Sulla primavera
29 Aprile 2017
La Fonte (351 articles)
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Sulla primavera

La primavera! Per taluni di noi è, dopo i rigori dell’inverno, la stagione più bella. La natura riprende vigore, con l’ampia gamma dei suoi mille colori. Ascoltiamo la Primavera di Antonio Vivaldi, dalle celebri Quattro stagioni: chi non ne apprezza il brio? Oppure, fermiamoci ad ammirare la Primavera di Sandro Botticelli, dipinta nel 1478. Un dipinto di grandi dimensioni, uno dei tesori più amati degli Uffizi, nel cuore di Firenze. Il suo significato, anche a distanza di tanti anni, resta un mistero, qualcosa di magico: la primavera che si rinnova di anno in anno.
L’etimologia della parola “primavera” starebbe in una radice indoeuropea che significa “ardente, splendente”. L’etimo ci rivela una considerazione solenne: la primavera è inizio. Inizio di splendore, per tutto, per tutti. Nei cieli freddi, spazzati dal vento, si fa spazio un tiepido sole; la terra grassa, al risveglio dal letargo, inizia a fremere di margherite e si prepara a sollevare un manto smeraldino; le persone tornano ad uscire, vogliono levarsi i vestiti di dosso, riscoprono l’epidermico piacere di lasciarsi scaldare dai primi tepori solatii.
Così, anche gli equilibri del cuore tendono ad allungare il tempo dei sentimenti, nuova energia di nascita e creazione fluisce intorno a noi, dentro di noi. Ed è bene non farsela sfuggire, poiché ci metterà un anno per tornare. Forse è il momento più sacro e tenero dell’immortale ciclo delle stagioni, l’occasione del riscatto e della palingenesi. È il tempo dei sentimenti: chi non ricorda la bella canzone di Loretta Goggi “Maledetta primavera”, del 1981?
Da Alda Merini ad Albert Camus, la primavera è un tema affrontato da moltissimi scrittori. Così scrive Alda Merini, venuta a mancare nel 2009: “Sono nata il ventuno a primavera/ ma non sapevo che nascere folle/ aprire le zolle/ potesse scatenar tempesta/. Così Proserpina lieve/ vede piovere sulle erbe/ sui grossi frumenti gentili/ e piange sempre la sera. /Forse, è la sua preghiera”.
Molti secoli prima, così la descriveva il poeta elegiaco greco Mimnermo di Colòfone (VII sec a C): “Come le foglie che fa germogliare la stagione di primavera/ ricca di fiori, appena cominciano a crescere ai raggi del sole/ noi, simili ad esse, per un tempo brevissimo godiamo/ i fiori della giovinezza, né il bene né il male conoscendo”.
Né posso non citare Guido Cavalcanti, poeta del “dolce stil novo” (XIII secolo): “Fresca rosa novella/ piacente primavera/ per prata e per rivera/ gaiamente cantando…”
La primavera è stata anche sinonimo di momenti di risveglio nella Storia umana. I miei contemporanei ricordano bene la Primavera di Praga, periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia, in anni successivi alla seconda guerra mondiale, durante il periodo in cui quella nazione era sottoposta al dominio dell’Unione Sovietica. Essa iniziò nel gennaio 1968, con proteste non violente all’ordine del giorno, tra cui la protesta-suicidio d’uno studente, Jan Palach, avvenuta a fine gennaio 1969. Mentre, ad anni più recenti risale il termine “primavere arabe”, che indica una serie di proteste ed agitazioni cominciate in Paesi nord-Africani tra fine anno 2010 ed inizio 2011.
Tutto ciò premesso, tornando a taluni aspetti naturalistici della primavera, non posso non accennare alle preoccupazioni indotte in noi dall’“effetto serra” riguardo prevedibili cambiamenti climatici planetari (climate change) con conseguenze drammatiche per le popolazioni. Mutamenti che, in montagna, si manifestano sovente a primavera (ad esempio, valanghe indotte da repentine escursioni termiche).
Voglio concludere questi spunti di riflessione con una nota di (irrequieta) spensieratezza, citando una canzone di Francesco Guccini, Primavera ’59 (dall’album Stagioni dell’anno 2000): “Adesso dove sei, bimba d’allora/ con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso?/… Ma i giovani s’illudono d’essere immortali/ e che ogni storia duri per l’eternità/ non sanno quanti fili, trame occasionali/ si tessono o svaniscono in casualità./ Una stagione muore, un’altra prende il volo/ sai quando inizia, non se e quando finirà/ ma è bella l’illusione di un momento solo/ quella luce che t’abbaglia, anche se si spegnerà..,”
Ai lettori … felice illusione!

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