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“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” (Che Guevara). Se ci impegniamo per una politica altra è perché non solo è possibile, ma addirittura necessaria. È emerso in tutta evidenza nell’incontro pubblico che abbiamo organizzato a Termoli
Sollevazione delle coscienze
MIGRANTI: ci indigniamo, giustamente, per qualche loro malefatta, ma mai per come noi li trattiamo abitualmente, per come li sfruttiamo, per come ci speculiamo costringendoli a una vita raminga. E ci si mette anche il parroco di Isola Capo Rizzuto a succhiare il sangue di disgraziati. Dall’inizio dell’anno oltre mille e cento, quelli accertati, sono andati ad abitare le profondità del Mediterraneo.
Papa Francesco visto da un prete di periferia che, sognando una Chiesa più umile, più vicina ai bisognosi e dura verso i potenti, non ha mancato di avanzare critiche ad altri pontefici. Il profilo tracciato ci racconta un papa che piace tanto agli “ultimi” e poco ai difensori dello status quo. Le grandi svolte nei gesti semplici di un uomo che, pur detenendo un “potere” assoluto, ne combatte il fondamento. Un inno alla pace e alla semplicità
Ecogiustizia
La gratitudine per la bontà di un mondo che è dono rende più acuta la percezione di ciò che stona e convoca ad un impegno operoso per contenere le negatività di cui siamo spesso spettatori impotenti. Una proposta nuova di ecogiustizia richiede insieme una cura per la sorte dei poveri e per la sorte della terra. La “madre terra” è un’idea che viene riconosciuta all’interno della teologia della liberazione e della teologia del popolo argentino.
Custodire il creato
Già prima della Laudato si’ papa Francesco ha trattato in varie circostanze il tema della custodia del creato. Ha denunciato le storture del sistema con le conseguenze provocate. Ha parlato in modo dirompente di povertà e ingiustizie, degrado e scarto,