Il progresso e lo sviluppo non passano dall’asfalto, ma attraverso azioni attente e amiche del territorio. La vera e unica chance per il Molise è quella di pensare e agire in modo sostenibile poiché una regione così ricca di biodiversità e di territorio ancora poco contaminato dal cemento ha tutti i numeri per fornire un esempio di gestione “dolce” legata alla tradizione rurale e alle aree naturali. I vincoli ci sono e vanno sfruttati attraverso l’istituzione di aree protette (parchi e riserve regionali) in cui impiegare del personale, sviluppando un’agricoltura vicino alla natura e un turismo sostenibile se vogliamo che la nostra regione abbia un vero futuro. Molti politici regionali credono che lo sviluppo sia solo fatto di ruspe, sbancamenti, viadotti e colate di cemento o asfalto che non solo causano perdita di suolo e di biodiversità, diminuendo così il benessere della popolazione molisana, ma sono anche i veri responsabili dei futuri dissesti geologici e di una economia disastrata.
Dobbiamo iniziare a pensare come europei. Le “conquiste del progresso” modello anni ’60 ormai non funzionano più. Le opere megalitiche per favorire qualche decina di persone ed arricchire i soliti noti, non è francamente ciò che serve per il nostro territorio. Ma si sa che le colate di cemento e i mattoni danno visibilità e notorietà, gettando così fumo negli occhi a tutte quelle persone che credono che la ricchezza è nascosta sotto quei mattoni o viene dalla nuova strada. Nessuno fa o vuole fare considerazioni realistiche legate all’economia dei nostri piccoli centri ma preferisce raccontare favole che, nel tempo, resteranno tali o diventeranno incubi.
Cosa sta accadendo in Molise? Una proliferazione di strade più o meno inutili che hanno già inferto profonde ferite al nostro paesaggio e alla natura. Attualmente è la volta della Statale 87 che ha subito importanti miglioramenti nella viabilità e di cui si è inaugurato un tratto. Ora però gli ambientalisti chiedono uno stop. “Finora – affermano alla LIPU – abbiamo visto solo sbancamenti, colline sventrate e asfalto ma nessuna compensazione ambientale”. Ora si vorrebbe addirittura prolungare gli interventi fino a Larino. Il tratto fra Casacalenda e Larino è costituito da boschi, valli scoscese, coltivazioni tradizionali, in un paesaggio incantevole ed armonico che è rimasto intatto fino ad oggi e che qualcuno vorrebbe farne scempio. La LIPU ricorda che esistono i vincoli comunitari: “Ammodernare il tratto fra Casacalenda e Larino significa distruggere un sito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico tutelato dalla rete europea Natura 2000”. Sono decine infatti le specie floro-faunistiche protette presenti nel sito. Si va dalle rare orchidee, ai rapaci nidificanti, a specie endemiche di farfalle ed altri insetti. Elementi vitali che non si possono e non si devono più ignorare. “E’ necessario conservare il territorio per difendere il futuro della biodiversità – proseguono alla LIPU – limitiamoci al lavoro fin qui svolto”. Ricordiamo che nella realizzazione e nella manutenzione delle strade molisane non sono state previste nessuna opera di mitigazione. La realizzazione del tratto della SS 87 tra Casacalenda e Larino, inoltre, comporterebbe degli enormi svantaggi per il piccolo commercio locale poiché sarà possibile raggiungere più facilmente e rapidamente Larino dove i prezzi sono più competitivi. Non solo. Avendo un’arteria più scorrevole sarà più facile attuare i prospettati tagli agli istituti scolastici in favore di una politica di concentrazione presso i centri più grandi. Pertanto il prospettato ammodernamento della Statale 87 oltre ad essere inutile si rivelerebbe anche dannoso per l’economia di Casacalenda.
Gli ambientalisti chiedono pertanto di abbandonare il progetto e in caso di riscontro contrario promettono battaglia e non hanno nessuna intenzione di vedere devastato dalle ruspe e dal bitume un ennesimo angolo così ricco di vita come l’ultimo tratto della SS 87.
