Il 23 settembre scorso è stata inaugurata a Roma presso la Sesto Senso Art Gallery la mostra molisana La donna nell’arte, patrocinata dalla Pari Opportunità della Regione Molise in collaborazione con la Regione Lazio.
Ciò che colpisce di più non era che ci fossero tante artiste molisane (Mariagrazia Colasanto, Sara D’Uva, Nadia Comegna, Giulia Magnaguagno, Irene Petrafesa, Elena Maglione, Cristina Valerio, Carlotta Ruggirello, Antonella Mastropietro) ma che una di queste, Giulia Magagnini, era una molisana adottata.
Di solito si parla di ragazzi della nostra Regione che vanno a studiare in altre zone d’Italia, ma raramente si sente dire che giovani di altre regioni si trasferiscano nella “capitale” del Molise. Giulia, romana doc, 27 anni, dopo essersi laureata all'Accademia delle Belle Arti di Roma, è venuta a vivere circa tre anni fa a Campobasso con tavolozza e pennelli e qui esercita il suo estro pittorico.
Cara pittrice, come mai hai deciso di lasciare una città dalle mille opportunità come Roma per la piccola Campobasso?
Basta dire che di mostre ne ho fatte più qui che a Roma. Ho partecipato a Matrice Arte e ho esposto in librerie (per esempio presso “La Scolastica”) e, volutamente, in altri luoghi non proprio deputati alle mostre cosicché tutti potevano essere assaliti da un briciolo di arte nei momenti più impensabili della loro giornata.
Come ti sei trovata in mezzo ai molisani?
Qui rispetto a Roma è tutto più raccolto, forse è per questo che ho conosciuto molte persone dell'ambiente che erano disponibili a portare eventi culturali nella propria città. Tuttavia il prezzo da pagare per non dimenticare la propria cultura e le proprie tradizioni millenarie è una sorta di chiusura e diffidenza verso tutto ciò che è nuovo e che, dunque, è nelle mani dei giovani.
Credi che Campobasso sia una città che dà spazio agli artisti o si potrebbe fare in più?
In realtà sono rimasta a bocca aperta e naso all'insù ad ammirare i murales che hanno realizzato al Terminal alcuni dei più importanti writers della scena artistica italiana. Questo fatto, nonostante le contestazioni che ci sono state, è sicuramente un buon segno…
Quali sono le tue principali linee pittoriche?
La mia arte è un continuo studio sui temi del corpo, dei legami, dell'identità attraverso l'utilizzo di disegno, pittura e fotografia.☺
o.sanese@inwind.it
Il 23 settembre scorso è stata inaugurata a Roma presso la Sesto Senso Art Gallery la mostra molisana La donna nell’arte, patrocinata dalla Pari Opportunità della Regione Molise in collaborazione con la Regione Lazio.
Ciò che colpisce di più non era che ci fossero tante artiste molisane (Mariagrazia Colasanto, Sara D’Uva, Nadia Comegna, Giulia Magnaguagno, Irene Petrafesa, Elena Maglione, Cristina Valerio, Carlotta Ruggirello, Antonella Mastropietro) ma che una di queste, Giulia Magagnini, era una molisana adottata.
Di solito si parla di ragazzi della nostra Regione che vanno a studiare in altre zone d’Italia, ma raramente si sente dire che giovani di altre regioni si trasferiscano nella “capitale” del Molise. Giulia, romana doc, 27 anni, dopo essersi laureata all'Accademia delle Belle Arti di Roma, è venuta a vivere circa tre anni fa a Campobasso con tavolozza e pennelli e qui esercita il suo estro pittorico.
Cara pittrice, come mai hai deciso di lasciare una città dalle mille opportunità come Roma per la piccola Campobasso?
Basta dire che di mostre ne ho fatte più qui che a Roma. Ho partecipato a Matrice Arte e ho esposto in librerie (per esempio presso “La Scolastica”) e, volutamente, in altri luoghi non proprio deputati alle mostre cosicché tutti potevano essere assaliti da un briciolo di arte nei momenti più impensabili della loro giornata.
Come ti sei trovata in mezzo ai molisani?
Qui rispetto a Roma è tutto più raccolto, forse è per questo che ho conosciuto molte persone dell'ambiente che erano disponibili a portare eventi culturali nella propria città. Tuttavia il prezzo da pagare per non dimenticare la propria cultura e le proprie tradizioni millenarie è una sorta di chiusura e diffidenza verso tutto ciò che è nuovo e che, dunque, è nelle mani dei giovani.
Credi che Campobasso sia una città che dà spazio agli artisti o si potrebbe fare in più?
In realtà sono rimasta a bocca aperta e naso all'insù ad ammirare i murales che hanno realizzato al Terminal alcuni dei più importanti writers della scena artistica italiana. Questo fatto, nonostante le contestazioni che ci sono state, è sicuramente un buon segno…
Quali sono le tue principali linee pittoriche?
La mia arte è un continuo studio sui temi del corpo, dei legami, dell'identità attraverso l'utilizzo di disegno, pittura e fotografia.☺
Il 23 settembre scorso è stata inaugurata a Roma presso la Sesto Senso Art Gallery la mostra molisana La donna nell’arte, patrocinata dalla Pari Opportunità della Regione Molise in collaborazione con la Regione Lazio.
Ciò che colpisce di più non era che ci fossero tante artiste molisane (Mariagrazia Colasanto, Sara D’Uva, Nadia Comegna, Giulia Magnaguagno, Irene Petrafesa, Elena Maglione, Cristina Valerio, Carlotta Ruggirello, Antonella Mastropietro) ma che una di queste, Giulia Magagnini, era una molisana adottata.
Di solito si parla di ragazzi della nostra Regione che vanno a studiare in altre zone d’Italia, ma raramente si sente dire che giovani di altre regioni si trasferiscano nella “capitale” del Molise. Giulia, romana doc, 27 anni, dopo essersi laureata all'Accademia delle Belle Arti di Roma, è venuta a vivere circa tre anni fa a Campobasso con tavolozza e pennelli e qui esercita il suo estro pittorico.
Cara pittrice, come mai hai deciso di lasciare una città dalle mille opportunità come Roma per la piccola Campobasso?
Basta dire che di mostre ne ho fatte più qui che a Roma. Ho partecipato a Matrice Arte e ho esposto in librerie (per esempio presso “La Scolastica”) e, volutamente, in altri luoghi non proprio deputati alle mostre cosicché tutti potevano essere assaliti da un briciolo di arte nei momenti più impensabili della loro giornata.
Come ti sei trovata in mezzo ai molisani?
Qui rispetto a Roma è tutto più raccolto, forse è per questo che ho conosciuto molte persone dell'ambiente che erano disponibili a portare eventi culturali nella propria città. Tuttavia il prezzo da pagare per non dimenticare la propria cultura e le proprie tradizioni millenarie è una sorta di chiusura e diffidenza verso tutto ciò che è nuovo e che, dunque, è nelle mani dei giovani.
Credi che Campobasso sia una città che dà spazio agli artisti o si potrebbe fare in più?
In realtà sono rimasta a bocca aperta e naso all'insù ad ammirare i murales che hanno realizzato al Terminal alcuni dei più importanti writers della scena artistica italiana. Questo fatto, nonostante le contestazioni che ci sono state, è sicuramente un buon segno…
Quali sono le tue principali linee pittoriche?
La mia arte è un continuo studio sui temi del corpo, dei legami, dell'identità attraverso l'utilizzo di disegno, pittura e fotografia.☺
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