tempo del lavoro e tempo per la vita | La Fonte TV
La prossima riforma della legge sul commercio in Molise vede al centro del dibattito, quasi monotematico, le aperture domenicali e festive. La proposta di legge (n° 135 del 4/11/08 -modifiche alla Legge n° 33/99) approvata dalla Giunta Regionale, che prevede 32 festività di apertura più 3 a disposizione dei comuni è passata ora alla discussione della commissione commercio.
Naturalmente la forte spinta liberalizzante viene dalla grande distribuzione, che basa la maggiore spinta all'acquisto proprio nella massima disponibilità verso il pubblico sia negli orari feriali che nei giorni festivi. Quasi fino ad imporci un nuovo stile di vita. Il passo accelerato della crisi economico-finanziaria intensifica il bisogno di aperture domenicali degli ipermercati che vedono in ciò la soluzione per resistere ma anche per dominare i consumi, sapendo di non poter essere imitati allo stesso modo dal commercio tradizionale. Le gravi ricadute sul commercio delle città e dei comuni molisani sono sotto gli occhi di tutti. Ed è così che si organizzano “passeggiate domenicali” di famiglia di puro stile consumistico.
Un dirigente di supermercato ha ironizzato volentieri sul valore cristiano della domenica ed ha invitato tutte le donne a recitare un rosario la sera, magari prima di dormire!
Sì, perché sono tante le donne lavoratrici del commercio e sono le donne a mettere in gioco le proprie famiglie ed i figli in modo particolare. Il lavoro umano ha un valore etico e deve consentire agli uomini e alle donne di programmare la propria vita, dedicarsi alla cura dei figli e di coltivare i propri interessi personali, sociali e relazionali. Noi tutti abbiamo bisogno di valorizzare il rapporto persona-comunità che si coniuga con la famiglia come nucleo fondante della società. La forte contrapposizione tra vita e lavoro colpisce soprattutto le donne. Nel piccolo commercio le donne organizzano il loro ruolo in maniera complessa perché svolgono contemporaneamente il ruolo di imprenditrici e quello di lavoratrici.
Anche nel caso di una maternità, una donna-commerciante ha diritto ad una indennità che sicuramente non la può esonerare dal lavoro nel caso che svolga il ruolo di titolare poiché da lei dipende la sopravvivenza del negozio. Spesso accade di lavorare fino al giorno prima di partorire o di rientrare al lavoro molto prima di una lavoratrice dipendente o di allattare il bambino nel proprio negozio. Gli asili-nido non sono strutturati per funzionare nelle ore pomeridiane né nei giorni festivi e dunque ci si affida alle cure dei nonni o di una baby-sitter. Si può capire bene quale importanza fondamentale possa avere la domenica, come giorno di riposo convenzionale per tutti e che le aperture straordinarie debbano conservare il valore della eccezionalità. La notevole diminuzione dell’occupazione rende la tutela dei gruppi sociali più vulnerabile ed è aggravata da una carenza delle infrastrutture materiali ed immateriali, dei servizi e dell'economia produttiva, pertanto il posto di lavoro nel supermercato offre un'ancora di salvezza ai giovani e l'occupazione femminile che accetterebbe qualunque ricatto pur di garantirsi un reddito minimo. La politica in Molise ha finito col trascurare i più deboli ed ora più che mai la società civile deve trovare nella crisi l'energia e l'orgoglio di una ribellione che mitighi il delirio dell'onnipotenza di chi decide la nostra vita, dimenticando che senza il popolo nessuno rappresenta nessuno. ☺
giuliadambrosio@hotmail.it
La prossima riforma della legge sul commercio in Molise vede al centro del dibattito, quasi monotematico, le aperture domenicali e festive. La proposta di legge (n° 135 del 4/11/08 -modifiche alla Legge n° 33/99) approvata dalla Giunta Regionale, che prevede 32 festività di apertura più 3 a disposizione dei comuni è passata ora alla discussione della commissione commercio.
Naturalmente la forte spinta liberalizzante viene dalla grande distribuzione, che basa la maggiore spinta all'acquisto proprio nella massima disponibilità verso il pubblico sia negli orari feriali che nei giorni festivi. Quasi fino ad imporci un nuovo stile di vita. Il passo accelerato della crisi economico-finanziaria intensifica il bisogno di aperture domenicali degli ipermercati che vedono in ciò la soluzione per resistere ma anche per dominare i consumi, sapendo di non poter essere imitati allo stesso modo dal commercio tradizionale. Le gravi ricadute sul commercio delle città e dei comuni molisani sono sotto gli occhi di tutti. Ed è così che si organizzano “passeggiate domenicali” di famiglia di puro stile consumistico.
Un dirigente di supermercato ha ironizzato volentieri sul valore cristiano della domenica ed ha invitato tutte le donne a recitare un rosario la sera, magari prima di dormire!
Sì, perché sono tante le donne lavoratrici del commercio e sono le donne a mettere in gioco le proprie famiglie ed i figli in modo particolare. Il lavoro umano ha un valore etico e deve consentire agli uomini e alle donne di programmare la propria vita, dedicarsi alla cura dei figli e di coltivare i propri interessi personali, sociali e relazionali. Noi tutti abbiamo bisogno di valorizzare il rapporto persona-comunità che si coniuga con la famiglia come nucleo fondante della società. La forte contrapposizione tra vita e lavoro colpisce soprattutto le donne. Nel piccolo commercio le donne organizzano il loro ruolo in maniera complessa perché svolgono contemporaneamente il ruolo di imprenditrici e quello di lavoratrici.