Uno studio della Commissione Europea sulla impermeabilizzazione del suolo (copertura con asfalto o cemento) raccomanda un approccio per limitarne l’espansione, attenuarne gli effetti e capace di compensare perdite di suolo. Basti pensare che tra il 1999 e il 2000 nell’UE sono stati cementificati almeno 275 ettari di terreno al giorno per un equivalente di 1000 chilometri quadrati all’anno. La metà di questa superficie è stata impermeabilizzata in via definitiva con strade, parcheggi e edifici e si continua ad aumentarla ad un ritmo preoccupante tanto che la Commissione Europea vuole porvi un freno. Il Molise, con la sua bassa densità abitativa, asfalta e cementifica come se fosse una regione sovrappopolata, di questo passo avremo paesi e strade fantasmi perché senza uno sviluppo sostenibile non si riuscirà mai a frenare lo spopolamento. ☺
crfs.casacalenda@lipu.it
Il progresso e lo sviluppo non passano dall’asfalto, ma attraverso azioni attente e amiche del territorio. La vera e unica chance per il Molise è quella di pensare e agire in modo sostenibile poiché una regione così ricca di biodiversità e di territorio ancora poco contaminato dal cemento ha tutti i numeri per fornire un esempio di gestione “dolce” legata alla tradizione rurale e alle aree naturali. I vincoli ci sono e vanno sfruttati attraverso l’istituzione di aree protette (parchi e riserve regionali) in cui impiegare del personale, sviluppando un’agricoltura vicino alla natura e un turismo sostenibile se vogliamo che la nostra regione abbia un vero futuro. Molti politici regionali credono che lo sviluppo sia solo fatto di ruspe, sbancamenti, viadotti e colate di cemento o asfalto che non solo causano perdita di suolo e di biodiversità, diminuendo così il benessere della popolazione molisana, ma sono anche i veri responsabili dei futuri dissesti geologici e di una economia disastrata.
Dobbiamo iniziare a pensare come europei. Le “conquiste del progresso” modello anni ’60 ormai non funzionano più. Le opere megalitiche per favorire qualche decina di persone ed arricchire i soliti noti, non è francamente ciò che serve per il nostro territorio. Ma si sa che le colate di cemento e i mattoni danno visibilità e notorietà, gettando così fumo negli occhi a tutte quelle persone che credono che la ricchezza è nascosta sotto quei mattoni o viene dalla nuova strada. Nessuno fa o vuole fare considerazioni realistiche legate all’economia dei nostri piccoli centri ma preferisce raccontare favole che, nel tempo, resteranno tali o diventeranno incubi.
Cosa sta accadendo in Molise? Una proliferazione di strade più o meno inutili che hanno già inferto profonde ferite al nostro paesaggio e alla natura. Attualmente è la volta della Statale 87 che ha subito importanti miglioramenti nella viabilità e di cui si è inaugurato un tratto. Ora però gli ambientalisti chiedono uno stop. “Finora – affermano alla LIPU – abbiamo visto solo sbancamenti, colline sventrate e asfalto ma nessuna compensazione ambientale”. Ora si vorrebbe addirittura prolungare gli interventi fino a Larino. Il tratto fra Casacalenda e Larino è costituito da boschi, valli scoscese, coltivazioni tradizionali, in un paesaggio incantevole ed armonico che è rimasto intatto fino ad oggi e che qualcuno vorrebbe farne scempio. La LIPU ricorda che esistono i vincoli comunitari: “Ammodernare il tratto fra Casacalenda e Larino significa distruggere un sito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico tutelato dalla rete europea Natura 2000”. Sono decine infatti le specie floro-faunistiche protette presenti nel sito. Si va dalle rare orchidee, ai rapaci nidificanti, a specie endemiche di farfalle ed altri insetti. Elementi vitali che non si possono e non si devono più ignorare. “E’ necessario conservare il territorio per difendere il futuro della biodiversità – proseguono alla LIPU – limitiamoci al lavoro fin qui svolto”. Ricordiamo che nella realizzazione e nella manutenzione delle strade molisane non sono state previste nessuna opera di mitigazione. La realizzazione del tratto della SS 87 tra Casacalenda e Larino, inoltre, comporterebbe degli enormi svantaggi per il piccolo commercio locale poiché sarà possibile raggiungere più facilmente e rapidamente Larino dove i prezzi sono più competitivi. Non solo. Avendo un’arteria più scorrevole sarà più facile attuare i prospettati tagli agli istituti scolastici in favore di una politica di concentrazione presso i centri più grandi. Pertanto il prospettato ammodernamento della Statale 87 oltre ad essere inutile si rivelerebbe anche dannoso per l’economia di Casacalenda.
Gli ambientalisti chiedono pertanto di abbandonare il progetto e in caso di riscontro contrario promettono battaglia e non hanno nessuna intenzione di vedere devastato dalle ruspe e dal bitume un ennesimo angolo così ricco di vita come l’ultimo tratto della SS 87.
