Un calice di…città
14 Dicembre 2020
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Un calice di…città

Se gli antichi solevano dire: “in vino veritas” oggi potremo dire “etiam curiositas”! Sì perché esistono nel mondo enologico anche delle particolarità che potremmo definire “stranezze da vino” o meglio da vigneto. Di vigne particolari, in giro per il pianeta ce ne sono parecchie. E non parliamo di quelle “estreme”, ma di vigne impiantate in luoghi dove, di norma, si vive la quotidianità…cittadina!

Il binomio verde-urbanizzazione passa anche per il vino, o meglio per i vigneti. In Giappone c’è quello “ferroviario” di Shiojiri. Non è poi così nuovo, ma forse in pochi ne conoscono l’esistenza, a meno che non ci si trovi da quelle parti ad aspettare sui binari. Questa bellezza naturale in un contesto artificiale, si trova infatti lì dal 1988. Ma la novità è che dall’anno scorso è iniziata la vinificazione. E questo lo conferma niente meno che Wine Spectator una delle riviste più glamour del settore.

Supponiamo che quando sulle pergole della stazione sono state messe le viti, oltre che un abbellimento, si volesse in qualche modo dare anche un’identità a questo pezzo di Giappone. Ora quell’identità passerà anche per i calici. Di chi sono proprietà? Questo non lo sappiamo, ma ci pare di capire che siano proprio delle ferrovie visto che a prendersi cura dei tralicci da sempre è il personale della stazione aiutato dai residenti. La spinta in più è arrivata in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni dalla nascita della città. E così, nel 2019, è iniziata la vendemmia conclusasi con la vinificazione e l’imbottigliamento di 100 esemplari di questo vino di città. A lavorarlo è stata una cantina locale, a berlo solo pochi collezionisti, non tanto per la sua beva, ma per la storia narrata ad ogni sorso.

Come dicevamo il binomio verde-urbanizzazione sta prendendo grandemente piede. Nella storia questa non è poi una cosa così anomala. Esempi sono sparsi in tutta Europa con l’Italia in testa. È il caso della Vigna reale di Villa della Regione a Torino. O ancora i vigneti della Laguna di Venezia. Non da meno lo sono i vini del Parco Archeologico di Pompei, a testimonianza che fin da allora il vino era materia viva nella quotidianità della gente. Ci sono ancora le vigne di San Martino di Napoli, il vigneto Pusterla di Brescia, quello urbano di Vienna e il Clos Montmartre di Parigi.

Ma oggi, con l’urbanizzazione che per anni ha messo da parte il binomio con la natura, quel rapporto sembra lo si voglia recuperare anche negli spazi più impensabili. E così se in Giappone il vino finisce in bottiglia mentre a vederlo maturare sono i pendolari e i viaggiatori della stazione di Shiojiri, a New York, qualche anno fa, è nato il primo vigneto in cima ad un grattacielo. Ad impiantarlo un imprenditore di Brooklyn, Devin Shoemaker. 15mila metri quadrati di tetto di un ex cantiere navale sono ora un’oasi verde con le piante che sono riuscite a maturare dentro i vasi. Ci sono voluti cinque anni, ma alla fine, l’imbottigliamento tanto atteso è arrivato. Non solo le bottiglie sono andate a ruba alla modica cifra di mille dollari, ma quello fatto da Shoemaker è stato un vero e proprio investimento di marketing. La terrazza è una delle più cool degli Stati Uniti e si divide tra vigneti e party di grido.

Infine se avete delle viti in giardino, piantate solo per voi come ornamento e troppo poche per fare vino, è un vero peccato che non siate londinesi e non possiate così prendere parte alla terza vigna urbana, tra quelle decisamente più cool perché più che un vigneto urbano è una rete di vigneti urbani: quelli che maturano nei giardini dei cittadini. L’Urban Wine Company è la cantina che produce un vino raccogliendo le uve di chi, le vigne, ce le ha praticamente in casa. Ma anche andando a raccogliere quelle che maturano nei parchi e nelle aree abbandonate, ridando a queste anche il giusto decoro. Il vino si chiama Chateau Tooting ed è a conti fatti un mix di uve bianche e rosse: un rosato! A quanto pare è “croccante, secco ed elegante”. Sarà vero? Questo non lo sappiamo, ma ogni anno le bottiglie prodotte sono la buona occasione per partecipare nei weekend ad una vendemmia particolare di cui sentirsi oggettivamente, grandi protagonisti e di vestire i panni di cantiniere per un giorno. Meglio che il solito barbecue!☺

 

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