
I disastri di iorio
Dopo dieci anni di “torture giudiziarie”, il patriota Michele Iorio è stato assolto da ogni accusa. Siamo contenti per lui e per i molisani che per dodici anni sono stati governati da un presidente onesto. I magistrati hanno stabilito che il “sistema Iorio” non è mai esistito e hanno assolto, anche se in primo grado, il Fratello d’Italia più importante del Contado dai reati di corruzione, concussione, abuso d’ufficio, peculato, bancarotta e ricettazione. Circa 44mila pagine “inutili” a dimostrare l’accusa del procuratore D’Amelio: quando le pagine sono tante è anche faticoso ritrovare le prove, specie se non ci sono. In un’intervista rilasciata alla giornalista Giovanna Cavalli del Corriere, Iorio ha ipotizzato un processo politico. “La verità – dice Iorio – è che è stato l’unico modo per farmi fuori, perché politicamente, elettoralmente, ero imbattibile e oggi il governatore sarei ancora io”. Una congiura? E coraggiosamente fa anche i nomi dei congiurati, “Hanno scritto 44mila pagine di nulla, un anno di intercettazioni e quattro mesi di riprese di nascosto nel mio studio, con la cimice e la telecamera. E sa chi era allora il capo di gabinetto del questore? La sorella del mio diretto avversario politico di centrosinistra, le pare un caso?”, quindi, si tuffa in uno scivolone paradossale quando la giornalista gli chiede: “I suoi concittadini come l’hanno trattata in questi dieci anni?”: “Benissimo, i Molisani non mi hanno mai rimproverato niente, si sono comportati come se la questione non esistesse, la regione è piccola e ci si conosce tutti, che io fossi un corrotto non lo ha mai creduto nessuno, nemmeno i miei avversari politici, era solo una fastidiosa cantilena che mi sentivo ripetere alle udienze”.
Questa dichiarazione male si concilia con la precedente perché, se congiura vi è stata, di congiura sterile si è trattata, e Iorio lo sa, anzi lo dice. Non è stata l’ inchiesta a disarcionarlo, sono stati i suoi amici della Destra che delle inchieste, di norma, se ne strafottono. Lo hanno abbandonato perché i conti non tornavano non solo nella Sanità, commissariata nel 2009 e guidata dall’ass. Di Giacomo, ma in tutti i settori della Regione. Nel 2013 il debito sanitario aveva raggiunto quota 600 milioni di euro, da 40 che ne aveva ereditato, e le strutture private avevano subìto un ridimensionamento all’ interno di un POS inviso alla Destra, solamente osservato dal Tavolo Tecnico di Roma. Di questo piano si sono perse le tracce, del suo estensore anche.
La domanda che dovremmo fare ai nostri corregionali, con il timore di essere picchiati, è la seguente: “Votereste per qualcuno dei presidenti che si sono succeduti alla guida della Regione in questi ultimi venti anni?”. Per comprare il consenso si possono usare anche i soldi pubblici senza commettere reato, Iorio lo ha fatto con quelli dei terremotati quando ha esteso l’area del cratere da 14 a 83 comuni o quando ha distribuito i soldi dell’art. 15, quelli della ripresa produttiva, a tutti i 136 comuni molisani, anche a quelli non interessati da terremoti o da alluvioni. Il risultato è che dove si è ricostruito, nella migliore delle ipotesi si è ottenuto un miglioramento, non un adeguamento sismico, nella seconda ipotesi le risorse non hanno prodotto né un aumento del PIL né un posto di lavoro in più. Nei dodici anni di imperio Iorio ha speso miliardi di euro ma il Molise non ha fatto un solo passo avanti: le grandi aziende partecipate sono fallite, i piani rurali non hanno salvato l’agricoltura e la pesca, il piano energetico è inattuato, l’ edilizia si è inabissata, l’artigianato non esiste quasi più, il commercio anche, la viabilità è rimasta quella di venti anni fa, (Iorio in dodici anni è riuscito a costituire solo una società mista per la realizzazione della Termoli San Vittore, ma di strade neanche l’ombra), i giovani continuano ad andare via, anche a piedi, e la regione si spopola con ritmi superiori alla media. Vogliamo chiedere anche a loro se sono disposti a votare Iorio? Quando governi male, neanche il clientelismo più strutturato ti salva. Ma non vorrei essere frainteso, se con lui non siamo andati avanti, Frattura e Toma ci hanno fatto tornare indietro. Pensate che il primo ci ha riportato nell’obiettivo uno dei fondi europei, quello dei paesi sottosviluppati, e il secondo ci ha fatto arrivare ultimi in tutti settori dell’economia (vedi dati ISTAT e SVIMEZ).
Nel 2013 l’on. Patriciello, per motivi personali oltre che per fottere Iorio, (vedi POS di cui sopra) strinse con la sinistra (diciamo così) di Leva, Ruta e Venittelli, un accordo di potere per sistemare Frattura (passato nel frattempo da Forza Italia al PD) alla guida della regione. Naturalmente i contraenti vennero tutti gratificati: Leva e Venittelli alla Camera dei Deputati, Ruta al Senato della Repubblica, Patriciello in Europa, Frattura alla Presidenza della Regione. A pagarne le spese? I Molisani. Gli anni successivi furono devastanti per la regione ma tutto ciò non riabilita l’operato di Iorio né dal punto di vista politico né da quello amministrativo. Quelli commessi da Iorio non sono reati, sono disastri.☺