Diventa sempre più imbarazzante, come ha detto il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, continuare ad immaginare Berlusconi alla guida del Governo e a rappresentare l’Italia nel mondo.
È veramente fuori di ogni logica, dire disgustevole è poco quanto nuovamente si è dovuto leggere: il caso Ruby è la conferma di un utilizzo senza regole delle cose pubbliche per soddisfare vizi, passioni, morbosità private che segnano in maniera indelebile un uomo che è amorale e privo di ogni dignità. A rafforzare la mancanza di rispetto delle regole della democrazia e della cosa pubblica le parole di Bossi che non condanna l’azione commessa da Berlusconi, ma, quasi a scagionarlo, ha detto che “Berlusconi non è stato tanto furbo: «quella telefonata alla questura di Milano avrebbe dovuto farla fare a qualcun altro e, magari, avrebbe potuto farsi consigliare da me o da Maroni». Una vergogna che si aggiunge a vergogna: un depravato coadiuvato dal suo fedele alleato, che ha trovato nei sistemi bancari le risorse per fare cassa, pensando a festini con minorenni spacciate per parenti di alte cariche istituzionali di altri Paesi, facendo deridere l’Italia, isolandoci dal contesto internazionale.
L’Italia non ha bisogno di queste figure, di questi uomini al potere che hanno fatto dello Stato e del Paese un affare personale. Mentre loro pensano ai festini, le famiglie sono sempre più in difficoltà. Il Paese è fermo in tutti i sensi. La mancata adozione di provvedimenti a tutela delle famiglie ha portato ad una situazione di gelo demografico: si ha paura di avere figli per non essere ancora più poveri. Siamo all’assurdo, ma questo è il risultato di una politica che ha pensato al bene personale e mai a quello degli altri. In una situazione del genere l’opposizione dovrebbe andare a nozze, ma l’assenza di una leadership carismatica, di idee e programmi, pone seri interrogativi sulla tenuta delle regole di democrazia in Italia dove abbiamo una classe politica di nominati e non di eletti. Stiamo precipitando indecorosamente e non ce ne rendiamo conto.
Considerato che nessun partito ha intenzioni vere volte a modificare l’attuale legge elettorale è il caso che il forum delle associazioni di volontariato e dell’area cattolica si costituisca in comitato per promuovere un referendum elettorale su questa materia.
Alla settimana sociale svoltasi a Reggio Calabria nello scorso mese di ottobre è stato chiesto alla politica, con forza e a chiare lettere, di uscire dalla retorica e affrontare la crisi guardando in faccia i problemi reali. Prima della crisi i poveri in Italia erano intorno a sette milioni, al primo anno di crisi sono saliti ad oltre otto milioni e mezzo e la scala continua a salire. Altro che inversione di tendenza.
Con l’auspicio che si vada presto al voto, ponendo così fine ad un troppo lungo periodo di gestione della cosa pubblica scorretto, volto ad arricchire pochi e causare danno alle famiglie, che sono l’unica ricchezza di una società evoluta, è bene ricordarsi che chi ci rappresenterà ha l’obbligo di avere un comportamento irreprensibile, sobrio nelle parole e nelle azioni, come ha evidenziato nei mesi scorsi l’Avvenire. Mai più un nuovo Berlusconi.
La storia insegna che la vita dell’Italia è stata fortemente caratterizzata dalla presenza e dall’importanza sociale, culturale, spirituale della Chiesa: nel recente passato i cattolici sono stati al Governo ed hanno trasformato il Paese. Ma la storia non basta più. È tempo che “sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi di inferiorità” e pensino veramente al bene comune e ad essere moralmente ineccepibili. Il più bel regalo di Natale: una svolta nella Politica che torni ad essere scritta e pensata con la “P” maiuscola.☺
riformista85@libero.it
Diventa sempre più imbarazzante, come ha detto il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, continuare ad immaginare Berlusconi alla guida del Governo e a rappresentare l’Italia nel mondo.
È veramente fuori di ogni logica, dire disgustevole è poco quanto nuovamente si è dovuto leggere: il caso Ruby è la conferma di un utilizzo senza regole delle cose pubbliche per soddisfare vizi, passioni, morbosità private che segnano in maniera indelebile un uomo che è amorale e privo di ogni dignità. A rafforzare la mancanza di rispetto delle regole della democrazia e della cosa pubblica le parole di Bossi che non condanna l’azione commessa da Berlusconi, ma, quasi a scagionarlo, ha detto che “Berlusconi non è stato tanto furbo: «quella telefonata alla questura di Milano avrebbe dovuto farla fare a qualcun altro e, magari, avrebbe potuto farsi consigliare da me o da Maroni». Una vergogna che si aggiunge a vergogna: un depravato coadiuvato dal suo fedele alleato, che ha trovato nei sistemi bancari le risorse per fare cassa, pensando a festini con minorenni spacciate per parenti di alte cariche istituzionali di altri Paesi, facendo deridere l’Italia, isolandoci dal contesto internazionale.
L’Italia non ha bisogno di queste figure, di questi uomini al potere che hanno fatto dello Stato e del Paese un affare personale. Mentre loro pensano ai festini, le famiglie sono sempre più in difficoltà. Il Paese è fermo in tutti i sensi. La mancata adozione di provvedimenti a tutela delle famiglie ha portato ad una situazione di gelo demografico: si ha paura di avere figli per non essere ancora più poveri. Siamo all’assurdo, ma questo è il risultato di una politica che ha pensato al bene personale e mai a quello degli altri. In una situazione del genere l’opposizione dovrebbe andare a nozze, ma l’assenza di una leadership carismatica, di idee e programmi, pone seri interrogativi sulla tenuta delle regole di democrazia in Italia dove abbiamo una classe politica di nominati e non di eletti. Stiamo precipitando indecorosamente e non ce ne rendiamo conto.
