L’arca di san pardo
La situazione di pesante crisi che attanaglia, ormai da tempo, Larino – la recente chiusura del suo ospedale, è stato solo il colpo più duro da sopportare – merita non solo una grande attenzione, ma azioni, che sono possibili da realizzare se i larinesi, uniti come nel momento della loro grande Festa, quella del patrono della città, san Pardo, cullano i sogni e si rimboccano le maniche per farli diventare fatti, basi solide per costruire il rilancio della città e del suo prezioso circondario.
L’idea di una stalla di buoi e di mucche – gli animali che animano la Festa fino a diventarne i protagonisti principali – è di oltre trent’anni fa, quando mi son reso conto che aveva preso il via la crisi strutturale dell’agricoltura e, con la chiusura di tante stalle, anche quella della zootecnia, rendendo gli animali, essenziali per la Festa, sempre più difficile da reperire. Non è un caso che molti carrieri, per non rischiare, si sono comprati coppie di animali necessari per trainare il carro.
So bene che la Festa di san Pardo è l’anima di Larino e, fin quando essa riempirà di colori, suoni e odori i giorni che precedono la fine di Maggio, l’antica capitale dei Frentani ha il tempo e la possibilità di rinascere e tornare a vivere il suo ruolo di un tempo.
Se la prima finalità di dar vita a questa stalla è quella di assicurare ai carrieri gli animali di cui hanno bisogno, ce ne sono altre che, dando egual senso e significato al progetto, rendono la sua realizzazione ricca di prospettive, soprattutto sotto l’aspetto gestionale della struttura e delle sue attività.
La stalla della biodiversità bovina – il centro di allevamento di tutte le razze bovine italiane, non solo per una tutela e conservazione delle stesse, ma anche per la ricerca e la sperimentazione da mettere, poi, a disposizione delle aziende agricole e zootecniche. Vedo qui un ruolo importante per l’Istituto Tecnico Agrario “San Pardo” e l’Università del Molise, ma anche, dell’Asrem del Basso Molise, con la messa a disposizione del suo gruppo di veterinari per tutte le operazioni di formazione e informazione, ricerca e sperimentazione, assistenza necessaria per il migliore allevamento.
La stalla della biodiversità animale, il discorso della biodiversità riguarda non solo la razza bovina, ma anche altre razze, soprattutto quelle in via di estinzione. Ecco l’apertura, intorno a quella principale, di altre stalle destinate agli ovini, caprini, suini, equini, con particolare attenzione agli asini ed ai muli. In pratica la realizzazione di una realtà che è in grado di comunicare al Molise ed al Paese e, così, far parlare di sé, attirare attenzioni, interessi che servono ad animare visite e far partire, nel nostro territorio, uno dei tanti turismi possibili.
Una stalla biologica – cioè all’ insegna della sostenibilità, per ridurre e, nel tempo, azzerare tutti i prodotti di sintesi; recuperare energie e ambiente e dare una risposta ai consumatori che, sempre più numerosi, riconoscono nella corretta e sana alimentazione la possibilità di godere di buona salute e benessere. Sta qui la ragione della fiducia che i consumatori ripongono nei prodotti naturali, biologici e quella della crescita della domanda, anche in Italia, di questi prodotti. Una stalla caratterizzata anche da sobrietà e minimo spreco di energia, anzi in grado di utilizzare i sottoprodotti per produrre energia da mettere a disposizione dell’ insieme delle attività. Una realtà che ha tutto per sostenere e ampliare il Biodistretto dei Laghi Frentani, in fase di avvio, che serve per dare al Molise il suo vero volto di città-campagna, che esprime in pieno il grande valore della ruralità, la farfalla dai splendenti colori con un territorio ricco di bellezze e di bontà.
La Stalla didattica – una stalla progettata per la biodiversità animale, il loro benessere, ha tanto da far vedere e molto da raccontare ai bambini e ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, ai loro insegnanti, ai giovani delle Università, ai centri di ricerca e di sperimentazione. Sta qui il suo ruolo di centro didattico, aperto alle visite.
A queste primarie finalità se ne possono aggiungere altre ancora per rendere il progetto più ricco di iniziative, tutte possibili da realizzare.
Questa nota vuol essere solo uno spunto per aprire una discussione all’interno dell’Associazione dei carrieri, i più diretti interessati alla realizzazione di un’attività degna di sostenere la grande festa. Uno spunto che, se fatto proprio dai più diretti interessati, ha le basi per costruire il coinvolgimento di Larino il popolo, come recita un bel canto che accompagna il cammino di tre giorni della Festa, fatto di passi lenti, misurati, attenti. ☺