il fastidio dei bisognosi di Antonello Miccoli | La Fonte TV
L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
In realtà coloro che vivono un disagio sociale rappresentano una categoria di persone che dà fastidio ai potenti solo per il fatto di esistere. Il cittadino anziano in difficoltà disturba quando, ultimati gli ammortizzatori sociali, chiede il lavoro o, in alternativa, la pensione. Il lavoratore giovane, precario o a basso reddito, infastidisce quando contesta un sistema pensionistico che gli garantirà solo il 50% del salario percepito. La persona non autosufficiente diviene incomoda, quando chiede che vengano assicurate risorse finanziarie utili a garantire l'assistenza socio-sanitaria presso il proprio domicilio. L'utente della sanità, costretto ad attendere mesi per una visita specialistica, disturba perché non comprende le difficoltà del sistema sanitario: d'altra parte molti altri, con un reddito più alto, risolvono il problema con le prestazioni a pagamento. Il genitore o l'insegnante che contesta il sovraffollamento delle classi, la mancanza di sicurezza delle strutture o la carenza di materiale didattico, diviene noioso ed inopportuno. I residenti dei quartieri degradati e privi di servizi sono cittadini senza diritti di cittadinanza: ogni sollecitazione diviene la rivendicazione di chi non capisce le difficoltà finanziarie del momento. Gli immigrati danno fastidio quando chiedono all'Italia, dopo anni di permanenza e di duro lavoro, il riconoscimento della cittadinanza italiana mentre il disturbo è causato da chi, dopo aver depredato le ricchezza naturali dei paesi di origine, considera non utile considerarli cittadini del mondo.
La Costituzione viene così svuotata e resa innocua: i potenti hanno sempre ragione (la loro è la forza della verità di parte). In tal modo non si violano solo i dettami Costituzionali, ma si negano i principi stessi del diritto naturale: il diritto alla vita ed il diritto alla libertà. Chi vive infatti nel bisogno non è mai un uomo totalmente libero.
Vi è poi un'ultima negazione: una negazione di ordine spirituale che vorrebbe far credere che la presenza di Dio nel mondo sia quasi super partes. Un Dio dei poveri e degli umili lascia il posto all'idea che la devozione possa essere solo formale e non fastidiosa, un Dio istituzionalizzato, molto caro ai potenti ad ai sostenitori di un liberismo senza regole. È ora di affermare definitivamente che il vangelo non è né progressista e né conservatore. Il vangelo incita semplicemente a perseguire la giustizia e a dare voce agli ultimi. A considerare primi proprio coloro che i poteri forti della società vorrebbero zittire in nome di idoli estranei alla dignità dell'uomo. ☺
a.miccoli@cgilmolise.it
L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
In realtà coloro che vivono un disagio sociale rappresentano una categoria di persone che dà fastidio ai potenti solo per il fatto di esistere. Il cittadino anziano in difficoltà disturba quando, ultimati gli ammortizzatori sociali, chiede il lavoro o, in alternativa, la pensione. Il lavoratore giovane, precario o a basso reddito, infastidisce quando contesta un sistema pensionistico che gli garantirà solo il 50% del salario percepito. La persona non autosufficiente diviene incomoda, quando chiede che vengano assicurate risorse finanziarie utili a garantire l'assistenza socio-sanitaria presso il proprio domicilio. L'utente della sanità, costretto ad attendere mesi per una visita specialistica, disturba perché non comprende le difficoltà del sistema sanitario: d'altra parte molti altri, con un reddito più alto, risolvono il problema con le prestazioni a pagamento. Il genitore o l'insegnante che contesta il sovraffollamento delle classi, la mancanza di sicurezza delle strutture o la carenza di materiale didattico, diviene noioso ed inopportuno. I residenti dei quartieri degradati e privi di servizi sono cittadini senza diritti di cittadinanza: ogni sollecitazione diviene la rivendicazione di chi non capisce le difficoltà finanziarie del momento. Gli immigrati danno fastidio quando chiedono all'Italia, dopo anni di permanenza e di duro lavoro, il riconoscimento della cittadinanza italiana mentre il disturbo è causato da chi, dopo aver depredato le ricchezza naturali dei paesi di origine, considera non utile considerarli cittadini del mondo.
