Tag "Christiane Barckhausen-Canale"

Fondato dalla nostra autrice Christiane Barckhausen-Canale, il centro anti violenza e di sostegno alle donne compie 25 anni. Tante le storie da raccontare: quella di Tamara, che anche grazie a SUSI è passata dal dramma del carcere alla gioia del matrimonio; quella di Elena, che aveva trovato la forza per ribellarsi ad un marito violento, finché quel mostro non le ha strappato la vita..

Ogni tanto ho voglia, in questi giorni, di correre per le strade del mio paesino e gridare alla gente per svegliarla, per far capire che questa guerra, se viene, sarà molto probabilmente l’ultima. E non ci sarà, molto probabilmente, nessun angolo nel mondo dove nascondersi, dove salvarsi.

Mai, come questa volta, per me e stato tanto difficile decidere su che cosa scrivere per la fonte. Ho cambiato almeno sette volte il tema del mio contributo, e non sono arrivata ad una decisione netta. Per questa ragione, permettetemi di buttare giù sulla carta (o sullo schermo del computer) il caos che c’è nella mia mente.

Sarà perché ho anche capito che avrei potuto scoprire questa verità molti anni prima, se non avessi usato i paraocchi. Pensavo che i paraocchi mi potessero servire per non perdere la strada dritta; non avevo capito che la mia vita sarebbe stata più ricca se mi fossi permessa di esplorare i prati confinanti la mia strada.

Voglio ringraziare il mio amico per avermi fatto capire questa verità. Spero che non sia troppo tardi,

60 anni: un soffio

Paolo diventò il personaggio centrale di un breve articolo che scrissi al mio ritorno a Berlino, il mio primo articolo pubblicato su un giornale per giovani. Posso dire che a Roma è nata la mia curiosità per le vite degli altri ed anche il mio desiderio di raccontare queste vite ad altre persone. Ed è stato anche a Roma che è nato il mio amore per altre lingue che, con gli anni, sarebbe diventato la base per la mia professione di interprete.

Todo cambia

Lo trovo un argomento ridicolo. Gli italiani che sono andati a vivere e a lavorare in altri paesi non hanno perso la loro identità. Mangiano ancora oggi, in seconda, terza o quarta generazione, quasi solamente il cibo italiano. Conservano tutte le usanze italiane, e molti di loro ritornano in autunno nel loro paese d’origine per fare il sugo di pomodori! Penso che se io corressi il rischio di perdere la mia identità, dovrei cercare la causa in me stessa e non nelle persone che hanno un’altra identità. È strano, ma non ho ancora sentito un militante del Partito Democratico protestare contro l’americanizzazione dei congressi del loro partito, con la musica all’americana e gli slogan in inglese!

Di lui mi rimangono tanti insegnamenti, tanti ricordi. Mi rimane un foglio di carta su cui mi aveva scritto una parte di una delle sue poesie: “La mia casa ed il mio cuore saranno sempre aperti per te…”. Ed anche questa poesia che voglio condividere con voi

Fra virus e virus…

L’immagine che mi è ritornata alla mente in questi giorni di gennaio è stata quella di una fila di persone nella neve, nel freddo, con addosso tutti i capi d’abbigliamento che possiedono. Immagini scattate in Grecia, fra i rifugiati che sono sopravissuti alla guerra, alle bombe, alla fame ed al freddo e sono stati respinti dall’Europa.

Essere o non essere

La voglia di uscire da facebook mi è venuta soprattutto quando ho visto che amiche ed amici miei, reali e virtuali, figurano sulla lista degli amici di un fascista, o quando condividono le pagine che divulgano i “valori” della destra nuova e storica. Credo che l’amicizia sia un valore troppo grande che non si può dare a destra e a sinistra.