No al Referendum sul Tunnel di Termoli. Il Consiglio: "siamo a favore della consultazione popolare, peccato per il quesito"

Un consiglio “blindato” fa indignare i cittadini

Il consiglio comunale del 22 settembre ha messo una parola fine al sogno di tanti cittadini e comitati che richiedevano a gran voce di dire la loro su tre scelte strategiche che riguardano il futuro della città rivierasca. Un consiglio indetto insolitamente di mattina, quello sull’ammissibilità dei quesiti referendari termolesi – sull’acquisizione dell’ex cinema Adriatico, sullo spostamento del tracciato ferroviario e, soprattutto, sull’opera di riqualificazione del centro cittadino (tunnel, parcheggi e “opere annesse”). Nonostante l’orario, la sala dell’assise civica è stata presa d’assalto da tanti cittadini e da una delegazione di studenti, cosa che non accadeva dai tempi delle battaglie contro la Turbogas. È stato anche uno dei consigli più movimentati che Termoli ricordi, con scontri verbali, a volte quasi fisici, tra privati cittadini e consiglieri, con la presidente del consiglio, Manuela Vigilante, impegnata nel tenere a bada gli umori, il vociare in sala, le manifestazioni di dissenso, che riecheggiavano dietro ai vari “buffoni”, “vergogna”..

Il quesito “inammissibile”

L’ultimo round dello scontro a muso duro tra l’Amministrazione rivierasca e i comitati promotori dei referendum è stata aperta dall’audizione di un portavoce del coordinamento “no tunnel”, Valerio Fontana, che ha spiegato perché riteneva infondato il giudizio di inammissibilità dei quesiti ed in particolare quella locuzione “opere annesse”, voluto dai comitati per prevenire che eventuali modifiche al progetto rendessero obsoleto il quesito, proposto al vaglio della commissione giudicatrice. È stata proprio quell’espressione, invece, a far tendere il giudizio dei quattro avvocati verso il rigetto. Perché? Secondo gli esperti di diritto, perché vago e fuorviante. Eppure, come ha ricordato nel suo intervento il consigliere Michele Marone, la commissione referendaria aveva il compito, secondo il “regolamento di partecipazione”, di lavorare di concerto con i proponenti al fine di aiutarli nel redigere quesiti comprensibili e formalmente corretti. E allora ci chiediamo: perché sembrano aver osteggiato i comitati? Quando convocarono lo stesso Fontana in commissione, i quattro esperti gli avanzarono perplessità circa il quesito su tunnel e riqualificazione e gli suggerivano di rivederlo, senza troppe indicazioni. Così il rappresentante di Termoli Decide optò per una correzione lì, su due piedi, per evitare ulteriori lungaggini (era trascorso un anno e mezzo da quando i comitati chiedevano l’insediamento della commissione, sperando nell’accoglimento della domanda). I quattro avvocati dissero al giovane portavoce “sei sicuro di volerlo cambiare?”, quasi sperando di averlo colto in fallo. E così è stato. Non una concertazione, né ulteriori chiarimenti, ma un vero e proprio tranello, secondo i comitati.

Gli interventi dei consiglieri

Ma torniamo in consiglio. Il primo intervento è stato di Nicola Di Michele (m5s), che è stato interrotto dopo due minuti perché cercava di entrare nel merito del progetto di riqualificazione. Formalmente nulla da eccepire: come ricordato dalla Vigilante, il consiglio era riunito per discutere della sola ammissibilità dei quesiti, non delle opere ad essi collegate. Ma è altrettanto vero che, come denuncia Di Michele, delle opere non si è mai parlato nella casa del popolo ed il progetto di tunnel e “opere annesse” è stato discusso solo in Giunta e deciso dalla firma di quattro o cinque persone. Altri appelli accorati si sono levati dai banchi dell’opposizione, con Paradisi e Marinucci (sel) che ricordavano ai colleghi il lungo percorso, condiviso, per l’approvazione del regolamento che permette a Termoli di indire referendum cittadini. Secondo paese in regione, dopo Bonefro, ad aver inserito nel proprio statuto la consultazione popolare. Mentre dagli scranni della maggioranza si continuava a sottolineare l’inammissibilità formale dei quesiti, Marinucci, che quel regolamento aveva a suo tempo (2011) proposto e redatto, ha cercato di smentirli, ricordando i casi di inammissibilità. Unico intervento di maggioranza di natura diversa è stato quello del consigliere Cocomazzi, che richiamava le eventuali penali da pagare alla ditta De Francesco in caso di dietrofront. A lei ha risposto Marone: “avevamo chiesto di discutere della questione ben prima che si procedesse con l’iter autorizzativo e ci avevate assicurato che un’assicurazione avrebbe coperto eventuali penali”. Questo è uno dei punti più oscuri dell’accordo di partenariato siglato tra il Comune e la ditta proponente: in una postilla si legge che “In caso di una mancata realizzazione di alcune opere o di parte del progetto per causa imputabile al Comune di Termoli, il Comune si impegna a versare una penale pari al valore dell’investimento non realizzato dal Concessionario ed a risarcire il mancato utile quantificato in base al piano finanziario dello stesso”. Un assurdo.

Invito al “dibattito pubblico”, definito una farsa dai comitati

In ultimo, due commenti hanno animato ulteriormente il pubblico in sala: quello del consigliere Sciandra, che ha rimarcato “noi siamo favorevoli al referendum in sé, è il quesito che non va” e quello del Primo Cittadino Sbrocca che, sulla falsa riga del consigliere, ha aggiunto che la sua è un’Amministrazione molto attenta al parere dei cittadini, “peccato” che il quesito non sia stato formulato a dovere (sic!). Il Sindaco ha poi invitato tutti a partecipare al “dibattito pubblico”, a suo dire pionieristico in Italia, dove però – a onor del vero – i cittadini, connessi ad un computer, possono solo commentare e suggerire migliorie, senza avere il diritto di bocciare l’opera. Sbrocca ha infine ribadito che non si è mai sottratto ad un confronto e che è pronto a difendere le sue scelte vis-à-vis, qualora qualcuno lo invitasse. Volendo dimenticare la sua assenza al tavolo di concertazione con la Regione e i comitati sullo spostamento del tracciato ferroviario, i comitati e questa redazione stanno valutando la fattibilità di un vero incontro pubblico. Vedremo se il Sindaco manterrà la sua parola.