiranti tali nonché di servizi segreti al soldo di qualche folle? Mah, a me sembra che sia un’evidenza di mal governi di ieri nazionali ed internazionali funzionali ai poteri di turno ed ai signori con il portafoglio ben fornito! E, atteso che tutti sono aggredibili dall’incoronato virus, questo sta dimostrando che il virus di una logica che ha perso la coerenza, è molto più diffuso del parassita incoronato.
Prevenire è sempre meglio che curare, reagire e/o reprimere; certo diventa discutibile se prima si snobbano le contraddizioni del sistema imperante e, come in casa nostra, si chiudono gli ospedali ed i reparti; comunque, considerati i vari richiami alla trasparenza ed alla responsabilità soggettiva, intanto stiamo a casa (!), sperando che gli attuali governi possano fare un’autoanalisi critica e che ai giornalisti venga la voglia di raccontarci nei particolari l’uso reale delle risorse rese disponibili dal nostro governo, dalla UE e dagli altri organismi internazionali nonché delle perdite (forse) o guadagni (sicuro) dei Signori dell’Economia.☺

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