
Indice del numero 190 – Febbraio 2022
Nel numero di Febbraio
– combattere per la fede
di Rosalba Manes
– la fede invito al rischio (lettera aperta a quanti lottano per la medicina sul territorio)
di Antonio Di Lalla
– noi siamo l’unica bibbia
di Michele Tartaglia
– il mito della frontiera
di Dario Carlone
– pittura: “L’adolescente migrato”
di Ana Maria Erra Guevara
– sanità territoriale: discutiamone
di Redazione
– siamo in molise
di Lucia Berrino
– individuare il candidato presidente
di Famiano Crucianelli
– una pioggia di milioni
di Marco Branca
– scatto d’autore foto: “Casacalenda”
di Guerino Trivisonno
– l’acqua sottratta
di Patrizia Manzo
– di nuovo south beach
di Letizia Bindi e Gianluca Monturano
– disabilità: nuove prospettive
di Tina De Michele
– pnrr e non-autosufficienza
di Guglielmo Giumelli
– pittura: “alberi”
di Antonio Scardocchia
– tumpie: sfaccettature di una venere
di Loredana Alberti
– ho sbagliato agenda?
di Christiane Barckhausen-Canale
– foto: “Voglia di fare”
di Antonietta Parente
– libri di paese
di Rossano Pazzagli
– realismo e astrazione
di Gaetano Jacobucci
– ricordiamoci della scuola prima
di Gabriella de Lisio
– curare la democrazia
di Antonio De Lellis
– la fragilità
di Franco Novelli
– tela: “ciminiera”
– croma disegnatrice e ciclista
di Francesco Montano
– ambienti mentali
di Rodolfo Di Martino
– foto: “inganno ottico”
di Silvio Mencarelli
– più verde per le scuole
di Fabio Vanni
– alto molise: rintocchi di cultura e sapori
di Pasquale Di Lena
– scatto d’autore foto: “Trivento”
di Guerino Trivisonno
– aria e luoghi del buon vivere
di Angelo Sanzò
– dialoghi irriverenti
di Franco Pollutri
– i manufatti di Cleofino Casolino: “ora et labora”
di Cleofino Casolino
– verso la luce?
di Enzo Bacca
– una minestra per febbraio
di Gildo Giannotti
– ricordi : “già tre anni”
di Redazione
– patto verde europeo
di Silvio Malic
– la lingua del cuore
di Filomena Giannotti
– che bolle in pentola?
di Domenico D’Adamo
editoriale
la fede invito al rischio (lettera aperta a quanti lottano per la medicina sul territorio)
– di Antonio Di Lalla a pag.3
Come è possibile non percepire la forza rivoluzionaria di un uomo che è stato assassinato, prima dei quarant’anni, perché contestava il potere religioso, politico sociale del suo tempo? Come è possibile di conseguenza ritenere la fede estranea all’ impegno per la trasformazione della società? E, soprattutto, nel nome di Cristo si può reprimere ogni impulso al rinnovamento facendo del cristianesimo la legittimazione dello status quo?