Uno studio della Commissione Europea sulla impermeabilizzazione del suolo (copertura con asfalto o cemento) raccomanda un approccio per limitarne l’espansione, attenuarne gli effetti e capace di compensare perdite di suolo. Basti pensare che tra il 1999 e il 2000 nell’UE sono stati cementificati almeno 275 ettari di terreno al giorno per un equivalente di 1000 chilometri quadrati all’anno. La metà di questa superficie è stata impermeabilizzata in via definitiva con strade, parcheggi e edifici e si continua ad aumentarla ad un ritmo preoccupante tanto che la Commissione Europea vuole porvi un freno. Il Molise, con la sua bassa densità abitativa, asfalta e cementifica come se fosse una regione sovrappopolata, di questo passo avremo paesi e strade fantasmi perché senza uno sviluppo sostenibile non si riuscirà mai a frenare lo spopolamento. ☺
Il progresso e lo sviluppo non passano dall’asfalto, ma attraverso azioni attente e amiche del territorio. La vera e unica chance per il Molise è quella di pensare e agire in modo sostenibile poiché una regione così ricca di biodiversità e di territorio ancora poco contaminato dal cemento ha tutti i numeri per fornire un esempio di gestione “dolce” legata alla tradizione rurale e alle aree naturali. I vincoli ci sono e vanno sfruttati attraverso l’istituzione di aree protette (parchi e riserve regionali) in cui impiegare del personale, sviluppando un’agricoltura vicino alla natura e un turismo sostenibile se vogliamo che la nostra regione abbia un vero futuro. Molti politici regionali credono che lo sviluppo sia solo fatto di ruspe, sbancamenti, viadotti e colate di cemento o asfalto che non solo causano perdita di suolo e di biodiversità, diminuendo così il benessere della popolazione molisana, ma sono anche i veri responsabili dei futuri dissesti geologici e di una economia disastrata.
Dobbiamo iniziare a pensare come europei. Le “conquiste del progresso” modello anni ’60 ormai non funzionano più. Le opere megalitiche per favorire qualche decina di persone ed arricchire i soliti noti, non è francamente ciò che serve per il nostro territorio. Ma si sa che le colate di cemento e i mattoni danno visibilità e notorietà, gettando così fumo negli occhi a tutte quelle persone che credono che la ricchezza è nascosta sotto quei mattoni o viene dalla nuova strada. Nessuno fa o vuole fare considerazioni realistiche legate all’economia dei nostri piccoli centri ma preferisce raccontare favole che, nel tempo, resteranno tali o diventeranno incubi.
Cosa sta accadendo in Molise? Una proliferazione di strade più o meno inutili che hanno già inferto profonde ferite al nostro paesaggio e alla natura. Attualmente è la volta della Statale 87 che ha subito importanti miglioramenti nella viabilità e di cui si è inaugurato un tratto. Ora però gli ambientalisti chiedono uno stop. “Finora – affermano alla LIPU – abbiamo visto solo sbancamenti, colline sventrate e asfalto ma nessuna compensazione ambientale”. Ora si vorrebbe addirittura prolungare gli interventi fino a Larino. Il tratto fra Casacalenda e Larino è costituito da boschi, valli scoscese, coltivazioni tradizionali, in un paesaggio incantevole ed armonico che è rimasto intatto fino ad oggi e che qualcuno vorrebbe farne scempio. La LIPU ricorda che esistono i vincoli comunitari: “Ammodernare il tratto fra Casacalenda e Larino significa distruggere un sito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico tutelato dalla rete europea Natura 2000”. Sono decine infatti le specie floro-faunistiche protette presenti nel sito. Si va dalle rare orchidee, ai rapaci nidificanti, a specie endemiche di farfalle ed altri insetti. Elementi vitali che non si possono e non si devono più ignorare. “E’ necessario conservare il territorio per difendere il futuro della biodiversità – proseguono alla LIPU – limitiamoci al lavoro fin qui svolto”. Ricordiamo che nella realizzazione e nella manutenzione delle strade molisane non sono state previste nessuna opera di mitigazione. La realizzazione del tratto della SS 87 tra Casacalenda e Larino, inoltre, comporterebbe degli enormi svantaggi per il piccolo commercio locale poiché sarà possibile raggiungere più facilmente e rapidamente Larino dove i prezzi sono più competitivi. Non solo. Avendo un’arteria più scorrevole sarà più facile attuare i prospettati tagli agli istituti scolastici in favore di una politica di concentrazione presso i centri più grandi. Pertanto il prospettato ammodernamento della Statale 87 oltre ad essere inutile si rivelerebbe anche dannoso per l’economia di Casacalenda.
Gli ambientalisti chiedono pertanto di abbandonare il progetto e in caso di riscontro contrario promettono battaglia e non hanno nessuna intenzione di vedere devastato dalle ruspe e dal bitume un ennesimo angolo così ricco di vita come l’ultimo tratto della SS 87.
Uno studio della Commissione Europea sulla impermeabilizzazione del suolo (copertura con asfalto o cemento) raccomanda un approccio per limitarne l’espansione, attenuarne gli effetti e capace di compensare perdite di suolo. Basti pensare che tra il 1999 e il 2000 nell’UE sono stati cementificati almeno 275 ettari di terreno al giorno per un equivalente di 1000 chilometri quadrati all’anno. La metà di questa superficie è stata impermeabilizzata in via definitiva con strade, parcheggi e edifici e si continua ad aumentarla ad un ritmo preoccupante tanto che la Commissione Europea vuole porvi un freno. Il Molise, con la sua bassa densità abitativa, asfalta e cementifica come se fosse una regione sovrappopolata, di questo passo avremo paesi e strade fantasmi perché senza uno sviluppo sostenibile non si riuscirà mai a frenare lo spopolamento. ☺
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