Ultimo lembo di terra
Ultimo lembo di terra
compreso tra artigli e mangrovie:
– neanche quello -.
Ballano cannibali censori col fuoco liquidatore.
Resteranno suole dure a digerire e legni
e ghiande e copertoni
morsi severi per mandibole educate al caviale.
Nemmeno il respiro della terra da baciare,
qualcuno fuggirà senza oltre, altri nei letamai
che appaiono fioriere di lavanda agli occhi trasfigurati
alle narici gonfie ai polmoni d’alghe compresse.
– Ho male alle tempie: aspirina effervescente -.
L’umano delirio spacca più dell’ascia sul legname.
Dalla grata, suore della divina provvidenza
distribuiscono ostie, liquori fatti nelle segrete.
Sono rosee, visi dolci, cosce senza lividi
contemplano giorno e notte, curano orchidee.
Suor Teresina ha scelto la tuta da operaio
le rughe degli invisibili
quelli che – forse – non saranno mangiati
dai grassi parolai con gli stivali.
Nessun fiore sulla buca dei disperati,
una colata di cemento ultimo lembo di terra.