Una storia molisana
6 Gennaio 2015 Share

Una storia molisana

Il 3 Novembre scorso il presidente della giunta regionale Paolo Di Laura Frattura, in qualità di commissario ad Acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, ha approvato il Piano Regionale della Riabilitazione 2014-2016, con il quale si propone, tra l’altro, di “riqualificare la spesa e ridurre il deficit di gestione attraverso un recupero dell’ appropriatezza della prestazioni”. Rilevato che in Molise la riabilitazione svolge spesso una funzione vicaria rispetto all’esigenza di interventi di tipo sociale, il presidente evidenzia che il punto cruciale del piano è costituito dalla rimodulazione dell’accreditamento dei centri riabilitativi, che dovrebbe concorrere con la rivalutazione dei programmi individuali degli assistiti, a cura dell’Unità di Valutazione multidimensionale dell’ASREM. “Il recupero degli oneri inappropriati sarà destinato a coprire esigenze oggi in gran parte scoperte, come nel caso dei minori che presentano disabilità plurisensoriale e dei minori con disturbi neuropsichiatrici”, afferma il presidente.

A Termoli e nel basso Molise gli effetti del nuovo piano di riabilitazione sono arrivati dopo appena due settimane. La Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio onlus, in data 17 novembre, comunica alle organizzazioni sindacali interessate l’intenzione di cedere nel mese di dicembre 2014 il ramo di azienda relativo ai presidi e centri ambulatoriali molisani ad una nuova società denominata “Centri di riabilitazione molisani srl”, costituita – nientepopodimeno che – in pari data! La fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio onlus, presente nel Molise dal 1972, si occupa in maniera prevalente della riabilitazione e delle problematiche riguardanti l’età evolutiva. Un compito assolto a Termoli e nei comuni interessati con grande professionalità e passione dai terapisti (fisioterapisti, psicologi, psicomotricisti, logopedisti) innamorati del proprio lavoro e dei piccoli utenti. È una realtà che, nello spirito di quella che dovrebbe essere una onlus, ha messo al primo posto la persona e non il profitto. Oggi viene recisa come un ramo secco e improduttivo, lasciando nell’incertezza lavoratori e famiglie.

Le criticità legate al trasferimento sono essenzialmente di due ordini, legati alla natura dell’acquirente ed al destino dei lavoratori. La Centri di riabilitazione molisani srl, costituita con un capitale sociale di appena 10.000 Euro, sembra avere scarsa consistenza patrimoniale e organizzativa. I suoi unici dipendenti sarebbero infatti i 26 terapisti facenti parte del ramo d’azienda ceduto. Ai lavoratori, sganciati dalla Fondazione che ha circa 400 dipendenti, non potrà applicarsi neanche la garanzia di cui all’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro non è assicurato in quanto nella nuova società, i cui dipendenti sono meno di 60, non viene superato il numero di 15 unità in nessuna unità produttiva. L’assenza di garanzie per i lavoratori si traduce inevitabilmente nell’assenza di garanzie per la continuità delle terapie, in danno dei bambini con disabilità e di tutti gli utenti dei centri molisani.

La Fondazione Centri Padre Pio ha giustificato la  cessione ai  lavoratori, dichiarando di non essere in grado di far fronte ai costi degli ambulatori molisani, scaricando le colpe sulla Regione Molise, rea di non aver mai voluto instaurare un dialogo. La Regione Molise, attraverso l’assessore Michele Petraroia, ha negato seccamente di essere a conoscenza della cessione e di aver mai ricevuto richieste di alcun tipo dalla Fondazione. Ha affermato di essere venuta a sapere del trasferimento solo a seguito delle sollecitazioni dei lavoratori dei centri Padre Pio.

C’è un passaggio che non torna, però. Perché, nel nuovo Piano di Riabilitazione del 3 novembre firmato dal presidente Frattura, i quattro centri molisani facenti capo alla Fondazione Centri Padre Pio – da sempre dotati di 4 codici diversi ai fini dell’accreditamento – vengono definiti “da unificare” sotto un unico codice, come se costituissero un unico corpo separato? E tutto appena due settimane prima della diffusione delle notizie riguardanti la cessione?

Si spera che in questa incerta storia di onlus che non fanno le onlus, di acquirenti privi di mezzi e di lavoratori sulla graticola, qualche punto fermo arrivi dall’incontro che si terrà in data 19 dicembre presso l’assessorato del Lavoro, alla presenza di tutte le parti coinvolte. L’assessore Petraroia ha dichiarato con fermezza di voler far intendere al nuovo proprietario di non considerare l’accreditamento come un fatto scontato. L’ accreditamento sarà confermato se – e solo se – la nuova società sarà in grado di garantire gli standard di eccellenza che hanno caratterizzato l’operato dei terapisti della Fondazione in Molise, in primo luogo per quanto riguarda i bambini con disabilità.

In gioco c’è il futuro di tanti bambini molisani, che hanno diritto alle migliori cure ed alle migliori terapie possibili. Questo, e non altro, deve essere l’obiettivo. Le persone, prima dei profitti.  ☺

 

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