Un’amicizia straordinaria
5 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
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Un’amicizia straordinaria

Per più di 35 anni della mia vita ho lavorato da traduttrice ed interprete. Centinaia di volte ho ricevuto persone venute da paesi lontani, ho trascorso con loro giornate, o settimane, e qualche volta anche mesi. Ho conosciuto storie di vita, di prigionia, di lotta armata sulle montagne o di lavoro clandestino nelle città. Con molti di loro ho anche stretto amicizia, e naturalmente, quando il tempo della loro visita nel mio paese era giunto alla fine e dovevamo dirci addio, è stato sempre un momento difficile e triste. Con molti di loro ho conservato l’amicizia attraverso lettere e, quando è stato possibile, per telefono. Molti di questi amici, troppi, li ho persi. Non avevo più contatti né segni di vita, e spesso ho dovuto leggere sui giornali che erano stati imprigionati nelle carceri dei loro paesi, o reclusi e uccisi, o morti in combattimento sulle montagne. Per farla breve, sono quasi un’esperta in questioni di separazioni e di amicizie a distanza.

Per questo non avrei mai pensato che la partenza di un amico che se ne è andato ma che è rimasto vicino, a una distanza di meno di 30 km, mi avrebbe fatto tanto male, e mi avrebbe fatto riflettere per giorni e notti sull’amicizia e su quello che un’amicizia può significare. Finalmente sono arrivata ad una conclusione, ed è quella che voglio condividere con voi, cari lettori.

Ho capito che questa volta si trattava di un’amicizia straordinaria, perché è stata la prima amicizia con una persona che veniva da un mondo differente dal mio. Sono sicura che molti anni fa non avrei dato spazio nella mia vita a questa amicizia, perché, come si dice da noi, “ho nuotato nel mio stesso brodo”.

Le amicizie che ho costruito nel passato erano con persone che, rispetto all’origine del mondo, rispetto a quello che succede quando lasciamo questo mondo, avevano le stesse mie idee, e questa comune base ideologica offriva il terreno perché potesse nascere e fiorire l’amicizia. Questa volta, invece, è stato diverso. Sapevo benissimo che il mio nuovo amico aveva altre idee sull’origine del mondo e su quello che ci succede dopo la morte, ma questo, improvvisamente, non aveva importanza, perché le nostre idee su quello che bisogna fare qua, sulla terra, in ogni istante della nostra vita, coincidevano, e questo bastava per essere amici. Non so se è a causa della mia età (dicono che più si avanza nella vita, più si impara), ma la scoperta della possibilità di stringere amicizia con persone che su molte questioni la pensano diversamente da me, mi ha arricchito, e molto, ed è forse per questo che una distanza di meno di 30 km mi fa più male che una distanza di migliaia di km. Sarà perché ho anche capito che avrei potuto scoprire questa verità molti anni prima, se non avessi usato i paraocchi. Pensavo che i paraocchi mi potessero servire per non perdere la strada dritta; non avevo capito che la mia vita sarebbe stata più ricca se mi fossi permessa di esplorare i prati confinanti la mia strada.

Voglio ringraziare il mio amico per avermi fatto capire questa verità. Spero che non sia troppo tardi, spero che nel futuro mi possa ancora servire.☺

 

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