appunti di viaggio
29 Aprile 2013 Share

appunti di viaggio

 

Ho scritto, con amorevole compassione e partecipazione, "diverse memorie" per amici ed amiche conosciuti lungo i sentieri della mia vita. Qualcuno scrisse "ma il nostro Z' Vassilucc'e li conosce tutti!" Mi fece riflettere. Vero è che le parole del dopo si riempiono di nostalgia; decisi, allora, che avrei cercato i miei amori, amici e conoscenti prima dell'accadimento fatale per loro e per me: sono diventato un vagabondo cercatore del "qui ed ora che ci siamo". Quel segmento di vita che si interrompe, mi ha portato a cercare dialoghi con Sorella Morte. No, non per renderla ragionevole e neanche per scongiurarla.

Per questi inconsueti appunti di viaggio ho scelto una strada che a me sembra insolita. Permettete, dunque, che possa percorrere, raccontarvi ed utilizzare un linguaggio di oltre tomba, sapendo già che non sarò molto comprensibile: accettatelo come fosse un ritornello insignificante, come quelle parole inutili che ogni giorno sopportate; qualcuna in più, non guasta e vi permetterà anche di esprimere un giudizio rassicurante sulle vostre percezioni, della serie: "ma costui che cazzo dice!" Vi sentirete così sicuri nelle stive stereotipe delle ragioni e camminerete a testa alta, consapevoli di fatto che le nostre teste sono state già tagliate e rese funzionali alle ragioni della vita che altri hanno raccontato e io, tu dormiamo? Sonni disturbati da richiami costanti del "diavoletto interno", che qualcuno chiama "coscienza", sul nostro essere servi del potere, del denaro, della bellezza funzionale, del sesso, della lunga vita o di qualcos'altro, fossero anche le nostre ragioni; ma, non siamo certo  protagonisti… illusi, ovvero, con una illusione nel panorama della vita, invece che percepirla.

"L'albero della mia bara, raccontava qualcuno, probabilmente è stato già tagliato: la morte non è un gioco, è reale, come del resto lo è la vita". Personalmente, non per scaramanzia, ho già chiesto di usare tavole riciclate da inchiodare attorno a me, avvolto nella coperta che coprirà il mio ultimo sonno sul pianeta, così sono certo che quell'albero non sarà tagliato!

Una volta si facevano gli esercizi della "buona morte". Negli istituti religiosi, ogni mese si preparava il proprio zaino e ci si preparava a partire: bellissimo la sera (!), a cena, essere lì a raccontarsi che avevamo ancora tanta strada da fare, tanti sogni da realizzare e che Sorella Morte e la vita ci davano ancora giorni da vivere in allegria … contrasti di ragioni senza senso, laddove il senso è dato unicamente dal vivere senza ragioni ragionevoli.

Inizialmente l'esercizio aveva un sapore cruento. L'idea che dovevamo stare un giorno e talvolta più giorni, a parlare e sentire sermoni sulla Morte, non era il massimo. Diventò un gioco e una buona occasione per stare zitti e cercare di ascoltare il ribollire della nostra crescita e della nostra vita; in più, in quelle occasioni, si sospendevano le lezioni e tutte le cosiddette attività normali e formative… e scoprivi lentamente che ascoltarsi ed ascoltare non era poi un esercizio da evitare!

Giocando con la Morte, si riscopriva la meraviglia della presenza e della vita, come, anche, l'inutilità di tutte quelle "formazioni" alle quali dovevamo sottometterci! Qualcuno riusciva persino a riprendersi lo stupore e la capacità di partecipare al creato. Quei giorni permettevano di percepire il contenuto e l'intensità del cercare se stessi e di proiettarsi oltre la Morte, in quell'oltre sconosciuto che raccoglie i viandanti dell'infinito… senza stupore, senza ragioni. Diventava evidente che l'esserci nel mondo significasse che significati e viventi si ricongiungessero in un punto di unione comune, "dove" la verità non si declama, ma si cerca, essendo essa dinamica e proiettata all'infinito, come lo sono le persone: uniche verità raccontate nel mistero delle parole che gli uomini e le donne utilizzano di consueto in lingue di ieri e di oggi.

La Morte rende evidente e racconta "quotidie" che Veritas est vir qui adest, poiché colui che non c'è, non può né cercare, né offrire un confronto di altro punto di vista e neanche regalare emozioni al cuore; così come colui che c'è, non è significativo senza un significante "alter", senza l'ascolto dell'oltre e senza le emozioni del cuore.

Accendere gli strumenti, cosiddetti di informazione, ed ascoltare notizie, sempre e comunque mani-polate, giocate sulle regole democratiche, mentre la vita viene costantemente offesa dai viventi, è decisamente una paranoia esistenziale. Ma, cazzo, dormiamo o stiamo svegli? Giocano con le regole e ci fanno credere che abbiano delle ragioni con il loro portafogli gonfio di denari e potere acquistati sulle nostre teste. Provate a sentire le notizie senza ragioni e vi renderete conto che esse sono irragionevoli ed inconsulte, come noi che li stiamo pure a sentire!

La Morte sveglia la vita, … se i viventi sono svegli e non intorpiditi dalle ragionevoli ragioni … e Sorella Morte bisbigliò sottovoce, con dolce nostalgia: Lasciate le vostre ragionevoli ragioni, abbandonate le ragioni della ragione: è la vita che è bella, meravigliosa ed irragionevolmente significativa! perché dopo le mie visite, se così sarà stato, altri racconteranno le emozioni di vita condivise e sparse lungo il sentiero della vostra vita … voi continuerete a vivere e, … e renderete inutile la mia presenza. ☺

 

 

 

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