Sono trascorsi sette anni dalla nascita del Forum del Terzo Settore in Molise e siamo oggi alle prese con una crisi che investe ogni angolo della nostra società. Si risente anche da noi e un segnale allarmante lo si è colto già da oltre un anno per quel che riguarda l’esperienza che avevamo avviato nella primavera del 2005 quando un bel gruppo di associazioni di volontariato, promozione sociale e cooperazione avevano dato vita al Forum del Terzo Settore nella nostra regione. Nell’arco di sette anni si è respirata un’atmosfera di mobilitazione approdata all’attivazione di contatti, iniziative ed eventi che avevano dato grande risalto alla presenza di una società organizzata che aveva avviato contatti con la politica e con il territorio. Era parso l’avvio di una stagione di presenza coinvolgente la società civile e il mondo della politica, sollecitando quest’ultima ad innovare la propria azione uscendo fuori dai ristretti spazi istituzionali.
Fu così che il Forum promosse un rapporto produttivo con la regione perché aprisse le porte alla concreta applicazione del principio di sussidiarietà, dando ascolto ai cittadini e alla loro rappresentanza su temi riguardanti le politiche sociali e all’audizione delle associazioni su temi, ancora scottanti, come quelli affrontati nell’aggiornamento della carta statutaria del Molise. Una testimonianza di notevole spessore venne fornita nella realizzazione dell’evento “Communi- tas”. Fu una convention dell’associazionismo presente in Molise, che si realizzò nella “tregiorni” del 16-18 novembre 2006 tenutasi ai Grandi Magazzini Teatrali a Campobasso. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni e dei gruppi di terzo settore del Molise, parteciparono autorevoli esponenti tra i quali Maria Guidotti, portavoce nazionale del Forum di Terzo Settore e personalità di rilevo anche internazionale. Se ne registrò una ricaduta immediata sull’intero territorio regionale che vide ampliarsi l’arco delle presenze significative delle organizzazioni che aderirono al Forum da ogni angolo del Molise.
Col passare del tempo si è registrato un calo della partecipazione soprattutto sul terreno della tessitura di rapporti e della presenza e dell’impegno al proprio interno e nel ruolo di rappresentanza fattiva nel dialogo con le istituzioni. Il fenomeno del disimpegno della società civile è piuttosto diffuso in Italia. E dilaga anche sul nostro territorio dove l’associazionismo è per lo più ripiegato nelle ristrette nicchie del piccolo gruppo. Stefano Zamagni autorevole testimone di una politica centrata sulla cittadinanza non ha riserve a denunciare tale situazione. “I vari segmenti sono tutti concentrati nella difesa delle proprie specifiche identità. Il che comporta che si prendano delle batoste terribili solo perché ognuno è rivolto esclusivamente al proprio ambito”.
Ed ecco, in questi giorni, rafforzarsi i segnali che vedono un governo, anche tecnico, schierato… tranquillamente a legiferare nel sottrarre spazi al servizio civile, ormai quasi del tutto azzerato, come pure è accaduto per l’Agenzia del Terzo Settore, di cui proprio Zamagni era responsabile, anch’essa soppressa. Una dimensione quella del civile che è costitutiva dell’identità del popolo italiano. Gabriella Meroni, esperta e attiva su questo fronte, richiama noi tutti a ripartire da obiettivi che restano i punti-forza per il rilancio della società civile: “È la ricerca del bene comune, portata avanti insieme, che rende protagonista non solo il singolo, ma anche le organizzazioni sociali. Questa crisi ha messo sotto gli occhi di tutti l’inadeguatezza delle risposte che sia lo Stato che il mercato privato hanno finora proposta ai bisogni delle persone. Ci sono domande che vengono dal basso che il mercato non ritiene interessanti perché non esprimono potenziali di profitto e che vengono rimbalzate dal settore pubblico che non ha mezzi né risorse per occuparsene”.
Siamo chiamati a farci testimoni decisi a recuperare un protagonismo sociale e di cooperazione. E se deleghiamo ad altri tale compito finiremo per alimentare il clima di grigiore e di stallo che continueranno a pagare i più deboli. Da subito siamo stimolati da spinte, pervenute anche al nostro interno, a ridare spazio e volontà di azione alla cittadinanza perché rimetta in campo bisogni e risorse da rilanciare come sfida aperta da sostenere con iniziative propositive e progetti che sia la società stessa a proporre e a lanciare, come sfida aperta da sostenere con i fondi che saremo noi stessi in grado di raccogliere attraverso una programmata azione che coinvolga i cittadini e sollecitando anche lo stato centrale e le istituzioni periferiche perché se ne facciano carico. Senza più rinviare ad un domani remoto come è accaduto di recente anche sul terreno delle sciagure che hanno segnato atrocemente il Paese e lo stesso Molise in occasioni drammatiche di terremoti e altre recenti sciagure quali le alluvioni in Liguria.
