speriamo nel cambiamento  di riformista85
29 Agosto 2011 Share

speriamo nel cambiamento di riformista85

 

La farsa è finita. Il “tutto va bene” sventolato ai quattro venti dal nostro incosciente presidente del Consiglio è diventato il massacro sociale dell’ultimo provvedimento varato dal Governo. Il grosso del sacrifico lo devono fare sempre gli stessi, quelli che lavorano e che pagano le tasse. La casta non si è toccata, ma ha scaricato tutto il peso della voragine finanziaria sulle spalle dei lavoratori. Hanno scherzato e giocato sulla nostra pelle, fregandosene di tutto.

Se prima avevamo qualche dubbio, ora abbiamo la certezza: il potere non è più al servizio del cittadino. La legalità è piegata ad interessi individuali. Si fa esibizione sfacciata della ricchezza. I diritti dei più deboli sono elargiti come assistenza. Ha ragione Nichi Vendola quando parla di distruzione dello stato sociale e di offesa alla dignità della persona umana. La democrazia, in questa fase, è ridotta a demagogia mediatica; si va affermando sempre più una mentalità utilitaristica, che elimina la distinzione tra ciò che è giusto e ingiusto. Ma se abbiamo uomini compromessi con illegalità e malcostume, che non si preoccupano del bene comune, è naturale che ci troviamo in una situazione di totale abbandono e difficoltà.

Non vogliamo essere pessimisti e speriamo che il risveglio della scorsa primavera in occasione della tornata elettorale amministrativa e dei referendum pervada tutto il Paese e ci faccia uscire dal torpore in cui siamo caduti diventando, in parte, corresponsabili del degrado della società. Il Governo ha dimostrato tutta la sua incapacità, rendendosi ridicolo di fronte ad una crisi che ha origini e cause lontane: lo abbiamo evidenziato più volte e oggi ribadiamo, ancora una volta, che la crisi oltre ad essere economica è soprattutto morale ed etica. Se non si blocca a monte la corsa al profitto a tutti i costi e la ricerca esclusiva dell’interesse personale, non ci sono provvedimenti che tengano. È una società destinata al fallimento.

La nostra Regione, ultima in tante cose, rischia di essere la prima a fallire per l’enorme debito cumulato in questi anni, sia per errori di strategia (il debito dei bond sta per esplodere) sia per scelte politiche. La fase che ci apprestiamo a vivere è molto importante e interessante. A metà ottobre si va al rinnovo del Consiglio regionale, con un Presidente che rischia di vincere solo per le divisioni del centrosinistra e quest’ultimo con la strana voglia di fare il bis delle elezioni amministrative provinciali. Nei cinque anni trascorsi avremmo dovuto costruire e formare la nuova classe dirigente: non solo non abbiamo fatto questo, ma nei momenti cruciali siamo diventati la stampella del governo Iorio per non perdere qualche piccolo privilegio e le briciole lasciate cadere dal tavolo dal Governatore.

Ora siamo di fronte ad un bivio, come ha detto qualche noto personaggio molisano: perdere le elezioni con dignità o perdere la dignità. Se continuiamo con le divisioni e le contrapposizioni perderemo il confronto elettorale perdendo anche la dignità. Se, invece, sapremo trovare la giusta coesione, superando gli individualismi e gli steccati ideologici possiamo anche perdere, ma con dignità. Nella  campagna elettorale il popolo molisano non vuole sentire ripetere solo attacchi alla presidenza Iorio: ormai i molisani sanno tutto e non hanno bisogno delle nostre grida. La gente vuole sapere che cosa vogliamo fare e come; che cosa proponiamo per ridurre il debito regionale e alleviare il peso fiscale che ormai incombe su tutti noi. La programmazione regionale per il prossimo settennio va fatta guardando alle necessità delle nostre terre e delle nostre realtà. A fare il contrario di quanto ha fatto Vitagliano, cioè nulla se non sperpero di soldi per consulenze e amicizie varie (ultima delibera della vergogna la dirigenza al dott. Gaspare Toci perché non poteva essere più rinnovato al nucleo di valutazione) non ci vuole molto.

Pensare di poter ridare anima alle zone interne deve essere uno degli obiettivi primari del documento programmatico del centrosinistra, utilizzando le risorse che verranno dalla prossima programmazione nazionale ed europea. Rispettare le regole, oggi sistematicamente violate, garantire la trasparenza dell’azione amministrativa ai cittadini, informarli, renderli partecipi non sono cose da marziani, ma azioni normalissime che in altre realtà e nazioni sono applicate quotidianamente. Lo Statuto è un passaggio fondamentale che deve coinvolgere tutta la cittadinanza, soprattutto dopo la bocciatura del testo elaborata dal Consiglio regionale che mirava solo a tutelare la casta. Va ridisegnata la mappa delle autonomie locali evitando inutili sprechi e rendendo meno disagevole la vita ai cittadini che hanno scelto di mantenere  i nostri paesi e per questo non possono essere offesi ed umiliati. Il coraggio di ridurre i costi della politica rinunciando a priori ad una parte dell’indennità: oggi un consigliere regionale tra indennità, contributo al gruppo, contributo per il “portaborse”, i rimborsi spese e missioni arriva a quasi 14.000 euro al mese. È uno scandalo!

Non aspettiamo le leggi ma diamo subito l’esempio: all’atto della candidatura venga firmato un manifesto etico che comprenda la dichiarazione di riduzione delle indennità devolvendo le somme ad interventi di natura sociale ed assistenziale, i settori che più saranno colpiti dalla forbice pazza di Tremonti che, pur di salvare i suoi amici banchieri, ha menato botte da orbi al ceto medio e al sistema del welfare italiano.

Noi siamo fiduciosi e speriamo nel cambiamento e nel rinnovamento della classe politica regionale. Il vento di ottobre spazzerà via le nubi e farà tornare il sereno anche sul nostro Molise.☺

riformista85@libero.it

 

eoc

eoc