Uomini ed eroi
5 Maggio 2017
La Fonte (351 articles)
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Uomini ed eroi

Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era andata persa”. Queste parole, pesanti come macigni, sono state pronunciate da Alex Zanardi, ex campione automobilistico e paraciclista, all’indomani del terribile incidente che gli ha causato la perdita degli arti inferiori. La gente ama parlare di Alex Zanardi, come di un eroe, un essere quasi ultraterreno, per il modo in cui ha reagito alla tragicità di un evento, che nell’ immaginario e nelle aspettative collettive avrebbe dovuto regalarlo all’ oblio ed alla rassegnazione di una vita spezzata. In ogni caso, questo è stato il tenore dei commenti che ho sentito in occasione delle scorse paraolimpiadi, riservato a quei favolosi atleti, che si sono sfidati a Rio de Janeiro in questo settembre.

Eroi, altro da noi. Come se appartenessero ad un’altra specie ed un’altra razza. Niente di più sbagliato. Sono uomini e donne, che vivono nel mondo reale, nel mondo che un giorno osanna “gli eroi” ed il giorno dopo occupa i parcheggi riservati.

Troppo spesso la figura della persona con disabilità viene vista e vissuta con distacco. L’atteggiamento di chi considera il disabile un eroe non è poi, nella sostanza, così distante da chi lo considera un diverso. A conti fatti nell’ uno e nell’altro caso, si percepisce un distacco dalla dimensione che realmente appartiene ad Alex ed a tutti gli atleti, che è la dimensione umana. Parimenti, nella vita quotidiana, le famiglie delle persone con disabilità, non sono composte da supereroi o da creature ultraterrene investite da una missione speciale. Sono uomini, sono donne, con tutti i loro difetti ed i lori pregi.

Viviamo in una società dove le distanze tra gli uomini sono ancora tante, dove ancora non tutti i cittadini hanno pari diritti e pari dignità davanti alla legge. Per le persone con disabilità il divario dai così detti normodotati è tremendamente ampio. Lo Stato che celebra le imprese degli atleti paraolimpici è lo stesso Stato che ha relegato le politiche sociali in un angolo marginale della programmazione. La stessa legge sul cd. “dopo di noi”, che si occupa delle persone con disabilità, una volta venuta meno la famiglia di origine, ancora imperfetta nella sua formulazione e nei suoi intenti, è figlia della disperazione e dell’abbandono riservato per anni a tante famiglie. La legge sulla cd. “vita indipendente” è ancora un miraggio, nella sua applicazione fattiva. L’inclusione scolastica, di fronte alle gravi carenze di organico degli insegnanti di sostegno e alla difficoltà di ottenere un assistente alla persona, è ancora, dopo oltre 40 anni, un miraggio. Le barriere architettoniche, tuttora esistenti in tutte le città, impediscono di fatto la libera circolazione delle persone con disabilità. Le stazioni dei treni sono spesso inaccessibili a chi si sposta con la sedia a rotelle.

Perciò è troppo facile parlare di eroi, rivolgendosi a chi si industria ogni giorno per vivere, nonostante si trovi di fronte un mondo inadeguato. Non ha senso chiamare eroe Alex Zanardi, che ha scelto di vivere la vita nella sua pienezza e di affermare la sua essenza di uomo, al di là delle apparenze e delle circostanze. Tutti gli uomini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Non si può tollerare che questa essenziale verità venga ancora calpestata. Eroe, allora, semmai è chi sposa questa verità e ne fa un modello esistenziale. ☺

 

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