“Ecumenismo adesso! Un solo Dio, una sola fede, una sola chiesa”: questo il titolo di un appello lanciato lo scorso 5 settembre a Berlino da numerosi esponenti – protestanti e cattolici – del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo e dello sport in Germania. Per i promotori dell'iniziativa lo scisma tra le chiese, oggi, non è più né voluto, né giustificato. E, non a caso, fa riferimento sia al cinquantesimo anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, sia al cinquecentenario della Riforma protestante che cadrà nel 2017.
Tra i 23 primi firmatari figurano il presidente del Bundestag Norbert Lammert, il ministro della difesa Thomas de Maiziere; la ministra dell'Istruzione e della Ricerca, la teologa Annette Schavan. E ancora: Richard von Weizsäcker, già presidente della Repubblica federale tedesca, nonché ex numero uno del “Kirchentag” evangelico; Friedrich Kronenberg, già segretario generale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi; Christian Führer, pastore protestante e iniziatore delle “preghiere per la pace” e delle “dimostrazioni del lunedì” a Lipsia, che ebbero un importante ruolo per il crollo del regime della Germania dell'Est; Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico tedesco e vice presidente del Comitato olimpico internazionale.
L’appello “Ökumene Jetzt”, che vuol essere "un documento dell’impazienza", non ha coinvolto né vescovi, né istituzioni ecclesiastiche. "È evidente che è molto di più quello che ci unisce, che quello che ci divide" dicono, consci del fatto che "esistono posizioni differenti nella concezione dell’eucarestia, del ministero e della chiesa", ma, secondo i firmarti dell’appello, "queste differenze non giustificano il perdurare di questa separazione".
Tiepidi per ora i vertici sia della Chiesa evangelica di Germania (EKD), sia della Conferenza episcopale tedesca (DBK). L’iniziativa, seppure accolta come espressione di un non più eludibile sentire comune dei cristiani non solo tedeschi, presenta tuttavia irrisolti problemi di ordine teologico. "All’inizio del XVI secolo, i riformati hanno sviluppato una diversa concezione della chiesa che ancora oggi impedisce una reale comunione con i fratelli e le sorelle cattolico-romane", ha detto Thies Gundlach, vice presidente della EKD. "Certo, ci fa solo che piacere vedere come cristiani evangelici e cattolici si sentano molto più uniti, di quanto si sentano divisi. E non c’è dubbio che bisogna andare avanti più spediti sul cammino ecumenico, facendo però anche prova di tanta pazienza", ha concluso Gundlach.
Il testo – pubblicato sul sito www.oekumene-jetzt.de – è stato firmato già da oltre 4.000 persone. (NEV) ☺
g.anziani@libero.it
“Ecumenismo adesso! Un solo Dio, una sola fede, una sola chiesa”: questo il titolo di un appello lanciato lo scorso 5 settembre a Berlino da numerosi esponenti – protestanti e cattolici – del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo e dello sport in Germania. Per i promotori dell'iniziativa lo scisma tra le chiese, oggi, non è più né voluto, né giustificato. E, non a caso, fa riferimento sia al cinquantesimo anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, sia al cinquecentenario della Riforma protestante che cadrà nel 2017.
Tra i 23 primi firmatari figurano il presidente del Bundestag Norbert Lammert, il ministro della difesa Thomas de Maiziere; la ministra dell'Istruzione e della Ricerca, la teologa Annette Schavan. E ancora: Richard von Weizsäcker, già presidente della Repubblica federale tedesca, nonché ex numero uno del “Kirchentag” evangelico; Friedrich Kronenberg, già segretario generale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi; Christian Führer, pastore protestante e iniziatore delle “preghiere per la pace” e delle “dimostrazioni del lunedì” a Lipsia, che ebbero un importante ruolo per il crollo del regime della Germania dell'Est; Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico tedesco e vice presidente del Comitato olimpico internazionale.