Il lancio della Fondazione Molise-Comunità si va muovendo in questa direzione e auspica una presenza da interlocutore di prima fila con i soggetti aderenti al Forum del Terzo Settore. ☺
le.leone@tiscali.it
Sono trascorsi sette anni dalla nascita del Forum del Terzo Settore in Molise e siamo oggi alle prese con una crisi che investe ogni angolo della nostra società. Si risente anche da noi e un segnale allarmante lo si è colto già da oltre un anno per quel che riguarda l’esperienza che avevamo avviato nella primavera del 2005 quando un bel gruppo di associazioni di volontariato, promozione sociale e cooperazione avevano dato vita al Forum del Terzo Settore nella nostra regione. Nell’arco di sette anni si è respirata un’atmosfera di mobilitazione approdata all’attivazione di contatti, iniziative ed eventi che avevano dato grande risalto alla presenza di una società organizzata che aveva avviato contatti con la politica e con il territorio. Era parso l’avvio di una stagione di presenza coinvolgente la società civile e il mondo della politica, sollecitando quest’ultima ad innovare la propria azione uscendo fuori dai ristretti spazi istituzionali.
Fu così che il Forum promosse un rapporto produttivo con la regione perché aprisse le porte alla concreta applicazione del principio di sussidiarietà, dando ascolto ai cittadini e alla loro rappresentanza su temi riguardanti le politiche sociali e all’audizione delle associazioni su temi, ancora scottanti, come quelli affrontati nell’aggiornamento della carta statutaria del Molise. Una testimonianza di notevole spessore venne fornita nella realizzazione dell’evento “Communi- tas”. Fu una convention dell’associazionismo presente in Molise, che si realizzò nella “tregiorni” del 16-18 novembre 2006 tenutasi ai Grandi Magazzini Teatrali a Campobasso. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni e dei gruppi di terzo settore del Molise, parteciparono autorevoli esponenti tra i quali Maria Guidotti, portavoce nazionale del Forum di Terzo Settore e personalità di rilevo anche internazionale. Se ne registrò una ricaduta immediata sull’intero territorio regionale che vide ampliarsi l’arco delle presenze significative delle organizzazioni che aderirono al Forum da ogni angolo del Molise.
Col passare del tempo si è registrato un calo della partecipazione soprattutto sul terreno della tessitura di rapporti e della presenza e dell’impegno al proprio interno e nel ruolo di rappresentanza fattiva nel dialogo con le istituzioni. Il fenomeno del disimpegno della società civile è piuttosto diffuso in Italia. E dilaga anche sul nostro territorio dove l’associazionismo è per lo più ripiegato nelle ristrette nicchie del piccolo gruppo. Stefano Zamagni autorevole testimone di una politica centrata sulla cittadinanza non ha riserve a denunciare tale situazione. “I vari segmenti sono tutti concentrati nella difesa delle proprie specifiche identità. Il che comporta che si prendano delle batoste terribili solo perché ognuno è rivolto esclusivamente al proprio ambito”.
Ed ecco, in questi giorni, rafforzarsi i segnali che vedono un governo, anche tecnico, schierato… tranquillamente a legiferare nel sottrarre spazi al servizio civile, ormai quasi del tutto azzerato, come pure è accaduto per l’Agenzia del Terzo Settore, di cui proprio Zamagni era responsabile, anch’essa soppressa. Una dimensione quella del civile che è costitutiva dell’identità del popolo italiano. Gabriella Meroni, esperta e attiva su questo fronte, richiama noi tutti a ripartire da obiettivi che restano i punti-forza per il rilancio della società civile: “È la ricerca del bene comune, portata avanti insieme, che rende protagonista non solo il singolo, ma anche le organizzazioni sociali. Questa crisi ha messo sotto gli occhi di tutti l’inadeguatezza delle risposte che sia lo Stato che il mercato privato hanno finora proposta ai bisogni delle persone. Ci sono domande che vengono dal basso che il mercato non ritiene interessanti perché non esprimono potenziali di profitto e che vengono rimbalzate dal settore pubblico che non ha mezzi né risorse per occuparsene”.
Siamo chiamati a farci testimoni decisi a recuperare un protagonismo sociale e di cooperazione. E se deleghiamo ad altri tale compito finiremo per alimentare il clima di grigiore e di stallo che continueranno a pagare i più deboli. Da subito siamo stimolati da spinte, pervenute anche al nostro interno, a ridare spazio e volontà di azione alla cittadinanza perché rimetta in campo bisogni e risorse da rilanciare come sfida aperta da sostenere con iniziative propositive e progetti che sia la società stessa a proporre e a lanciare, come sfida aperta da sostenere con i fondi che saremo noi stessi in grado di raccogliere attraverso una programmata azione che coinvolga i cittadini e sollecitando anche lo stato centrale e le istituzioni periferiche perché se ne facciano carico. Senza più rinviare ad un domani remoto come è accaduto di recente anche sul terreno delle sciagure che hanno segnato atrocemente il Paese e lo stesso Molise in occasioni drammatiche di terremoti e altre recenti sciagure quali le alluvioni in Liguria.
