i politici della responsabilità
6 Novembre 2010 Share

i politici della responsabilità

 

 

Otto anni di immobilismo – D’Alete passa al contrattacco, scrive Nuovo Molise, e scopre i vantaggi dello stato di emergenza, diciamo noi de la Fonte. La campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale è già iniziata e qualcuno riscopre il terremoto, non per fare una campagna contro la struttura commissariale, Dio ce ne guardi, ma per una battaglia a favore dei terremotati. Difendere i terremotati che ancora stanno nelle baracche di legno, senza dirgli perché stanno ancora lì, è operazione difficile ma noi confidiamo nelle capacità del Consigliere D’Alete perché egli è persona responsabile e noi ne siamo ammirati.

Le bollette dell’ENEL e del Gas, aumentate quest’anno del 30% ai residenti nei villaggi, hanno fatto inalberare l’espo- nente del PD, il quale per questo ha sferrato un micidiale assist al governatore del Molise, al verde ormai da due anni in quanto non riceve dal suo amico Berlusconi un solo euro. A Iorio la mozione del Presidente del gruppo PD, che su questa vicenda ha scelto la strada della responsabilità – non si capisce bene per cosa, visto che il Governatore in questi otto anni non lo ha mai interpellato, neanche per chiedergli l’ora – non è parsa vera, tanto che si è impegnato, senza se e senza ma, a ricercare nelle pieghe del bilancio un posticino dove aggiungere agli altri debiti anche quello della luce e del gas dei terremotati.

Stiamo assistendo, senza batter ciglio, all’introduzione del federalismo all’amatriciana cucinato con olio larinese e condito con pecorino di Morrone. Neanche la ricca Lombardia potrebbe far fronte, con proprie risorse, ad una grave calamità come quella di San Giuliano. La Regione  Molise, che oggi si fa carico del pagamento delle bollette dei terremotati, domani pagherà per l’autonoma sistemazione e domani l’altro dovrà far fronte anche alla ricostruzione.

Tutto quello che da sempre ha pesato sulla fiscalità generale, con il federalismo di Iorio sarà a carico esclusivo dei Molisani. Ora che il Governatore, ormai afflitto dai problemi provocati dalle sue decisioni in materia di terremoto, sviluppo e sanità, si infili come un’anguilla nell’ingenuità dell’opposizione, alla quale far condividere il suo fallimento, è operazione legittima; quello che non riusciamo a capire, senza ricorrere all’inciucio, è l’atteggiamento dell’opposi- zione che vuole scaricare sui cittadini molisani il fallimento del governo Iorio. Aggrapparsi a Iorio per condividerne le responsabilità alla vigilia delle elezioni significa unicamente dire: abbiamo fatto tutti il nostro dovere. Purtroppo non è così, semmai è vero il contrario. Il Cons. D’Alete nella sua intervista senza domande, pubblicata da Nuovo Molise, oltre ad aver richiamato al senso di responsabilità, ha evidenziato che lo stato di emergenza, finito per decreto, non trova riscontro nella realtà in quanto  la ricostruzione non è ancora terminata e la crisi economica dell’area, con il conseguente spopolamento, neanche.

Lo spirito che animò il legislatore del 92 – lo diciamo a noi prima ancora che al Cons. del PD – fu quello di fornire strumenti efficaci agli operatori della protezione civile nel momento dell’evento calamitoso, al fine di mettere in sicurezza i cittadini che ne fossero stati colpiti, non per governare in deroga all’ordinamento giuridico per tanti anni. È appena il caso di ricordare che le criticità individuate dall’esponente PD non si risolvono con la proroga infinita dello stato dell’emergenza ma con la politica. Quello che è mancato a questa regione è il principio di responsabilità verso il ruolo che ognuno è chiamato a svolgere e, nel caso di specie, la difesa delle regole democratiche oltre la verifica e il controllo degli atti assunti da chi governa.

Alla luce di quanto detto, è veramente singolare che un esponente dell’op- posizione si lamenti perché Berlusconi, il quale per sette anni gli ha di fatto impedito di svolgere con efficacia il suo mandato, alla fine del 2009 abbia dichiarato cessato lo stato di emergenza, riconsegnando alla Regione il diritto di decidere in questa materia; si sarebbe dovuto invece lamentare prima per l’esproprio di un diritto fondamentale, quello di esercitare una delicata funzione affidatagli dai suoi elettori e poi per il ritardato ripristino di quel diritto. Il senso di responsabilità avrebbe dovuto consigliare a D’Alete e agli altri protagonisti della politica di pretendere che il Parlamento approvasse una legge sulla ricostruzione che affrancasse lui e noi da qualsiasi ricatto, e non lo stato di emergenza che ha consentito a Iorio di dilapidare circa 900 milioni di euro senza alcun controllo e con modesti risultati.

La parola d’ordine responsabilità alla quale ci invita l’esponente del PD ci impone ben altre domande per le quali troviamo solo risposte inquietanti: dov’erano i politici della responsabilità quando il Commissario Iorio firmava il decreto, di dubbia legittimità, con il quale forzando il dettato dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, estendeva l’applicazione della stessa ad altri settanta comuni della Provincia di Campobasso? Quella decisione consentì che si ristrutturassero abitazioni che non erano mai state sgombrate e penalizzò chi invece ancora vive nelle baracche di legno, appunto quelle per cui oggi D’Alete chiede l’inter- vento della Regione. Cosa facevano i prodi oppositori di Iorio quando questi nel giugno del 2004 approvava, insieme alla sua giunta, la delibera 841 che gli consentiva di utilizzare nei modi e nei luoghi da lui indicati i fondi dell’art. 15? Sì, quelli destinati alla ripresa produttiva delle zone colpite da alluvione e terremoto. Erano a pettinar le bambole? Perché i politici della responsabilità non rivendicarono il diritto, sancito dalla Costituzione, di decidere in materia di sviluppo della regione? Quella decisione, mai impugnata, consentì al Governatore di distribuire 500 milioni di euro a sua discrezione.

Dopo otto anni, il Commissario Iorio si accinge a riconsegnare alla Protezione Civile regionale il pacchetto terremoto per consentire la prosecuzione delle attività già poste in essere. La data fissata per le consegne è quella del 31/12/2010; entro la stessa data il Commissario Delegato dovrà trasmettere al Presidente del Consiglio dei Ministri una relazione conclusiva dell’attività svolta, corredata dalla rendicontazione delle spese sostenute. In attesa del preziosissimo documento, mai trasmesso neanche alla Corte dei Conti, possiamo con certezza affermare che il finanziamento della classe A è fermo ormai da due anni e la ricostruzione della stessa è giunta al 30%.   ☺

domenicodadamo@alice.it

 

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