Venezia-molise reportage
3 Luglio 2015 Share

Venezia-molise reportage

Venezia, quando piove, è un luogo impossibile. Immaginate un uovo d’acqua, voi in mezzo, sbandate ovunque intorno, manca il baricentro, perché siete in vaporetto. Le persone intorno a voi boccheggiano, molti hanno grandi valige zebrate o a pois o zaini voluminosissimi, con i quali solcano le file di pesci passeggeri che boccheggiano ad occhi chiusi, viso madido, branchie-pinne di respirazione ansanti.Il vaporetto avanza lentamente, le gocce incalzanti della pioggia fra Mestre e Venezia velano ma non impediscono di vedere la grande favola e il grande mito di palazzi gentilizi con lampadari di cristallo a gocce quanto la mia casa e gente vestita per grandi occasioni che scivola, plana su sedie di velluto per cenare, o prendere un drink, o festeggiare un evento fra i tanti.

Stanotte è la notte dei musei che saranno aperti ovunque, ma anche delle grandi mangiate, mentre gondole non più silenziose ma occupate da cantanti napoletani e passeggeri in gran parte orientali solcano canali e canaletti, i turisti coperti di opalescenti impermeabili che rendono tutti pesci surgelati o ombrellini minimi da operetta. Spesso qualche Stanga a coscia lunga solca i ponti indomabile; nulla e nessuno la ferma nella sua bellezza e nella sua opulenta eleganza.

E i veneziani?

Di là da porto Marghera attraversato ieri mattina in compagnia di Vito, medico esperto di cause sul lavoro anche per avvelenamento e pericolosità, e quindi di come l’amianto sia vicino alle baruffe chiozzotte, di là da Mestre, triste periferia di una gioiosa Venezia del Casinò, del ponte Rialto, delle signore in nero e in oro a schiena nuda, zigomi, bocca seno rifatti, di là da uomini artefatti, muniti di abbronzatura e piglio manageriale, i veneti sono con noi a boccheggiare. Padre e figlio discutono se dormire un poco di più, la domenica mattina e poi giocare o uscire, una mamma con passeggino munisce non di mascherina ma direttamente di telo di plastica il tutto ,prima di scendere dal vaporetto,  militarizzato personale con voce aliena dice “come out come in” andate avanti che c’è posto, perdendo perfino la bonomia ironica del vecchio Aldo Fabrizi nel personaggio di bigliettaio d’autobus romano. A proposito i biglietti di andata e ritorno fra Mestre e Venezia costano 28 euro per quattro corse, un gelato baby, due gusti in coppa a tavolino 5,50, non oso pensare un caffè da Rosati.

In questa blade runner è avvenuto qualcosa di bello di magico, anche se ci siamo mosse “a una certa età” come direbbero gli inesperti. A palazzo Palumbo Fossati è avvenuto un piccolo miracolo. Attraversando piazzette silenziose e stupefacenti, con il cielo che si rasserenava, c’è una galleria d’arte, dove è avvenuto il tutto:un vernissage , con perfomance poetico-musicale e attrice in scena

Avevo scritto nella presentazione: “Rigorosa affermazione, nello spazio e nel tempo dei mondi possibili, dello smaniare della ragione; là dove questa costringe a volumi noti, s’increspa, al momento del salto, nell’attimo oscuro che sta fra il tasto bianco e il tasto nero, nella vertigine fra un rigo scritto e l’altro. È lì che dobbiamo ascrivere l’arte, delle artiste; in questa zona zero del cuore dove il desiderio conosce l’indicibile e lo mette al di fuori della scena non a ludibrio ma a diffusione e perdita del sé come osanna onirico, come sfida del perturbante femminile al logos maschile per cui la pallida materiadell’inascoltata si erge verso-contro il nero cronos dell’ ascoltatore. “the evening is closing fast”  continued Elena “and I shall be overtoken by the storm” Schedoni still mused and muttered “the storm, say you? Why ay, let it come” (The Italian). Che arrivi la tempesta” (dalla presentazione camera o scena Loredana Alberti).

Ed è stato così, è avvenuta una piccola rivoluzione copernicana, qualche signora bene e raffinata ha parlato ininterrottamente durante la performance, ma in generale la rivoluzione è avvenuta. Il pubblico si è appassionato alla voce, alle parole, alla musica, ai gesti. Le sculture, i quadri sono apparsi magici. La notte dei musei non è stata una notte dei morti viventi ma un raro incendio d’arbusto, quello sacro, forse. Chissà.☺

Graphics
5 out of 5
Gameplay
4.5 out of 5
Sound
3 out of 5
Storyline
4 out of 5
Overall

Sint timeam cum id, pri te aliquip appareat. Cetero democritum qui ex, reque omittam sensibus ei qui, et labore vituperata usu. Ubique ceteros te duo, prima oblique instructior eos te, mei detracto vivendum te. Ea sed lucilius sententiae dissentiet, deleniti salutatus philosophia te per, ipsum etiam vis ea.

4.13

Good
4.13 out of 5