Il lancio della Fondazione Molise-Comunità si va muovendo in questa direzione e auspica una presenza da interlocutore di prima fila con i soggetti aderenti al Forum del Terzo Settore. ☺
Sono trascorsi sette anni dalla nascita del Forum del Terzo Settore in Molise e siamo oggi alle prese con una crisi che investe ogni angolo della nostra società. Si risente anche da noi e un segnale allarmante lo si è colto già da oltre un anno per quel che riguarda l’esperienza che avevamo avviato nella primavera del 2005 quando un bel gruppo di associazioni di volontariato, promozione sociale e cooperazione avevano dato vita al Forum del Terzo Settore nella nostra regione. Nell’arco di sette anni si è respirata un’atmosfera di mobilitazione approdata all’attivazione di contatti, iniziative ed eventi che avevano dato grande risalto alla presenza di una società organizzata che aveva avviato contatti con la politica e con il territorio. Era parso l’avvio di una stagione di presenza coinvolgente la società civile e il mondo della politica, sollecitando quest’ultima ad innovare la propria azione uscendo fuori dai ristretti spazi istituzionali.
Fu così che il Forum promosse un rapporto produttivo con la regione perché aprisse le porte alla concreta applicazione del principio di sussidiarietà, dando ascolto ai cittadini e alla loro rappresentanza su temi riguardanti le politiche sociali e all’audizione delle associazioni su temi, ancora scottanti, come quelli affrontati nell’aggiornamento della carta statutaria del Molise. Una testimonianza di notevole spessore venne fornita nella realizzazione dell’evento “Communi- tas”. Fu una convention dell’associazionismo presente in Molise, che si realizzò nella “tregiorni” del 16-18 novembre 2006 tenutasi ai Grandi Magazzini Teatrali a Campobasso. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni e dei gruppi di terzo settore del Molise, parteciparono autorevoli esponenti tra i quali Maria Guidotti, portavoce nazionale del Forum di Terzo Settore e personalità di rilevo anche internazionale. Se ne registrò una ricaduta immediata sull’intero territorio regionale che vide ampliarsi l’arco delle presenze significative delle organizzazioni che aderirono al Forum da ogni angolo del Molise.
Col passare del tempo si è registrato un calo della partecipazione soprattutto sul terreno della tessitura di rapporti e della presenza e dell’impegno al proprio interno e nel ruolo di rappresentanza fattiva nel dialogo con le istituzioni. Il fenomeno del disimpegno della società civile è piuttosto diffuso in Italia. E dilaga anche sul nostro territorio dove l’associazionismo è per lo più ripiegato nelle ristrette nicchie del piccolo gruppo. Stefano Zamagni autorevole testimone di una politica centrata sulla cittadinanza non ha riserve a denunciare tale situazione. “I vari segmenti sono tutti concentrati nella difesa delle proprie specifiche identità. Il che comporta che si prendano delle batoste terribili solo perché ognuno è rivolto esclusivamente al proprio ambito”.
Ed ecco, in questi giorni, rafforzarsi i segnali che vedono un governo, anche tecnico, schierato… tranquillamente a legiferare nel sottrarre spazi al servizio civile, ormai quasi del tutto azzerato, come pure è accaduto per l’Agenzia del Terzo Settore, di cui proprio Zamagni era responsabile, anch’essa soppressa. Una dimensione quella del civile che è costitutiva dell’identità del popolo italiano. Gabriella Meroni, esperta e attiva su questo fronte, richiama noi tutti a ripartire da obiettivi che restano i punti-forza per il rilancio della società civile: “È la ricerca del bene comune, portata avanti insieme, che rende protagonista non solo il singolo, ma anche le organizzazioni sociali. Questa crisi ha messo sotto gli occhi di tutti l’inadeguatezza delle risposte che sia lo Stato che il mercato privato hanno finora proposta ai bisogni delle persone. Ci sono domande che vengono dal basso che il mercato non ritiene interessanti perché non esprimono potenziali di profitto e che vengono rimbalzate dal settore pubblico che non ha mezzi né risorse per occuparsene”.
Siamo chiamati a farci testimoni decisi a recuperare un protagonismo sociale e di cooperazione. E se deleghiamo ad altri tale compito finiremo per alimentare il clima di grigiore e di stallo che continueranno a pagare i più deboli. Da subito siamo stimolati da spinte, pervenute anche al nostro interno, a ridare spazio e volontà di azione alla cittadinanza perché rimetta in campo bisogni e risorse da rilanciare come sfida aperta da sostenere con iniziative propositive e progetti che sia la società stessa a proporre e a lanciare, come sfida aperta da sostenere con i fondi che saremo noi stessi in grado di raccogliere attraverso una programmata azione che coinvolga i cittadini e sollecitando anche lo stato centrale e le istituzioni periferiche perché se ne facciano carico. Senza più rinviare ad un domani remoto come è accaduto di recente anche sul terreno delle sciagure che hanno segnato atrocemente il Paese e lo stesso Molise in occasioni drammatiche di terremoti e altre recenti sciagure quali le alluvioni in Liguria.
Il lancio della Fondazione Molise-Comunità si va muovendo in questa direzione e auspica una presenza da interlocutore di prima fila con i soggetti aderenti al Forum del Terzo Settore. ☺
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