Culturalmente impreparati?
16 Dicembre 2019
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Culturalmente impreparati?

In un recente servizio televisivo andato in onda su Raitre Molise a proposito del conclamato stallo ed insuccesso dell’avviso pubblico relativo alla legge sul dopo di noi, il presidente Toma ha affermato che nella nostra regione le persone con disabilità e le loro famiglie sarebbero “culturalmente impreparate e timorose” rispetto agli interventi previsti dalla legge.

Poco importa se a fronte degli stanziamenti effettuati (450.000 per l’annualità 2016, 191.500 per l’annualità 2017, 255.500 per l’annualità 2018 – somma non trasferita), per il 2016 i progetti approvati sarebbero appena cinque – di cui tre ancora da finanziare -, mentre per il 2017, anno nel quale l’avviso pubblico ha scelto come beneficiarie le cooperative per la creazione di gruppi appartamento di persone con disabilità, nessuna richiesta è stata approvata. Facile dare la colpa ai destinatari, senza tentare un minimo di autocritica.

Quanto alla preparazione culturale, il presidente forse ignora che le famiglie delle persone con disabilità studiano e si documentano costantemente su quali sono i diritti e le opportunità esistenti sul territorio. Ho conosciuto madri che conoscono la legge 104 a memoria, eppure stanno ancora aspettando che al proprio figlio venga assegnato il sostegno socioeducativo che consente di realizzare pienamente il diritto allo studio del bambino, anche oltre le ore assegnate all’insegnante di sostegno, perché gli Ambiti Territoriali Sociali non hanno più risorse finanziarie sufficienti. Addirittura alcune mamme sono così preparate che sanno addirittura anche che gli interventi per i disturbi dello spettro autistico sono compresi nei livelli essenziali di assistenza, eppure sono così masochiste che sborsano centinaia di euro al mese, perché nella Regione Molise non c’è nessuna copertura finanziaria per le terapie di riferimento, e la relativa legge è stata dichiarata incostituzionale ormai da oltre un anno, senza che siano stati adottati provvedimenti alternativi.

Ancora, ho conosciuto persone con disabilità che, pienamente consapevoli di non essere autonome, in quanto  portatrici di una disabilità motoria come una tetraparesi, si sono viste rifiutare la domanda per il fondo sulle non autosufficienze, perché non abbastanza “non autosufficienti”, avendo la fortuna di non avere disabilità cognitive. Quelle stesse persone chiedono a gran voce interventi alternativi sulla vita indipendente, di cui – per inciso – nel nuovo piano sociale 2020-2022 di zona non vi è traccia, per cui sanno già che dovranno attendere ancora a lungo. Una ragazza molisana con disabilità, Arianna Altieri, ha denunciato alla stampa di non poter usufruire del trasporto pubblico, in condizione di parità con gli altri passeggeri, e la Regione Molise non ha mosso un dito di un assessore per venire incontro a questa esigenza.

Allora, se il presidente è più preparato culturalmente di queste persone, dia una risposta a queste istanze, spieghi alle persone perché molte domande per il dopo di noi sono state rigettate, tanto che alcuni cittadini sono stati costretti a rivolgersi (a proprie spese)  alla giustizia.

Risponda anche a queste domande: l’avviso pubblico sul dopo di noi afferma pienamente il diritto di autodeterminazione della persona con disabilità? La concertazione con le parti sociali interessate viene effettivamente perseguita come un’opportunità di pianificare interventi efficaci?

Attendiamo risposte.☺

 

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