Le orchidee dei poveri
6 Maggio 2025
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Le orchidee dei poveri

Ogni anno dal 10 al 15 maggio si svolge a Firenze, presso il Giardino dell’Iris in Piazzale Michelangelo, il “Concorso internazionale dell’Iris”, in cui si può ammirare gratuitamente la meravigliosa fioritura di una delle più grandi collezioni di iris del mondo. Nel corso dei secoli l’iris si è infatti guadagnata una meritata posizione: non è solo l’emblema araldico dei sovrani di Francia – lo stilizzato fleur de lis -, ma anche il simbolo della città di Firenze. È per questo che, oltre che come giaggiolo o fiore di San Marco, nell’eccezione comune l’iris è indicata anche come giglio di Firenze o iride di Firenze. Si ritiene inoltre che siano i giaggioli coltivati nelle vigne nei dintorni di Siena e Firenze a conferire al vino Chianti il suo ben noto e apprezzato bouquet.
L’iris, della famiglia delle Iridacee, è una pianta erbacea perenne, rizomatosa e piuttosto rustica. Per la forma appuntita delle sue foglie a forma di lance perfettamente diritte è detto anche “giglio a spada”. I suoi fiori vistosi, che si schiudono in primavera, non dovrebbero mai mancare in un giardino e nelle aiuole. Variamente profumati, si possono trovare in tutti i colori dell’arcobaleno: dall’immancabile bianco al giallo, fino a un intenso blu-violetto, spesso con i petali ondulati, vellutati e di frequente venati di altre sfumature. La varietà cromatica è ispiratrice del nome: iris deriva infatti da Iride, che nella mitologia classica era la messaggera degli dei e scendeva sulla terra correndo veloce sull’arcobaleno per portare agli uomini i messaggi che le venivano affidati.
Il genere Iris comprende circa 250 specie e innumerevoli varietà, le più importanti delle quali sono le “barbate”, dette così perché nella parte centrale delle ali del fiore è presente un ciuffo di peli colorati. Osservando attentamente l’interno di questo fiore si può notare una piccola ciocca di capelli che presenta una insolita somiglianza con una donna con la barba: si tratta appunto della barba dell’iris, un particolare attraente come possono esserlo i baffi che la celebre artista messicana Frida Kahlo era solita dipingere nei propri autoritratti.
A differenza delle “barbate”, tutte provviste di rizoma (quel fusto sotterraneo con il quale le iris si moltiplicano), quelle senza barba si possono riprodurre anche per mezzo del rizoma e per bulbo. A seconda dell’altezza dello stelo del fiore e del periodo di fioritura, queste specie si suddividono a loro volta in “barbate nane”, con fioritura entro marzo; “barbate intermedie”, che fioriscono in aprile, e “barbate alte”, con fioritura a maggio. Il periodo per metterle a dimora va da fine estate a inizio autunno, possibilmente in una posizione soleggiata. Se si vuole ammirare l’esuberante fioritura delle iris barbate nell’anno successivo, bisogna attivarsi subito dopo che termini questa fase vegetativa. I rizomi, infatti, vanno prelevati e selezionati dalla fine dell’estate fino a ottobre e vanno interrati superficialmente in terreni fertili e ben drenati. Durante il periodo vegetativo è necessario moderare le innaffiature poiché queste piante preferiscono la siccità agli eccessi di acqua che potrebbero causare marciumi radicali.

Di questa pianta la sola parte utilizzata è il rizoma che, di odore sgradevole allo stato fresco, essiccandosi emana un forte profumo di viola mammola, dovuto alla presenza di un olio essenziale, l’essenza appunto dell’iris, di complessa composizione. Sempre il rizoma, una volta essiccato e ridotto in polvere, si rivela espettorante e diuretico.
Una curiosità: data la diffusione che ha nei Paesi Bassi, l’iris appare spesso nelle opere dei pittori fiamminghi come fiore della Vergine, emblema della purezza di Maria – senza contare Vincent Van Gogh, che ha fatto di questo fiore il protagonista di alcuni suoi noti dipinti. Ma anche scrittori e poeti ne hanno celebrato la bellezza. Fra questi Corrado Govoni: “celesti giaggioli/ sono i fiori più belli della terra,/ vere orchidee dei poveri/ che nemmeno li guardano”.☺

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