Anche nel caso di una maternità, una donna-commerciante ha diritto ad una indennità che sicuramente non la può esonerare dal lavoro nel caso che svolga il ruolo di titolare poiché da lei dipende la sopravvivenza del negozio. Spesso accade di lavorare fino al giorno prima di partorire o di rientrare al lavoro molto prima di una lavoratrice dipendente o di allattare il bambino nel proprio negozio. Gli asili-nido non sono strutturati per funzionare nelle ore pomeridiane né nei giorni festivi e dunque ci si affida alle cure dei nonni o di una baby-sitter. Si può capire bene quale importanza fondamentale possa avere la domenica, come giorno di riposo convenzionale per tutti e che le aperture straordinarie debbano conservare il valore della eccezionalità. La notevole diminuzione dell’occupazione rende la tutela dei gruppi sociali più vulnerabile ed è aggravata da una carenza delle infrastrutture materiali ed immateriali, dei servizi e dell'economia produttiva, pertanto il posto di lavoro nel supermercato offre un'ancora di salvezza ai giovani e l'occupazione femminile che accetterebbe qualunque ricatto pur di garantirsi un reddito minimo. La politica in Molise ha finito col trascurare i più deboli ed ora più che mai la società civile deve trovare nella crisi l'energia e l'orgoglio di una ribellione che mitighi il delirio dell'onnipotenza di chi decide la nostra vita, dimenticando che senza il popolo nessuno rappresenta nessuno. ☺
La prossima riforma della legge sul commercio in Molise vede al centro del dibattito, quasi monotematico, le aperture domenicali e festive. La proposta di legge (n° 135 del 4/11/08 -modifiche alla Legge n° 33/99) approvata dalla Giunta Regionale, che prevede 32 festività di apertura più 3 a disposizione dei comuni è passata ora alla discussione della commissione commercio.
Naturalmente la forte spinta liberalizzante viene dalla grande distribuzione, che basa la maggiore spinta all'acquisto proprio nella massima disponibilità verso il pubblico sia negli orari feriali che nei giorni festivi. Quasi fino ad imporci un nuovo stile di vita. Il passo accelerato della crisi economico-finanziaria intensifica il bisogno di aperture domenicali degli ipermercati che vedono in ciò la soluzione per resistere ma anche per dominare i consumi, sapendo di non poter essere imitati allo stesso modo dal commercio tradizionale. Le gravi ricadute sul commercio delle città e dei comuni molisani sono sotto gli occhi di tutti. Ed è così che si organizzano “passeggiate domenicali” di famiglia di puro stile consumistico.
Un dirigente di supermercato ha ironizzato volentieri sul valore cristiano della domenica ed ha invitato tutte le donne a recitare un rosario la sera, magari prima di dormire!
Sì, perché sono tante le donne lavoratrici del commercio e sono le donne a mettere in gioco le proprie famiglie ed i figli in modo particolare. Il lavoro umano ha un valore etico e deve consentire agli uomini e alle donne di programmare la propria vita, dedicarsi alla cura dei figli e di coltivare i propri interessi personali, sociali e relazionali. Noi tutti abbiamo bisogno di valorizzare il rapporto persona-comunità che si coniuga con la famiglia come nucleo fondante della società. La forte contrapposizione tra vita e lavoro colpisce soprattutto le donne. Nel piccolo commercio le donne organizzano il loro ruolo in maniera complessa perché svolgono contemporaneamente il ruolo di imprenditrici e quello di lavoratrici.
Anche nel caso di una maternità, una donna-commerciante ha diritto ad una indennità che sicuramente non la può esonerare dal lavoro nel caso che svolga il ruolo di titolare poiché da lei dipende la sopravvivenza del negozio. Spesso accade di lavorare fino al giorno prima di partorire o di rientrare al lavoro molto prima di una lavoratrice dipendente o di allattare il bambino nel proprio negozio. Gli asili-nido non sono strutturati per funzionare nelle ore pomeridiane né nei giorni festivi e dunque ci si affida alle cure dei nonni o di una baby-sitter. Si può capire bene quale importanza fondamentale possa avere la domenica, come giorno di riposo convenzionale per tutti e che le aperture straordinarie debbano conservare il valore della eccezionalità. La notevole diminuzione dell’occupazione rende la tutela dei gruppi sociali più vulnerabile ed è aggravata da una carenza delle infrastrutture materiali ed immateriali, dei servizi e dell'economia produttiva, pertanto il posto di lavoro nel supermercato offre un'ancora di salvezza ai giovani e l'occupazione femminile che accetterebbe qualunque ricatto pur di garantirsi un reddito minimo. La politica in Molise ha finito col trascurare i più deboli ed ora più che mai la società civile deve trovare nella crisi l'energia e l'orgoglio di una ribellione che mitighi il delirio dell'onnipotenza di chi decide la nostra vita, dimenticando che senza il popolo nessuno rappresenta nessuno. ☺
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