spese facili
30 Giugno 2010 Share

spese facili

 

Finalmente la verità sulla bocca di Berlusconi e del Ministro Tremonti: anche l’Italia è in crisi. Non gioiamo assolutamente, anzi siamo ancora di più incavolati perché il Premier, pensando di giocare a nascondino sulla pelle della gente, ha negato l’evidenza dei fatti ed ha portato la Nazione ai limiti del tracollo economico.

Manovra dura, di lacrime e sangue, è tempo di tirare la cinghia. Ma non per tutti: non è costume dell’attuale classe dirigente distribuire equamente le risorse, figuriamoci i sacrifici che per molti si coniugano al presente, per la “casta” al futuro. Gli insegnanti e tanti altri lavoratori dipendenti hanno avuto subito il congelamento degli stipendi: circa l’11% in meno rispetto al salario che sarebbe spettato nel 2011. I Parlamentari forse una riduzione del 5% sulla sola voce indennità. In tempi di difficoltà l’esempio dovrebbe venire dall’alto e non imputare al basso ulteriori sacrifici.

Se invece di negare l’evidenza dei fatti il Governo avesse adottato interventi e politiche a sostegno della famiglia, forse oggi potremmo guardare al futuro con maggiore serenità. La grande sforbiciata ai trasferimenti annunciata a danno di regioni, province e comuni comporterà sicuramente un taglio ai servizi o un aumento di tasse. Effetto di tale provvedimento molto populista e superficiale saranno l’aumento della pressione fiscale e la diminuzione dei servizi. A pagare i meno abbienti che di più ricorrono ai servizi sociali e pubblici.

Al riguardo è molto significativa la dichiarazione del Presidente della Repubblica: “in questo momento sentirsi nazione unita e solidale, sentirsi italiani, significa riconoscere come problemi di tutti noi quelli che preoccupano le famiglie in difficoltà, quelli che nei giovani suscitano, per effetto della precarietà e incertezza in cui si dibattono, pesanti interrogativi per il futuro”.

Il mondo della politica avrebbe bisogno di una dieta radicale per tornare ad essere guida del Paese. In assenza di provvedimenti legislativi invitiamo i movimenti dell’associazionismo regionale e nazionale ad una campagna di mobilitazione per:

a) la riduzione delle indennità, diarie e gettoni della classe politica di almeno il 30%;

b) il divieto assoluto di cumulo di doppie indennità in caso di incarichi multipli (nella prima repubblica tanto vituperata era vietato);

c) la riduzione dei rimborsi elettorali ai partiti che non hanno diritto se non sono presenti in Parlamento (pensate a quanti oggi vivono con i soldi dello Stato, e quindi nostri, pur non avendo alcun eletto);

d) un drastico taglio ai numeri degli eletti a livello nazionale ed anche locale.

La stessa cosa dicasi sul piano regionale: è vergognoso che oggi un consigliere regionale tra diarie, indennità, gettoni e rimborsi superi abbondantemente i 12.000 euro mensili oltre quelli per i porta borse, i gruppi e le commissioni.

In Consiglio regionale giacciono proposte di legge per la riduzione dei compensi ma il presidente della Commissione competente, quel tale Antonino Molinaro più famoso per la storia del farro che per meriti politici, non ha mai posto all’ordine del giorno le proposte. Da aggiungere che nessuno della minoranza ha mai sollevato una pur minima eccezione o protesta per la mancata discussione di queste proposte di legge.

Sulla questione sanità è noto a tutti che il presidente Iorio è stato caldamente invitato ad uscire dalla sala e rispedito a casa con il suo piano di rientro che tale non era in quanto produceva e produce ulteriori debiti. Sono finite anche le risorse per continuare ad attingere mutui non per investimenti ma per coprire la spesa corrente. La finanza creativa di Vitagliano è agli sgoccioli: i danni causati sono irreparabili e porteranno nel breve periodo alla morte della regione. Con chi andremo a finire?

Non c’è limite per la “casta”. I presidenti delle fantomatiche commissioni speciali non ci pensano minimamente a rimettere l’incarico, a sciogliere le segreterie particolari e a ridurre le spese.

L’opposizione, se vuole essere veramente credibile, a nostro parere dovrebbe obbligare o chiedere spiegazioni a  chi di dovere sulla mancata  discussione delle proposte di legge per la riduzione delle indennità ai consiglieri regionali.

Noi speriamo in un risultato positivo. Sarebbe un bel segnale per una terra alla quale stanno togliendo la speranza del futuro.☺

riformista85@libero.it

 

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