Agricoltura sostenibile
18 Marzo 2016
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Agricoltura sostenibile

All’Art. 1,  il Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 228 “Orientamento modernizzazione del settore forestale, a norma dell’articolo 7 della legge 5  marzo 2001, n. 57”, recita: “E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse. Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine. Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge”.

Il D.P.R. 5 ottobre 2010 n. 207, all’art. 3 lettera n definisce la manutenzione come “la combinazione di tutte le azioni tecniche, specialistiche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, volte a mantenere o a riportare un’opera o un impianto nella condizione di svolgere la funzione prevista dal provvedimento di approvazione del progetto”.

Il concetto di “Multifunzionalità” in agricoltura contempla il ruolo dell’ imprenditore agricolo quale presidio culturale, sociale e territoriale del paesaggio.

Nei più recenti programmi dei Lavori Pubblici, in linea con le politiche europee 2014-2020, relative all’azienda agricola multifunzionale sostenibile, sono considerati prioritari i lavori di manutenzione, con tanto di sottoprogrammi relativi a monitoraggi, controlli, verifiche e frequenze con ordini temporali degli interventi finalizzati alla conservazione del bene.

Nel territorio del nostro Paese, colpito con sempre maggiore frequenza da frane ed alluvioni, sono state e sono numerose le opere pubbliche realizzate per la prevenzione dei rischi idrogeologici. Un territorio, il nostro, caratterizzato da borghi e città storiche, da pregiati paesaggi, da agglomerati industriali produttivi posti lungo i fiumi, da infrastrutture puntuali e lineari, necessita sempre più di interventi di conservazione, riqualificazione e, soprattutto, di manutenzione. Il ruolo, che può e deve esercitare l’azienda agricola multifunzionale, è non solo quello di produrre beni alimentari e diffondere e realizzare pratiche di lavoro basate sulla tutela e la valorizzazione dell’ambiente, ma anche quello di rendersi soggetto in grado di erogare servizi all’ambiente, a partire dalla conservazione del paesaggio.

Una pluralità di ambiti di natura diversa (economica, sociale, ambientale, culturale, istituzionale), sempre e comunque, strettamente interconnessi tra loro, come l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, le attività didattiche in fattoria, la conservazione e il miglioramento della biodiversità, la sicurezza idrogeologica, attraverso la gestione del reticolo idrografico minore, i servizi alla popolazione, il recupero di culture e tradizioni anche attraverso la rivalutazione dei prodotti nostrani, tramite la filiera corta, la riqualificazione degli spazi rurali connessi alle attività produttive e del patrimonio edilizio esistente, la tutela attiva del patrimonio storico e la promozione turistica.

Rientra, l’agricoltura multifunzionale, nel concetto più ampio di “agricoltura post moderna” che pone l’essenza stessa del coltivare nella costante e continua ricerca d’equilibrio fra tradizione e innovazione. Siamo, cioè, di fronte ad un’agricoltura “plurale”, caratterizzata dalla diversificazione delle attività produttive da un lato e della sua multifunzionalità dall’altro. D’altronde, mai come oggi, il ruolo economico e sociale dell’agricoltura incide sul piano geopolitico, sia con l’intensificarsi del commercio agroalimentare mondiale, sia in presenza del “land grabbing” (accaparramento di terreni), che sta disegnando nuovi confini del mondo. Al tempo stesso contempera le esigenze dell’uomo post moderno che cura di più la persona, le proprie scelte e i propri stili di vita, come, appunto, nel caso dell’alimentazione. Senza trascurare le nuove tendenze che “interpretano” i processi produttivi agricoli con la nascita di sempre nuove filiere non alimentari o le forme di agricoltura sociale, sino alla contaminazione della nuova architettura urbana.☺

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