Dopo i “40 gradi” toccati nelle celle, “la diffidenza” e, più in generale, “l’isolamento”, ecco “il trattamento”: quel programma applicato nei penitenziari con l’intento di rieducare il detenuto e favorirne la reintegrazione.
Abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi gli sciagurati tempi di soprusi e inaudite violenze soprattutto belliche in cui viviamo. In due poesie dal titolo gemello, che poi è lo stesso dell’intera silloge
Riprendendo la presentazione di poesie sul tema carcerario da Filo spinato di Alessandro Fo (Einaudi 2021), si propone questa volta la trasposizione in versi della lettera di un detenuto in 41 bis.
L’oblio è il nemico numero uno dei poeti e di chiunque scriva letteratura in genere.
Non affidabile, duplice volto ha perfino la Primavera, come dimostra questo monodistico: «I primi rami carichi di fiori/ la folla all’Istituto dei Tumori».
Di qui la sua richiesta – quasi tecnicamente “una domandina”, come quelle presentate dai reclusi – di scattarne una fotografia, cui si oppone il regolamento.
Dopo le due raccolte di poesia Latitudini (2008) e Il tempo che trova (2021), Pierluigi Lanfranchi giunge alla sua terza silloge Controfigure, Vecchiano (Pi), Valigie rosse, 2023
È il regime detentivo più severo previsto dalla legge italiana: l’ergastolo ostativo
Accanto alle due nella madrelingua tedesca, Eva Taylor giunge alla quarta raccolta in italiano