L’appello “Ökumene Jetzt”, che vuol essere "un documento dell’impazienza", non ha coinvolto né vescovi, né istituzioni ecclesiastiche. "È evidente che è molto di più quello che ci unisce, che quello che ci divide" dicono, consci del fatto che "esistono posizioni differenti nella concezione dell’eucarestia, del ministero e della chiesa", ma, secondo i firmarti dell’appello, "queste differenze non giustificano il perdurare di questa separazione".
Tiepidi per ora i vertici sia della Chiesa evangelica di Germania (EKD), sia della Conferenza episcopale tedesca (DBK). L’iniziativa, seppure accolta come espressione di un non più eludibile sentire comune dei cristiani non solo tedeschi, presenta tuttavia irrisolti problemi di ordine teologico. "All’inizio del XVI secolo, i riformati hanno sviluppato una diversa concezione della chiesa che ancora oggi impedisce una reale comunione con i fratelli e le sorelle cattolico-romane", ha detto Thies Gundlach, vice presidente della EKD. "Certo, ci fa solo che piacere vedere come cristiani evangelici e cattolici si sentano molto più uniti, di quanto si sentano divisi. E non c’è dubbio che bisogna andare avanti più spediti sul cammino ecumenico, facendo però anche prova di tanta pazienza", ha concluso Gundlach.
Il testo – pubblicato sul sito www.oekumene-jetzt.de – è stato firmato già da oltre 4.000 persone. (NEV) ☺
“Ecumenismo adesso! Un solo Dio, una sola fede, una sola chiesa”: questo il titolo di un appello lanciato lo scorso 5 settembre a Berlino da numerosi esponenti – protestanti e cattolici – del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo e dello sport in Germania. Per i promotori dell'iniziativa lo scisma tra le chiese, oggi, non è più né voluto, né giustificato. E, non a caso, fa riferimento sia al cinquantesimo anniversario dell'inizio del Concilio Vaticano II, sia al cinquecentenario della Riforma protestante che cadrà nel 2017.
Tra i 23 primi firmatari figurano il presidente del Bundestag Norbert Lammert, il ministro della difesa Thomas de Maiziere; la ministra dell'Istruzione e della Ricerca, la teologa Annette Schavan. E ancora: Richard von Weizsäcker, già presidente della Repubblica federale tedesca, nonché ex numero uno del “Kirchentag” evangelico; Friedrich Kronenberg, già segretario generale del Comitato centrale dei cattolici tedeschi; Christian Führer, pastore protestante e iniziatore delle “preghiere per la pace” e delle “dimostrazioni del lunedì” a Lipsia, che ebbero un importante ruolo per il crollo del regime della Germania dell'Est; Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico tedesco e vice presidente del Comitato olimpico internazionale.
L’appello “Ökumene Jetzt”, che vuol essere "un documento dell’impazienza", non ha coinvolto né vescovi, né istituzioni ecclesiastiche. "È evidente che è molto di più quello che ci unisce, che quello che ci divide" dicono, consci del fatto che "esistono posizioni differenti nella concezione dell’eucarestia, del ministero e della chiesa", ma, secondo i firmarti dell’appello, "queste differenze non giustificano il perdurare di questa separazione".
Tiepidi per ora i vertici sia della Chiesa evangelica di Germania (EKD), sia della Conferenza episcopale tedesca (DBK). L’iniziativa, seppure accolta come espressione di un non più eludibile sentire comune dei cristiani non solo tedeschi, presenta tuttavia irrisolti problemi di ordine teologico. "All’inizio del XVI secolo, i riformati hanno sviluppato una diversa concezione della chiesa che ancora oggi impedisce una reale comunione con i fratelli e le sorelle cattolico-romane", ha detto Thies Gundlach, vice presidente della EKD. "Certo, ci fa solo che piacere vedere come cristiani evangelici e cattolici si sentano molto più uniti, di quanto si sentano divisi. E non c’è dubbio che bisogna andare avanti più spediti sul cammino ecumenico, facendo però anche prova di tanta pazienza", ha concluso Gundlach.
Il testo – pubblicato sul sito www.oekumene-jetzt.de – è stato firmato già da oltre 4.000 persone. (NEV) ☺
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