sulle regole
26 Ottobre 2010 Share

sulle regole

 

Che il rapporto tra i cittadini e le regole fosse malato lo avevamo capito in tanti, credo, in Italia. Che Gherardo Colombo (uno dei volti più noti del pool milanese che condusse l’inchiesta “Mani Pulite” nel 1992) si fosse dimesso dalla magistratura per aver raggiunto questa consapevolezza, forse non lo immaginava nessuno. E con questa insospettata apertura, il giudice Colombo ha dato il via ad una brillante chiacchierata di circa due ore Sulle regole, il titolo del suo ultimo libro, che è stato presentato a Campobasso il 6 ottobre scorso, nella Sala della Costituzione della Provincia, nell’ambito degli appuntamenti previsti dall’Unione Lettori Italiani.

Una consapevolezza, tornando a noi, che lo ha spinto a cercare altre strade per incidere nella società e che lo ha fatto approdare alla scrittura, unita indissolubilmente ad un’infaticabile opera di sensibilizzazione rivolta soprattutto ai giovani, se è vero che sono almeno quattrocento le scuole che annualmente incontra girando in lungo e in largo lo stivale.

Dai concetti di legalità e giustizia (così come si sono evoluti dalle società antiche a noi), alla ricerca della giustificazione della bontà delle leggi, dai diritti inviolabili della persona alla divisione dei poteri dello stato, dalla Costituzione (per nulla conosciuta proprio da chi, dice Colombo, ha velleità di cambiarla a suo uso e consumo) al dramma delle carceri italiane che scoppiano e che tradiscono, ormai, lo scopo per il quale sono state costruite, vale a dire la riabilitazione di chi ha sbagliato e il suo reinserimento nella società, laddove possibile. Colombo abbraccia secoli di storia e di riflessione giuridica sempre con l’occhio e il microfono rivolto ai numerosi giovani presenti in sala, ma poco partecipi e costruttivi, in verità (specchio, forse, del Molise più silenzioso e acquiescente che conosciamo?). Coinvolge, sconvolge, punzecchia, illustra con invidiabile chiarezza concetti complessi e, alla conclusione del pomeriggio, sembra voler lasciare alla riflessione di tutti soprattutto due stimoli, due provocazioni principali che vengono fuori dal suo lungo e intenso intervento.

La prima: bisogna avere il coraggio di seminare una nuova cultura della legalità a partire dalla nostra vita quotidiana, dal rispetto del parcheggio riservato ai disabili, aspettando con pazienza che i frutti maturino nel tempo, senza farsi abbagliare dal Tanto non cambia mai niente, o dalla fretta del voglio tutto e subito, e se non lo ottengo allora mi arrendo. Le svolte epocali della storia, ne richiama alcune, si sono nutrite di piccoli passi, di terreni preparati a volte con cura dalla tenacia di uomini che sono morti per regalare la libertà a chi sarebbe venuto a goderla dopo di loro. Lamentarsi del politico di turno senza scendere di persona in politica o senza dare il proprio personale contributo per la costruzione d una società migliore, è imperdonabile qualunquismo. “Vivere” – dice – “significa esserci, fare”. Il valore della vita si misura sul valore dell’impegno, quel “labor” inteso come fatica e sforzo (alla latina, appunto) su cui si fonda la nostra Repubblica, come ci ricorda l’art. 1 della Costituzione: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”.

La seconda: il rispetto delle regole conviene, va a vantaggio di tutti, migliora la qualità della vita, perché crea pari opportunità di riuscita, pari spazi, pari diritti per tutti. È questa la sensibilità – poco affinata, decisamente – su cui bisogna lavorare per portare i cittadini al gusto della regola e al disgusto della furbata, del maneggio, della clientela, dell’aggiramento dell’ostacolo.  

Una lezione di educazione alla legalità di cui si deve approfittare per tradurre nella pratica didattica alcuni nodi essenziali, con il supporto del volume Sulle regole anzitutto, (che facilmente si presta alla lettura in classe, sebbene mediata necessariamente da un insegnante), ma anche di un altro paio di manuali che possono essere di grande aiuto per un approccio ludico ed interattivo al senso delle regole e alla stessa Costituzione: si tratta di Sana e robusta Costituzione. Percorsi educativi nella Costituzione Italiana di Raffaele Mantegazza (La Meridiana, 2005), che offre molteplici proposte-gioco per la comprensione dei vari articoli della costituzione, definita come “quel patto fondativo in cui è racchiuso l’ossigeno che rende sana la nostra convivenza sociale”; e di Le regole del gioco. Manuale per educare al senso delle regole (La Meridiana, 2005) che si fonda sulla convinzione che “si cresce, anzi si diventa grandi davvero, quando si diventa capaci di accettare i limiti e le regole”. Una sfida per qualunque educatore che creda nella necessità di coltivare con fiducia e continuità il valore quotidiano della legalità.☺

gadelis@libero.it

 

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