La Costituzione viene così svuotata e resa innocua: i potenti hanno sempre ragione (la loro è la forza della verità di parte). In tal modo non si violano solo i dettami Costituzionali, ma si negano i principi stessi del diritto naturale: il diritto alla vita ed il diritto alla libertà. Chi vive infatti nel bisogno non è mai un uomo totalmente libero.
Vi è poi un'ultima negazione: una negazione di ordine spirituale che vorrebbe far credere che la presenza di Dio nel mondo sia quasi super partes. Un Dio dei poveri e degli umili lascia il posto all'idea che la devozione possa essere solo formale e non fastidiosa, un Dio istituzionalizzato, molto caro ai potenti ad ai sostenitori di un liberismo senza regole. È ora di affermare definitivamente che il vangelo non è né progressista e né conservatore. Il vangelo incita semplicemente a perseguire la giustizia e a dare voce agli ultimi. A considerare primi proprio coloro che i poteri forti della società vorrebbero zittire in nome di idoli estranei alla dignità dell'uomo. ☺
L'art. 3 della nostra Costituzione afferma che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
In realtà coloro che vivono un disagio sociale rappresentano una categoria di persone che dà fastidio ai potenti solo per il fatto di esistere. Il cittadino anziano in difficoltà disturba quando, ultimati gli ammortizzatori sociali, chiede il lavoro o, in alternativa, la pensione. Il lavoratore giovane, precario o a basso reddito, infastidisce quando contesta un sistema pensionistico che gli garantirà solo il 50% del salario percepito. La persona non autosufficiente diviene incomoda, quando chiede che vengano assicurate risorse finanziarie utili a garantire l'assistenza socio-sanitaria presso il proprio domicilio. L'utente della sanità, costretto ad attendere mesi per una visita specialistica, disturba perché non comprende le difficoltà del sistema sanitario: d'altra parte molti altri, con un reddito più alto, risolvono il problema con le prestazioni a pagamento. Il genitore o l'insegnante che contesta il sovraffollamento delle classi, la mancanza di sicurezza delle strutture o la carenza di materiale didattico, diviene noioso ed inopportuno. I residenti dei quartieri degradati e privi di servizi sono cittadini senza diritti di cittadinanza: ogni sollecitazione diviene la rivendicazione di chi non capisce le difficoltà finanziarie del momento. Gli immigrati danno fastidio quando chiedono all'Italia, dopo anni di permanenza e di duro lavoro, il riconoscimento della cittadinanza italiana mentre il disturbo è causato da chi, dopo aver depredato le ricchezza naturali dei paesi di origine, considera non utile considerarli cittadini del mondo.
La Costituzione viene così svuotata e resa innocua: i potenti hanno sempre ragione (la loro è la forza della verità di parte). In tal modo non si violano solo i dettami Costituzionali, ma si negano i principi stessi del diritto naturale: il diritto alla vita ed il diritto alla libertà. Chi vive infatti nel bisogno non è mai un uomo totalmente libero.
Vi è poi un'ultima negazione: una negazione di ordine spirituale che vorrebbe far credere che la presenza di Dio nel mondo sia quasi super partes. Un Dio dei poveri e degli umili lascia il posto all'idea che la devozione possa essere solo formale e non fastidiosa, un Dio istituzionalizzato, molto caro ai potenti ad ai sostenitori di un liberismo senza regole. È ora di affermare definitivamente che il vangelo non è né progressista e né conservatore. Il vangelo incita semplicemente a perseguire la giustizia e a dare voce agli ultimi. A considerare primi proprio coloro che i poteri forti della società vorrebbero zittire in nome di idoli estranei alla dignità dell'uomo. ☺
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