un pò di tutto
27 Aprile 2012 Share

un pò di tutto

 

Bonefro novembre 2009, mamma Hebe, presidente dell’associazione Madres de Plaza de Mayo incontra la comunità parrocchiale.

Lunedì 30 aprile 2012 una rappresentanza della redazione de la fonte, unitasi alla Karavana Kabawil di Pescara, sarà presente a Buenos Aires nel 35° anniversario dell’associazione.

Sarà l’occasione per visitare anche i luoghi in cui ha operato ed è stato assassinato Giuseppe Tedeschi, religioso originario di Jelsi, accompagnata da una delegazione molisana dell’associazione che porta il suo nome.

Nel prossimo numero ampio reportage.

 

 

 

 

il Trota

ha detto che il poliziotto più sfigato è quello che muore al Posto di Blocco, mentre il più fortunato è Blocco;

ha detto che il Sahara è un deserto e su questo non ci piove…

ha detto che si è fatto il Leasing al viso. (…pensavo un mutuo…)

ha detto che è inutile piangere sul latte macchiato. (Meglio farlo su un bel cappuccino….).

Il Papa non vuole incontrare il trota perché ha paura di cambiare idea sull'uso del preservativo.

POSTA

Cara redazione,

nell’omelia pronunciata nella messa crismale a San Pietro il 5 aprile, Benedetto XVI si è lamentato di quanto sta succedendo in Austria: “Un gruppo di sacerdoti ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza”. Di che si tratta e soprattutto voi che ne pensate?

Una cristiana

forse poco cattolica

Ecco il testo dell’appello datato domenica della Trinità, 19 giugno 2011. Prima di dare un nostro opinabile parere sulla riforma auspicata dai parroci austriaci, preferiremmo che si aprisse un dibattito fra i lettori.

Il rifiuto di Roma di una riforma della chiesa da tempo necessaria e l’inattività dei nostri vescovi non solo ci permettono, ma anzi ci obbligano a seguire la nostra coscienza e ad attivarci in maniera indipendente.

Noi preti vogliamo porre in futuro i seguenti segni:

 1. Diremo in futuro in ogni messa una preghiera per la riforma della chiesa. Prendiamo seriamente la parola della Bibbia: pregate e vi sarà dato. Davanti a Dio c’è libertà di parola.

 2. Non rifiuteremo in linea di principio l’Eucaristia a credenti di buona volontà. Questo specialmente per divorziati-risposati, per membri di altre chiese cristiane e, in alcuni casi, anche a cattolici che sono usciti dalla chiesa.

 3. Eviteremo, se possibile, di celebrare nelle domeniche e nei giorni festivi più di una messa o di incaricare preti in viaggio o provenienti da fuori. Meglio una liturgia della parola organizzata in loco che “tournée” liturgiche.

 4. In futuro considereremo una liturgia della Parola con distribuzione della comunione come un’“Eucaristia senza prete” e così la chiameremo. In questo modo assolveremo il nostro obbligo domenicale in tempo di scarsità di preti.

 5. Rifiuteremo anche il divieto di predicare stabilito per laici competenti e qualificati e per donne insegnanti di religione. Proprio in tempi difficili è necessario annunciare la Parola di Dio.

 6. Ci impegneremo affinché ogni parrocchia abbia un suo moderatore: uomo o donna, sposato o non sposato, a tempo pieno o a tempo parziale. Questo però non attraverso fusioni di parrocchie, ma attraverso un nuovo modello di prete.

 7. Ci avvarremo perciò di ogni opportunità per esprimerci pubblicamente a favore dell’ordinazione di donne e persone sposate. Vediamo in queste persone colleghe e colleghi benvenuti in servizio pastorale.

 

 

Gentile redazione,

vi leggo sempre con piacere, e non perché avete pubblicato a marzo una mia missiva, anche se spesso con molto ritardo. All’estero la nostalgia del guscio natio non sempre è possibile permettersela, perché diventerebbe evasione dalla storia concreta in cui ci si è cacciati per una qualche ragione. Ma noi fuoriusciti, in fondo, continuiamo a tenere un piede in due scarpe perché, nonostante tutto, il sogno di concludere la vecchiaia dove si è nati lo coltiviamo sempre.

Che Casacalenda si sia colorata con la presenza di immigrati, ospitati in quella struttura che un tempo fungeva da asilo, è molto positivo. Certo non posso nascondere la meraviglia conoscendo i soggetti e soprattutto le idee di coloro che amministrano il paese, ma poi, avendo saputo chi sono i gestori della struttura, ho fatto due più due e tutto mi è diventato fin troppo chiaro. Comunque, se Parigi val bene una messa, qualunque sia la loro motivazione, anche strumentale, l’importante è che abbiano aperte le porte. La presenza positiva e propositiva degli immigrati può diventare deflagrante per rompere quella mentalità rozza e ai limiti del razzismo che li caratterizza e aiutare gli indigeni ad aprire gli occhi su coloro che irresponsabilmente hanno messo a governo della comunità. Avendo aperto le porte anche loro portano avanti le vostre istanze che dell’accoglienza decorosa degli stranieri avete fatto un punto di forza del vostro periodico.

Alla prossima, se avrete ancora la bontà di ospitarmi.

Marco G.

 

Egr. Sig.

Sindaco del Comune

di Casacalenda

Nel prendere atto della decisione di codesta amministrazione di addivenire al cambiamento della onomastica di un tratto di strada di via DE GASPERI per intitolarla “Largo Martiri delle Foibe”, in totale ed assoluto dispregio non solo dei numerosi disguidi che tale circostanza comporterà per gli abitanti del luogo, ma anche delle circolari Ministero dell’Interno n. 7-1987 e n. 4-1996, con le quali si raccomanda di astenersi da detti cambiamenti sia per evitare problemi ai cittadini sia per evitare ulteriori e dispendiosi carichi di lavoro alle varie amministrazioni per tutti gli adempimenti che ne conseguono, si diceva, nel prendere atto di quanto sopra

LE CHIEDIAMO

Che il detto cambiamento quanto meno sia rispettoso delle norme di legge ed in particolare dell’art. 41 CO. 4 d.p.r. 223/89 a norma del quale, nel caso di variazione del nome della strada, sul nuovo cartello deve essere indicato anche il precedente nome, di tal che

LA INVITIAMO

A provvedere ad installare un cartello conforme a detta normativa.

I residenti di già via DE GASPERI

 

La lettera non ha sortito effetti fino ad ora  per la connaturale protervia degli amministratori.

 

 

 

 

 

 

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