Un amorevole visionario
15 Maggio 2020
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Un amorevole visionario

Il 22 febbraio sarebbe stato l’anniversario della sua nascita. L’anniversario di un “amico” che se ne è andato presto e che con il passare degli anni imparo a conoscere meglio. Una figura politica e umana che andrebbe riscoperta, o quantomeno riletta, anche dai più giovani, e per far capire ai più chi fosse questo portatore di speranze, mi sono immaginato un’intervista in base alle dichiarazioni da lui espresse in convegni, interviste e libri.
WWF: Cosa ne pensi di questa società e dei suoi mutamenti?
AL: Molti dei nostri comportamenti non sono eticamente accettabili soprattutto perché non sono moltiplicabili per tutti gli abitanti del pianeta.
WWF: Quindi uomo e ambiente continuano a viaggiare su strade opposte?
AL: La nostra è una società di persone sole, di consumatori bulimici, spettatori assuefatti, dagli orizzonti corti e frammentati.
WWF: Cioè?
AL: La società moderna ha fatto suo il giocoso motto olimpico decubertiano “Citius! Altius! Fortis!” che invitava gli atleti ad andare più veloce! più in alto! più forte! La società capitalistica spinge quindi le persone ad andare più veloci nel lavoro e nella vita sociale, più in alto nella società e ad essere più forti dell’altro. Noi dobbiamo invertire ciò con il motto, “Lentius! Profundius! Suavius!”. Andare cioè, più lentamente, più in profondità nelle cose che facciamo, più dolcemente e senza lasciare indietro alcuno. Da questo punto di vista c’è voglia di cambiamento di civiltà, che probabilmente non riuscirà a vincere un attacco frontale ma sicuramente avrà il fiato più lungo.
WWF: Cosa ne pensi invece di questa emergenza climatica?
AL: Le cause dell’emergenza ecologica non risalgono solo ad una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e distruzione, ma anche al quotidiano e plebiscitario consenso del popolo.
WWF: Per finire cosa vuoi dire a chi legge questa rivista?
AL: Continuate in ciò che pensiamo essere giusto.
Ciao e grazie ancora Alex!
Considerazioni di almeno 25 anni che sembrano scritte oggi. Stiamo parlando di Alexander Langer. Altoatesino, figura carismatica e lungimirante della vita politica italiana ed europea a cavallo degli anni 1960-1995, anno della sua prematura scomparsa. Anni vissuti sempre da protagonista, prima nei movimenti sessantottini, poi nel mondo ambientalista e pacifista. Un politico non politico, di cui è preferibile parlare come di amorevole visionario costruttore di ponti, tra Nord, Sud ed Est del mondo.
A distanza di tanti anni la sua assenza continua a pesare come un macigno: Langer viene ancora ricordato e citato in molte occasioni soprattutto per aver saputo anticipare i tempi sui temi dell’ambiente, quando faceva appello ad una vera conversione ecologica fattibile solo se socialmente desiderabile. Sui conflitti nel mondo, alle esaltazioni delle differenze e dei confini, lui preferiva predicare le mescolanze delle singole identità. Sul senso dell’integrazione europea, ricordava l’importanza di fare prima gli europei dell’Europa stessa (Nov 1964).
“Fare pace tra gli uomini e fare pace con il creato” è stato, per Alexander Langer, l’impegno di tutta la sua vita.☺

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