un nuovo giorno
26 Ottobre 2010 Share

un nuovo giorno

 

Proseguiamo nell’informare i lettori, e lo faremo in maniera sistematica nei riguardi dell’intero territorio molisano, sul cammino che intraprende il gruppo promotore della fondazione di comunità che si appresta a vedere la luce anche da noi.

Il 18 ottobre viene sottoscritto il documento di nascita del comitato di promozione della Fondazione Molise-Comunità. Saremo presenti: il sottoscritto, nel ruolo di portavoce del Forum del Terzo Settore, i titolari di due aziende di rilievo: Enrico Colavita e Vincenzo Ferro e i vescovi delle quattro diocesi della nostra regione: Gianfranco De Luca (Termoli-Larino), GianCarlo Bregantini (Campobaso-Boiano), Angelo Scotti (Trivento), Salvatore Visco (Isernia- Venafro). Sono questi gli interlocutori che nell’arco di due anni hanno portato avanti il disegno di lanciare un segnale di grande rilievo nella ricerca di nuovi orizzonti per il Molise. L’atto verrà steso alla presenza del notaio Michele Conti che dall’inizio ha fornito il proprio contributo professionale e una collaborazione in spirito di volontariato volta a compiere l’intero percorso normativo che l’iniziativa prevede. Il tutto accade nella sede della curia vescovile di Isernia.

A questo punto possiamo anche aprire gli occhi per guardarci intorno e per cominciare a respirare un clima nuovo che possa contagiare l’inera comunità molisana.

Le fondazioni di comunità che sono molto diffuse nel nord Italia, nel centro-sud fanno registrare due percorsi già avviati a Messina e Salerno, ed uno ancora in corso a Napoli. Riferendosi ad esse, Aldo Bonomi, esperto in tale campo, così le inquadra: “Questa linea di azione intende favorire un’ampia diffusione, nella società e nel terzo settore, di soggetti specializzati nella raccolta ed erogazione di risorse, private e pubbliche, per finalità di pubblica utilità e legate ai singoli territori. Le Fondazioni di comunità possono essere un potenziale volano di sviluppo del terzo settore e, più in generale, del Sud, perché contribuiscono a perseguire finalità strategiche”.

E tra queste finalità figura, in primo piano, il recupero e la valorizzazione del concetto di comunità che assegna ai cittadini residenti, singoli e associati in imprese, associazioni di volontariato, di promozione sociale, cooperative e altri gruppi radicati nei vari contesti, il compito primario di adoperarsi per l’attuazione di politiche concrete rivolte al bene comune: riscoperta del senso di reciprocità, sottraendosi alle diffuse prassi di matrici clientelari e spesso frutto di politiche deteriorate che poco hanno a che fare con i principi e i valori contenuti nella Costituzione. Partecipi significa anche essere presenti e cooperare nella individuazione degli ambiti in cui progettare e agire, accrescendo l’indice di presenza attiva volta anche a rilanciare la qualità di appartenenza di tutti i cittadini al proprio territorio. A partire dalla nuove generazioni.

Una sottolineatura su tale tema è quella che tutti gli studiosi e appassionati di queste nuove linee e metodi di sviluppo assegnano alla cosiddetta società di mezzo. Si tratta di quella fascia di popolazione, la più numerosa, che si colloca fra le élite, i vertici del pubblico e del privato, e le frange di gente segnata dalla marginalità causata da problemi di lavoro, di malattia, di solitudine, di disagio sociale. Ed è proprio in questa direzione e con quelle componenti significative di terzo settore, aziende e variegato mondo dell’asso- ciazionismo e volontariato anche di matrice religiosa, che Molise-Comunità può avviare i suoi primi passi.

E su questa linea ci si adopererà per innovare, muovendosi sulla linea del welfare community che opera per uno snellimento delle procedure burocratiche, per un riavvicinamento tra la politica e i cittadini, per una crescita del senso della solidarietà e, ad essa connessa, la promozione di servizi sociali per tutte le categorie: dai bambini agli anziani, alle fasce di emarginati.

È chiaro allora che, già a partire dalle modalità di raccolta fondi e di coinvolgimento dell’intera comunità, la fondazione non si colloca più nel ruolo di cassaforte addetta al finanziamento di progetti elaborati all’interno di un ufficio; come pure si sottrae a logiche di quadratura di bilanci malmessi che comportano troppo spesso tagli a servizi anche essenziali per la cittadinanza. Di contro, essa  è chiamata ad assumere il compito arduo, ma molto motivante, di ridestare l’attenzione e l’attivismo di tutti per il perseguimento di beni e la valorizzazione di risorse che sono spesso ignorate da chi è “lontano” dal territorio. Per la loro promozione si adoperano quanti, avendole sott’occhio quotidianamente, ne fanno oggetto di attenzione e di valorizzazione. In tale processo si evita il ricorso all’improduttivo lamento che non giova alla causa e si incentivano le opportunità di lavoro e di sviluppo per l’intero territorio, anche operando nella diffusione e nella qualità dei servizi a sostegno dei più deboli.

Nel sollecitare e sostenere l’intra- prendenza la fondazione di comunità dovrà impegnarsi con determinazione  ad alimentare con forza e con continuità una comunicazione che informi e che si sottragga alle insidie, oggi molto diffuse, di certa stampa e di un sistema informativo che sono al servizio di pochi e che tendono a falsare la realtà per soggiogare menti e coscienze, togliendo in tal modo forza alla speranza di cambiamento.☺

 le.leone@tiscali.it

 

eoc

eoc