
Agli alunni e… ai genitori
Cari ragazzi,
la scuola è finita da qualche settimana e, come di consueto, anche quest’anno ho scelto così: niente compiti per le vacanze. Quando, da qualche genitore, mi sento dire “Mi raccomando, assegni qualcosa, altrimenti cosa fanno questi ragazzi tutto il giorno?”, mi sale un misto di rabbia e tristezza. Anzitutto, non è compito mio organizzare il vostro tempo in estate (già me ne occupo a sufficienza in inverno, no?), né tantomeno è gratificante utilizzare uno dei risvolti del mio lavoro (ossia l’assegno pomeridiano) per sopperire agli orari in cui la ludoteca o il campus sono chiusi.
Ma poi… ascoltatemi.
I “compiti” per le “vacanze” sono un ossimoro. Un ossimoro, ricordiamolo, è l’accostamento – spesso usato in poesia – fra due parole che hanno significato opposto. Se ci sono compiti, non sono vacanze e, se siamo in vacanza, non si fanno compiti. O no?
Suonato l’ultimo campanello, è ora che il cervello stacchi dalla scuola, per bene: abbandonare libri e quaderni è, secondo il mio modesto parere (supportato però da quello di alcuni psicologi), il modo più semplice ed efficace per ricaricare energie ed abbassare i livelli di stress. Se poi, tra gli studenti a riposo, capitano inevitabilmente quelli che di riposo avrebbero meno bisogno perché, magari, hanno lavorato pochino durante l’anno scolastico, amen. Riposeranno anche loro. Sarebbe inutile, penso, assegnare a qualche compagno più pigro o più lentuccio “i compiti per le vacanze”, perché dubito fortemente che ciò che non si è fatto – per pigrizia, o superficialità o difficoltà – durante l’anno scolastico, possa essere tamponato o recuperato con un serio impegno estivo.
No, in vacanza si deve riposare, tutti. Come desideriamo staccare e rilassarci noi docenti, così avete il diritto di fare voi. È quel diritto umano allo svago e al gioco che vi insegniamo sempre a scuola, specie quando ci avviciniamo al 20 novembre, Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Quelle cose che ci diciamo là, vanno poi messe in pratica!
In secondo luogo, quando mi sento dire “Ma così dimenticano tutto!” mi viene da ridere. O da piangere? Mi spiego. In questo modo vi sottovalutiamo, da un lato. E, dall’altro, sottovalutiamo il nostro lavoro.
Se tutto quello che facciamo durante l’anno scolastico, l’attenzione ai tempi, alle metodologie, alle spiegazioni, alle tecniche di apprendimento… e quant’altro, può essere spazzato via da un paio di mesi di ghiaccioli e corse in bicicletta, ma che razza di apprendimento efficace abbiamo promosso? È deprimente pensare che un’estate come tante possa passare un colpo di spugna su nove mesi di cammino insieme. No, non ci credo. Anche perché, se avete appreso davvero, avete trattenuto. E basterà un ripasso intelligente, mirato, per rinfrescare la memoria e ripartire.
Non siete gallerie di passaggio di flussi di informazioni, ma terreni fertili sui quali seminiamo. Ma poi, chi li farebbe questi compiti? Chi ha più bisogno, ha bisogno di un docente che lo segua, non di fare i compiti da solo e magari non capirci nulla. E chi non ha bisogno, può stare anche senza far compiti per due mesi, perché ha assimilato bene, perché ha bisogno veramente di tanto riposo. O no?
Insomma, ragazzi, non la faccio lunga.
Leggete, questo sì, sarà il modo migliore per continuare a studiare grammatica (!) e, soprattutto, per allenare il cervello a viaggiare, emozionarsi, scoprire nuovi mondi e nuovi aspetti di voi. Ma… lasciate stare i compiti. Niente assegni, niente esercizi. Mangiate ghiaccioli, andate in bici… e annoiatevi pure, se proprio vi avanzerà il tempo. Che la noia fa pur sempre parte della vita di un bambino o di un adolescente. Ci vediamo a settembre.
Un abbraccio e buone vacanze!☺