Spopolamento. Il Molise a rischio estinzione
14 Agosto 2018
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Spopolamento. Il Molise a rischio estinzione

Molise a rischio anno zero: nel 2017 persi altri 2 mila abitanti

È in atto una emorragia continua: il Molise, come testimoniato dall’ultima rilevazione Istat, sta attraversando una fase persistente di calo demografico superiore alla media nazionale. Dal 2001 al 2017 la popolazione residente è passata dai 320 mila a 308 mila abitanti, ciò nonostante il graduale e sensibile aumento di immigrati che si sono stanziati nel nostro territorio.

La cruda realtà della condizione di criticità in cui si trova la ventesima regione sta tutta nella chiara evidenza dei numeri: al 31 Dicembre 2017 a fronte di 2.120 nascite si sono registrati 3.855 decessi con un saldo naturale che fa segnare un -1.735 a cui si aggiunge il saldo migratorio negativo che registra un -221. In totale al 31 Dicembre 2017 risultano 1956 residenti in meno rispetto al 1 Gennaio dello stesso anno. Il dato più alto negli ultimi quindici anni.

In provincia di Campobasso nel 2017 si sono persi 1.388 residenti mentre in quella di Isernia 568. Il calo demografico colpisce in modo molto più accentuato i piccoli centri delle aree interne ma non risparmia neppure i grandi comuni. Basti pensare che la città capoluogo di regione è scesa al di sotto dei 50 mila abitanti (49.300). Tra i centri intermedi che registrano il picco più alto in termini di diminuzione della popolazione si evidenziano Larino, passata a 6.730 abitanti, e Trivento che conta oggi 4.691 anime.

Ci sono poi interi comuni che rischiano l’estinzione poiché risultano privi di nascite. A Castelbottaccio, Molise, Montemitro, Pietracupa, Provvidenti, San Biase, San Giovanni in Galdo, Sant’Angelo Limosano in provincia di Campobasso e Castelpizzuto, Montenero Val Cocchiara, Pettoranello del Molise, San Pietro Avellana in provincia di Isernia, nel 2017 non è nato neppure un bambino.

L’allarme sul rischio che corrono soprattutto i piccoli comuni era già stato dato nei mesi scorsi dal team Rionero 2020 che, analizzando le variazioni della popolazione dal 1991 al 2017, ha osservato un calo generalizzato con percentuali di perdita molto alte nei comuni di Scapoli, Chiauci, Pietrabbondante, Poggio Sannita, Castelverrino, Pescopennataro, San Pietro Avellana e Capracotta con un calo di popolazione compreso tra il 30% e punte del 45%.

Secondo ‘Rionero 2020’, “i primi comuni che scompariranno nei prossimi trent’anni saranno: Castelverrino (2036), Poggio Sannita (2037), Pescopennataro (2039), Sant’Angelo del Pesco (2047), Pietrabbondante (2051); dal 2050 al 2100, i comuni a rischio scomparsa sono invece: San Pietro Avellana e Vastogirardi (2062), Pizzone (2069), Forlì del Sannio (2070), Castel del Giudice, Roccasicura e Belmonte del Sannio (2072), Cerro al Volturno e Scapoli (2078), Montenero Val Cocchiara (2093); i comuni che invece si estingueranno nel corso del ventiduesimo secolo saranno: Filignano (2100), Acquaviva d’Isernia e Pescolanciano (2101), Carovilli (2113), Rionero Sannitico (2125), Agnone (2148), Castel San Vincenzo (2158).

Il grido d’allarme sul rischio spopolamento in più occasioni è stato lanciato, di recente anche dalla stessa Caritas Diocesana di Trivento.

Nel corso della campagna elettorale che ha preceduto le elezioni regionali si sono susseguiti proclami e buoni propositi da parte dei rappresentanti di tutti e tre i poli in contrapposizione. Ora occorrono necessariamente risposte concrete in termini di investimenti pubblici per salvaguardare i servizi essenziali nei paesi più in difficoltà, anche attraverso l’adozione di una fiscalità di vantaggio che sostenga le aree interne. Nello stesso tempo occorre dar seguito, d’intesa con lo Stato Centrale, a un piano straordinario per il lavoro che porti al potenziamento delle infrastrutture, ad investimenti contro il rischio idrogeologico, all’innovazione nel campo dell’agricoltura e nel turismo sostenibile, dando seguito alle iniziative private già avviate dal basso e con successo da associazioni e professionisti, e senza più l’adozione di scelte clientelari che hanno portato il Molise fino allo stato attuale.☺

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