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Nonostante il Premier Renzi cerchi di buttarla in “caciara”, trasformando il Referendum del 4 dicembre in uno scontro pugilistico tra i “rottamatori” e i “gufi”, siamo anche noi convinti che sia opportuno revisionare la Costituzione. Ciò che proprio non va è il metodo anti- democratico ed anti- costituzionale con cui si sta portando avanti la riforma voluta dalla finanza. Votiamo NO, per poi metterci al lavoro sulle revisioni opportune

La JP Morgan, la Trilaterale, le lobbies.. o l’Europa? Chi vuole davvero questa Revisione Costituzionale? Se è vero che la finanza gradirebbe governi più longevi e minori diritti democratici, la politica dovrebbe garantire quei diritti al popolo sovrano, invece di mettersi sull’attenti davanti alle richieste dei lobbisti. I diritti vanno però conquistati. E’ ora che li difendiamo con le unghie e con i denti: il 4 dicembre quel popolo sovrano si alzi in piedi a fare muro in difesa della nostra Carta: la più bella del mondo. Vi spieghiamo perché

Aumenta il divario tra ricchi e poveri. Si dicono un sacco di bugie sull’andamento dell’economia, mentre si perdono il diritto al lavoro e alla salute. Costruiamo barriere per fermare i disperati, ma armiamo i loro aguzzini e rubiamo le loro ricchezze. Calpestiamo la costituzione e prendiamo in giro i terremotati (la Regione Molise è controparte attiva in Tribunale contro i cittadini senza casa). Non sarebbe bene rovesciare un mondo al rovescio?

Finanza e massoneria. Questi i poteri forti dietro la revisione costituzionale Renzi- Boschi. In un documento del 2013, la J.P. Morgan giudicava come troppo “socialiste” le costituzioni del Sud Europa. La banca auspicava riforme strutturali tali da indebolire le tutele del mercato del lavoro, rafforzare gli esecutivi ed espandere il predominio dei mercati sulla politica. “E’ perfettamente in linea con il programma della P2”, ci rivela Paolo Maddalena, Vice- Presidente emerito della Corte Costituzionale

Termoli incontra Alessandro Pace, Presidente del Comitato Nazionale per il No al Referendum Costituzionale, che ha spiegato in otto punti le falle della riforma Boschi. I tanti cittadini accorsi hanno convinto gli organizzatori della necessità di costituire anche in Basso Molise un comitato. E’ così che la Fondazione Milani e la RaP Molise promettono di ripetere l’esperienza, per “arrivare al voto con la massima consapevolezza possibile”