Sulla guerra tra russia e ucraina
10 Aprile 2022
laFonteTV (3191 articles)
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Sulla guerra tra russia e ucraina

Ci chiediamo spesso quali siano le ragioni per le quali si scatenano conflitti armati anche fra popoli che hanno affinità storico/culturali, sapendo bene che la guerra è violazione del diritto internazionale; è trasgressione del principio del rispetto dell’integrità territoriale di una nazione sovrana; è infrazione – per noi italiani – dolorosa dell’articolo 11 della nostra Costituzione. La guerra, poi, alla luce della Carta Costituzionale, a meno che essa si presenti come atto di difesa del Paese da qualche immotivata aggressione, è espressione di prepotenza illiberale; è inosservanza arrogante del ruolo super partes delle Nazioni Unite – ONU; è attestazione del cinico principio della cosiddetta “guerra umanitaria” che vuole “esportare” la democrazia in altri paesi, per l’appunto, con il conflitto armato.

Di queste guerre umanitarie ne conosciamo svariate, come quella nella ex Jugoslavia, orchestrata dalla Nato a danno della Serbia e del Kosovo; come pure in Afghanistan, in Siria, in Libia. Inoltre, l’esecuzione sommaria di Soleimani, generale iraniano, in Iraq, due anni fa circa, è stata opera della Nato all’interno di un paese sovrano, distante migliaia di km dagli Stati Uniti d’America! La stessa osservazione va fatta oggi a proposito della guerra russo/ucraina, che sta sconvolgendo l’Europa, per la sua, non nuova, crudezza e ferocia, che le bombe russe stanno facendo vedere, attraverso la distruzione di città, strade, infrastrutture, annientamento della stessa speranza di vita di milioni di giovani, ucraini ed anche russi, questi ultimi che sfidano nelle loro città le leggi per protestare contro la guerra e l’invasione russa in Ucraina – in Russia oggi non può pronunciarsi tale parola, diversamente si finisce in carcere per anni!

La Russia e l’Ucraina parlano la stessa lingua – russa – ed hanno radici storiche e culturali affini: la letteratura, l’arte, molte tradizioni popolari si rassomigliano; e poi, che dire di Gogol, nato vicino Kiev, considerato il padre della letteratura russa – e, di conseguenza, di quella ucraina – così come da sempre abbiamo potuto verificare dai testi di storia della letteratura europea comparata? Ma oggi questa comune radice ha perso consistenza e significato, perché, in tempo di contrapposizioni e poi anche di guerra, la ragione viene offuscata dall’odio rancoroso, che spinge alla violenza omicida, che proclama la vendetta cruenta, che mette a tacere ogni ragionevole confronto nel tentativo di trovare un intreccio diplomatico che ponga fine alla morte, alla distruzione di quanto faticosamente si sia potuto costruire, alla  ostilità acre e rancorosa.

Da un lato, dunque, l’attacco feroce, ingiustificato dell’esercito russo, completamente avulso dalle convenzioni internazionali che regolamentano i rapporti fra gli stati sovrani; da un altro, la resistenza, al limite della sopportazione, dell’ esercito e del popolo ucraino che non esprimono, allo stato attuale del conflitto – siamo all’ultima decade del mese di marzo -, la volontà di venire a patti con il governo di Mosca. Ma perché questa tenace, e per molti aspetti ai nostri occhi, temeraria strategia militare di strenua difesa del territorio nazionale, pur in considerazione dell’enorme divario che esiste fra i due eserciti, il russo e l’ucraino? Quello russo che dispone di un armamento, oltre a quello convenzionale che sta utilizzando sul terreno degli scontri, anche di quello nucleare, secondo solo agli USA; e quello ucraino, che ha a disposizione armamenti enormemente inferiori? Per il fatto evidente agli occhi di tutti che l’esercito russo ha invaso una nazione indipendente ed autonoma, infrangendo ogni tentativo ragionevole di confronto che potesse impedire il conflitto armato. Di qui, la giustificazione della resistenza ad oltranza della popolazione ucraina e del suo apparato militare nei confronti dell’invasore russo.

Le ragioni dell’aggressione armata, sopraffattrice dell’esercito russo, che noi condanniamo come atto irresponsabile e dissennato nei confronti della nazione ucraina, partono da lontano e cioè dalla presunzione, arrogante e prepotente, della Nato, braccio militare degli USA, di estendere con la pressione delle armi la propria egemonia a ridosso dei confini russi, lungo la linea delle nazioni dell’Unione Sovietica, e così, premendo, provocare reazioni da parte del colosso russo, che lo indebolirebbero enormemente, anche per via di incalzanti e dolorose sanzioni economico-finanziare nei confronti della sua popolazione. Dunque, la pressione militare della Nato – il cui vero e unico/prioritario obiettivo è lo scontro, il condizionamento e poi l’annientamento della Cina comunista -; inoltre, l’incalzante insistenza ideologica degli USA con il suo denaro e la sua visione della vita, con l’idealizzazione delle libertà apparenti, di cui il mondo occidentale e quello americanizzato fanno mostra; questo insieme di prospettive egemoniche hanno costretto e spinto follemente la Russia putiniana all’aggressione feroce nei confronti del popolo ucraino. Così appaiono evidenti e dolorose le centinaia e migliaia di morti innocenti, la fuga penosa ed il rifugio verso l’Europa, in primis, la Polonia – ma anche da noi in Italia -, di milioni di profughi, prevalentemente donne e bambini, mentre i maschi adulti sono rimasti nel loro paese a difenderlo.

Alla luce di questo doloroso e cruento scontro, auspichiamo fortemente che l’ Ucraina, con la Russia ovviamente, si dichiari favorevole al “cessate il fuoco”, proponendo la sua neutralità, rispetto ai tre colossi – Usa, Russia, Cina -, e disponendosi al riequilibrio dei rapporti con la minoranza russofona. Sia, poi, disponibile, sine die, a non far parte della Nato, perché la sua scelta di essere prospetticamente pacifista le potrà schiudere un orizzonte di lunga stabilità economico/sociale, di equidistanza dai tre colossi, che la porterebbe anche ad interlocuzioni progressivamente costruttive con queste tre diverse visioni di vita e di civiltà. Esprimere e anche rappresentare, poi, una sintesi di questi mondi sarebbe davvero un valore aggiunto.

E l’Europa? Ah! C’è anche l’ Europa? L’abbiamo vista quasi solo prevalentemente per le sanzioni economiche e finanziarie alla Russia e le armi al popolo ucraino: la UE incapace di intessere un dialogo costruttivo, conciliante ma non arrendevole, con la Russia dell’autocrate Putin. L’Europa, quella dei popoli, non esiste proprio. C’è solo quella del denaro e del mercato, che dettano legge! E questa è una autentica iattura. Dal canto suo, l’Italia con la maggioranza bulgara del Parlamento disattende colpevolmente l’art. 11 della Costituzione, inviando anche armi e accrescendo in seno alla Nato, senza far sapere nulla all’opinione pubblica, come è successo nel corso della pandemia del Covid 19, ed in modo assolutamente silenzioso, il proprio contributo per le spese militari – fino al 2% del PIL. Così proprio non va!☺

 

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