Considerato che nessun partito ha intenzioni vere volte a modificare l’attuale legge elettorale è il caso che il forum delle associazioni di volontariato e dell’area cattolica si costituisca in comitato per promuovere un referendum elettorale su questa materia.
Alla settimana sociale svoltasi a Reggio Calabria nello scorso mese di ottobre è stato chiesto alla politica, con forza e a chiare lettere, di uscire dalla retorica e affrontare la crisi guardando in faccia i problemi reali. Prima della crisi i poveri in Italia erano intorno a sette milioni, al primo anno di crisi sono saliti ad oltre otto milioni e mezzo e la scala continua a salire. Altro che inversione di tendenza.
Con l’auspicio che si vada presto al voto, ponendo così fine ad un troppo lungo periodo di gestione della cosa pubblica scorretto, volto ad arricchire pochi e causare danno alle famiglie, che sono l’unica ricchezza di una società evoluta, è bene ricordarsi che chi ci rappresenterà ha l’obbligo di avere un comportamento irreprensibile, sobrio nelle parole e nelle azioni, come ha evidenziato nei mesi scorsi l’Avvenire. Mai più un nuovo Berlusconi.
La storia insegna che la vita dell’Italia è stata fortemente caratterizzata dalla presenza e dall’importanza sociale, culturale, spirituale della Chiesa: nel recente passato i cattolici sono stati al Governo ed hanno trasformato il Paese. Ma la storia non basta più. È tempo che “sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi di inferiorità” e pensino veramente al bene comune e ad essere moralmente ineccepibili. Il più bel regalo di Natale: una svolta nella Politica che torni ad essere scritta e pensata con la “P” maiuscola.☺
Diventa sempre più imbarazzante, come ha detto il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, continuare ad immaginare Berlusconi alla guida del Governo e a rappresentare l’Italia nel mondo.
È veramente fuori di ogni logica, dire disgustevole è poco quanto nuovamente si è dovuto leggere: il caso Ruby è la conferma di un utilizzo senza regole delle cose pubbliche per soddisfare vizi, passioni, morbosità private che segnano in maniera indelebile un uomo che è amorale e privo di ogni dignità. A rafforzare la mancanza di rispetto delle regole della democrazia e della cosa pubblica le parole di Bossi che non condanna l’azione commessa da Berlusconi, ma, quasi a scagionarlo, ha detto che “Berlusconi non è stato tanto furbo: «quella telefonata alla questura di Milano avrebbe dovuto farla fare a qualcun altro e, magari, avrebbe potuto farsi consigliare da me o da Maroni». Una vergogna che si aggiunge a vergogna: un depravato coadiuvato dal suo fedele alleato, che ha trovato nei sistemi bancari le risorse per fare cassa, pensando a festini con minorenni spacciate per parenti di alte cariche istituzionali di altri Paesi, facendo deridere l’Italia, isolandoci dal contesto internazionale.
L’Italia non ha bisogno di queste figure, di questi uomini al potere che hanno fatto dello Stato e del Paese un affare personale. Mentre loro pensano ai festini, le famiglie sono sempre più in difficoltà. Il Paese è fermo in tutti i sensi. La mancata adozione di provvedimenti a tutela delle famiglie ha portato ad una situazione di gelo demografico: si ha paura di avere figli per non essere ancora più poveri. Siamo all’assurdo, ma questo è il risultato di una politica che ha pensato al bene personale e mai a quello degli altri. In una situazione del genere l’opposizione dovrebbe andare a nozze, ma l’assenza di una leadership carismatica, di idee e programmi, pone seri interrogativi sulla tenuta delle regole di democrazia in Italia dove abbiamo una classe politica di nominati e non di eletti. Stiamo precipitando indecorosamente e non ce ne rendiamo conto.
Considerato che nessun partito ha intenzioni vere volte a modificare l’attuale legge elettorale è il caso che il forum delle associazioni di volontariato e dell’area cattolica si costituisca in comitato per promuovere un referendum elettorale su questa materia.
Alla settimana sociale svoltasi a Reggio Calabria nello scorso mese di ottobre è stato chiesto alla politica, con forza e a chiare lettere, di uscire dalla retorica e affrontare la crisi guardando in faccia i problemi reali. Prima della crisi i poveri in Italia erano intorno a sette milioni, al primo anno di crisi sono saliti ad oltre otto milioni e mezzo e la scala continua a salire. Altro che inversione di tendenza.
Con l’auspicio che si vada presto al voto, ponendo così fine ad un troppo lungo periodo di gestione della cosa pubblica scorretto, volto ad arricchire pochi e causare danno alle famiglie, che sono l’unica ricchezza di una società evoluta, è bene ricordarsi che chi ci rappresenterà ha l’obbligo di avere un comportamento irreprensibile, sobrio nelle parole e nelle azioni, come ha evidenziato nei mesi scorsi l’Avvenire. Mai più un nuovo Berlusconi.
La storia insegna che la vita dell’Italia è stata fortemente caratterizzata dalla presenza e dall’importanza sociale, culturale, spirituale della Chiesa: nel recente passato i cattolici sono stati al Governo ed hanno trasformato il Paese. Ma la storia non basta più. È tempo che “sorga una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi di inferiorità” e pensino veramente al bene comune e ad essere moralmente ineccepibili. Il più bel regalo di Natale: una svolta nella Politica che torni ad essere scritta e pensata con la “P” maiuscola.☺
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